Nuova puntata di “UrbanisMI” su Artribune Podcast: la rigenerazione urbana di Ortica a Milano

UrbanisMI giunge alla metà del suo percorso dedicato alla rigenerazione urbana di Milano, con una quinta puntata focalizzata sul più piccolo quartiere della città. Con uno sguardo anche ai progetti previsti per Lambrate e il Parco Lambro

UrbanisMi è la serie di Artribune Podcast che dà voce alla rigenerazione urbana: un viaggio attraverso la Milano del passato e del futuro, con un particolare focus sull’architettura che ne sta plasmando il volto. Dopo l’ultimo episodio dedicato alla rigenerazione urbana dell’ex scalo Farini, è ora il turno di Ortica, al centro del quinto dei dieci appuntamenti audio che raccontano origini e progettualità di ciascun quartiere a partire dagli eventi che ne hanno segnato la storia, e dalle vicende umane di importanti personaggi dell’arte che li hanno abitati, osservati e talvolta immortalati, diventando così testimoni partecipi di un paesaggio urbano in costante trasformazione. Grande attenzione sarà di conseguenza riservata al contemporaneo, e appunto al tema della rigenerazione: ogni puntata farà luce sui progetti architettonici più recenti e su quelli che verranno, tra operazioni di riuso adattivo, ricuciture urbane e nuove costruzioni, disegnando attraverso le parole una mappa dei cantieri più significativi e delle nuove aperture, per una Milano tutta da scoprire. In UrbanisMI, serie di episodi scritta e narrata da Maria Chiara Virgili per Artribune, il futuro della città di Milano si ascolta un quartiere alla volta.

Milano Ortica. Dalla balera ai murales

Ortica viene da Orto. È un coloratissimo murales a fiori a ricordare le origini del più piccolo quartiere di Milano: un angolo di città, sorto sulle sponde del fiume Lambro, la cui antica vocazione agricola riecheggia proprio nel suo toponimo. Con l’arrivo di fabbriche e infrastrutture ferroviarie, questa zona di cascine, orti e ortaglie, situata all’estrema periferia est della città, si trasformò rapidamente in un villaggio operaio. Benché isolata dal centro e intrappolata in un dedalo di binari, l’Ortica mantenne la sua identità popolare e, grazie a un fortissimo senso di comunità, rispose autonomamente ai bisogni dei suoi abitanti, anche quelli ludici e sociali. Quando nel 1931 la piccola stazione dell’Ortica venne dismessa, questa non cessò di svolgere la sua funzione di polo aggregativo: all’interno della struttura in disuso prese vita il circolo del dopolavoro ferroviario con campi da bocce e una balera frequentatissima. Il vecchio Tropicana, oggi La Balera dell’Ortica, costituiva l’attrazione principale di un quartiere operaio percepito dai forestieri del centro non come una periferia qualunque, ma come un piccolo villaggio ancorato al suo tempo, un amabile microcosmo urbano che, pur esaurendosi lì, nella sua pizzetta senza nome, tra le vecchie case di ringhiera e i dispiaceri della vita proletaria annegati nella spensierata atmosfera delle serate danzanti, seppe trasformare il folklore, il fenomeno ricreativo popolare, in qualcosa di autenticamente iconico, e attirare da fuori finanche celebri intellettuali e artisti. Dario Fo, Enzo Jannacci, Giorgio Strehler, Ornella Vanoni, Franco Parenti, Ivan Della Mea, Nanni Svampa, c’è chi di loro scrisse dell’Ortica, chi la cantò, chi invece fu assiduo frequentatore della Trattoria del Gatto Nero: l’antica osteria del borgo le cui testimonianze sono documentate già a partire dal 1696. Aggrappata alla sua storia, l’Ortica resiste ancora oggi alle spinte trasformative del patinatissimo modello meneghino e compie un piccolo Miracolo a Milano, come titoleggia il film di Vittorio De Sica che proprio lì venne girato. Sul solco dell’infinita capacità dell’uomo di adattarsi anche nelle avversità – sottotesto di una fiaba neorealista che voleva essere inchiesta e, forse, persino profezia – un po’ come fa l’ortica, capace che crescere ai bordi delle strade, fra i detriti e nelle fenditure del cemento, il quartiere non abbandona le sue radici popolari e le sue tradizioni. Dall’ex fabbrica di ceramiche Richard Ginori, trasformata in loft abitati da creativi e artisti, ai murales di OrMe-Ortica Memoria e Orticanoodles, che celebrano il passato industriale-operaio e ricostruiscono l’identità storica della zona, l’Ortica è oggi un piccolo museo urbano diffuso, il cui ieri, ancora leggibile sui muri, sfugge alle retoriche della nuova città. 

Rigenerazione urbana tra Ortica e Lambrate

Nell’importante processo di rigenerazione urbana che sta ridisegnando sia Lambrate sia Ortica, si inseriscono una serie di progetti che, come da prassi, vengono trattati nella seconda parte della puntata a partire dalle riqualificazioni di quelle che possono essere considerate le “istituzioni storiche” presenti nell’area; fra queste l’istituto Martinitt di via Pitteri, oggi polo culturale e campus universitario, e il Cascinet, ossia la rinata cascina Sant’Ambrogio alla Cavriana. Tra le nuove residenze spiccano East Garden e Housing in Dei Canzi, realizzate rispettivamente da Arassociati e Caputo Partnership International all’ex De Nora, e Bistolfi 31, complesso firmato Beretta Associati in corso di realizzazione nell’area dell’ex stabilimento Sammontana-Tre Marie. Non manca poi un passaggio su quelli che sono i macro progetti di rigenerazione previsti per l’ex scalo Lambrate e l’area ex Innocenti: da Tre Piazze nel Parco, presentato dal team multidisciplinare Lambrate Streaming per la ricucitura urbana tra il quartiere e il nodo di Lambrate, e il complesso Magnifica Fabbrica che ospiterà i depositi e i nuovi laboratori del Teatro alla Scala attualmente all’Ansaldo, a cui si affiancherà una nuova piattaforma logistica che punta a diventare il principale hub last Mile in Italia. La sesta puntata del podcast, in uscita tra due settimane, sarà dedicata alla rigenerazione urbana del quartiere Bovisa.

Maria Chiara Virgili

Prima puntata di UrbanisMI: Porta Romana
Seconda puntata di UrbanisMI: Porta Vittoria
Terza puntata di UrbanisMI: Rogoredo
Quarta puntata di UrbanisMI: Milano Farini

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Maria Chiara Virgili

Maria Chiara Virgili

Architetta e storyteller, ha collaborato con Studio Fuksas e David Chipperfield Architects, realtà internazionali presso le quali inizia il suo percorso professionale in qualità di visualisation artist. Spinta del desiderio di rendere altrettanto tridimensionale un racconto fatto di parole, il…

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