Gabriele Basilico. Milano omaggia il suo fotografo

C’è tempo fino a fine mese per vedere la grande mostra che racconta il rapporto fra Gabriele Basilico e la città – in particolare la sua città, Milano. E non a caso è allestita all’Unicredit Pavilion progettato da Michele De Lucchi, in quella porzione di città, Porta Nuova, che Basilico amava.

BASILICO E SAVINIO
Bello il titolo che è stato scelto per la mostra dedicata alle immagini urbane di Gabriele Basilico (Milano, 1944-2013): Ascolto il tuo cuore città. Il rimando palese è al libro che Alberto Savinio, artista, musicologo, musicista e scrittore straordinario, ha dedicato a Milano. Quel volume del dioscuro oscuro era dedicato alla città robusta, onesta stoffa su cui ricamare divagazioni. E la divagazione per Savinio è qui pretesto per una divagazione autobiografica.
Così per il fotografo milanese, che alla sua città ha dedicato molte immagini, che sono divenute ormai parte dell’iconografia comunemente riconosciuta: piazza Missori, corso Italia, il grattacielo di Gio Ponti, le periferie.

IL FASCINO DI PORTA NUOVA
La mostra, che si sviluppa su tre livelli, curata da Walter Guadagnini e Giovanna Calvenzi, è ospitata dall’Unicredit Pavilion, nel quartiere di Porta Nuova, progettato da Michele De Lucchi. E proprio quel quartiere, che fa somigliare Milano a una capitale internazionale, è ritratto in un’ampia serie di immagini esposte. Sono tra i lavori realizzati negli ultimi dieci anni da Basilico, entusiasta della nascita della nuova zona, frutto di un’intelligente quanto stimolante progettazione architettonica.
Come non ricordare il suo chilometro di fotografia lungo il perimetro del cantiere di Porta Nuova tra il 2007 e il 2008: 150 fotografie di grande formato in bianco e nero che proponevano il lavoro di Basilico fra il 1997 e il 2006? Una sorta di opera d’arte pubblica che raccontava la città a chi passava da quelle parti.

Gabriele Basilico, Ritratti di Fabbriche, Via Giovanni Ferrari, Milano 1980 ©Gabriele Basilico-Studio Basilico, Milano

Gabriele Basilico, Ritratti di Fabbriche, Via Giovanni Ferrari, Milano 1980 ©Gabriele Basilico-Studio Basilico, Milano

IL RAPPORTO PRIVILEGIATO CON MILANO
Buona parte delle immagini della mostra sono dedicate a Milano. Quelle degli inizi del suo percorso, alla fine dei Settanta, Milano Ritratti di Fabbriche, in cui ci troviamo di fronte a edifici industriali sul viale del tramonto, in una città in profonda trasformazione, che stava cambiando volto e da città industriale stava divenendo capitale del terziario avanzato.
In mostra c’è una selezione di questo fondamentale lavoro, esposto all’inizio degli Ottanta al PAC, dove viene visto e apprezzato da Jean-François Chevrier, che segnala Basilico, unico italiano, per la partecipazione alla DATAR, la grande mission photographique francese, che gli avrebbe dato notorietà internazionale.
Come per Savinio, anche qui si può ricostruire un rapporto di natura in parte autobiografica. Attraverso Milano, Basilico ha raccontato la sua esperienza con e nella città, dove è nato e dove si è formato, alla quale è rimasto legato per tutta la vita. Basilico conosceva la città, l’aveva studiata palmo a palmo da urbanista, da fotografo, con le carte topografiche, con gli occhi, ed era in grado di spiegarne le diverse fasi, le trasformazioni sociali, estetiche, architettoniche. Savinio ha un compagno immaginario di strada mentre attraversa Milano, Stendhal, dal quale deriva uno sguardo affettuoso nei confronti della città, che gli consente di respirare “a pieni polmoni l’odore della sua cara città, ch’è l’odore di legno bruciato esalato dai camini e custodito dalla nebbia”. E uno sguardo affettuoso, comprensivo come quello di Gabriele Basilico.

Gabriele Basilico, Shanghai 2010 ©Gabriele Basilico-Studio Basilico, Milano

Gabriele Basilico, Shanghai 2010 ©Gabriele Basilico-Studio Basilico, Milano

OLTRE LA CRONOLOGIA
La mostra non è costruita in senso cronologico. Un filmato-intervista a Gabriele Basilico accoglie il visitatore, all’entrata dello spazio espositivo: è una sorta di immersione nella sua storia professionale, nel suo metodo di lavoro, spiegato con quell’entusiasmo pacato che lo contraddistingueva. A questo punto si entra nella prima parte della rassegna, in cui sono presentati i lavori più recenti, principalmente a colori. Sono opere meno note al grande pubblico, anche qui qualche scatto milanese e quindi Istanbul, Shanghai, l’America del Nord, San Francisco, ma anche il Brasile, Rio de Janeiro, a mio parere uno dei suoi lavori più affascinanti degli ultimi anni.
Basilico ha utilizzato il colore in maniera profonda, studiata in stretto rapporto con la storia dell’arte e con la pittura di veduta, una delle sue grandi passioni. Ha così dato vita a un linguaggio intenso, frutto di continue immersioni nel suo circostante reale, culturale, iconografico, operate con la solita intelligente curiosità di un uomo che non ha mai perso la voglia di conoscere.

Angela Madesani

Milano // fino al 31 gennaio 2016
Gabriele Basilico – Ascolto il tuo cuore città
a cura di Walter Guadagnini e Giovanna Calvenzi
UNICREDIT PAVILION
Piazza Gae Aulenti 10
[email protected]
www.unicreditpavilion.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/49676/gabriele-basilico-ascolto-il-tuo-cuore-citta/

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Angela Madesani

Angela Madesani

Storica dell’arte e curatrice indipendente, è autrice, fra le altre cose, del volume “Le icone fluttuanti. Storia del cinema d’artista e della videoarte in Italia”, di “Storia della fotografia” per i tipi di Bruno Mondadori e di “Le intelligenze dell’arte”…

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