600 scatti del grande Steve McCurry entrano nelle scuole italiane per un progetto didattico

Voluto dalla Besharat Arts Foundation il progetto L’arte a scuola – The Faces of innocence punta a trasmettere agli studenti il valore della diversità e dell’empatia attraverso la fotografia. Partito da Reggio Emilia, sbarcherà anche negli istituti di altre regioni italiane.

La fotografia come base di partenza per suggerire riflessioni, confrontarsi e creare attività didattiche nuove: è l’obiettivo di L’arte a scuola – The Faces of innocence, il progetto avviato lo scorso settembre in 20 scuole elementari e medie di Reggio Emilia e provincia. Grazie alla Besharat Arts Foundation (voluta dal mecenate di origini iraniane Massoud Besharat, che vive tra Atlanta e Barbizonne in Francia), sono stati disposti nei corridoi e nelle aule delle scuole 600 scatti del fotografo Steve McCurry (1950 Pennsylvania), Stati Uniti, tra i più noti della scena contemporanea internazionale. L’intento è quello di stimolare negli studenti empatia e curiosità per mezzo delle opere esposte, che ritraggono persone di tutto il mondo talvolta inserite in scenari difficili, come nel caso dell’ormai popolare e iconica ragazza afgana immortalata in un campo profughi di Peshawar, definita una moderna Gioconda diventando così l’immagine più conosciuta del fotografo americano. Negli ultimi anni sono state numerose le mostre di McCurry in Italia, non di rado presentate secondo un taglio tematico, come nel caso del cibo a Forlì e della lettura a Brescia.

Istituto comprensivo Gandoldi di Campagnola, Reggio Emilia

Istituto comprensivo Gandoldi di Campagnola, Reggio Emilia

L’ARTE A SCUOLA: PORTARE STEVE MCCURRY A REGGIO EMILIA

A portare nella provincia emiliana – in cui, ricordiamo, da anni si svolge il Festival della Fotografia Europea – l’attività della Besharat Arts Foundation è stata Donatella Violi, pittrice e organizzatrice di mostre. Entrata in contatto con l’organizzazione di Massoud Besharat, ha deciso di mettersi al lavoro per riuscire ad importare in Italia un progetto didattico già sperimentato con successo nelle scuole di Francia e Stati Uniti, “per cercare di sviluppare compassione ed empatia, in particolare nei giovani, i futuri guardiani della Terra e della vita su di essa: compassione come partecipazione alle sofferenze altrui”, ha spiegato Donatella Violi, “empatia come capacità di mettersi nei panni dell’altro per alleviarne le sofferenze, perché una società armoniosa, equilibrata e fiorente, deve essere fondata sulle somiglianze che ci uniscono, piuttosto che sulle differenze che ci dividono”. Un messaggio che diventa ancora più pregno di significato in questo frangente storico, in cui né i rapporti sociali, né il contatto umano e la didattica in presenza sono garantiti con continuità.

Psicologia Pediatrica all'Arcispedale Santa Maria Nuova, Reggio Emilia

Psicologia Pediatrica all’Arcispedale Santa Maria Nuova, Reggio Emilia

L’EMPATIA ATTRAVERSO GLI SCATTI DI STEVE MCCURRY

The Faces of innocence è una mostra fotografica di grande qualità, che ha portato all’interno delle nostre scuole una riflessione importante attraverso il lavoro straordinario di Steve McCurry, uno tra i più celebri fotografi a livello internazionale”, commenta Ilenia Malavasi, vicepresidente della Provincia di Reggio Emilia con delega alla Scuola, a nome di tutte le amministrazioni coinvolte. “Il progetto ha coinvolto venti scuole in sei Comuni che toccano tutto il territorio provinciale e ci ha aiutato a riflettere e a vedere, attraverso le fotografie di tanti bambini, cittadini del mondo, con le loro diversità per caratteristiche geografiche, morfologiche, sociali, che proprio oltre i confini esistono realtà molto diverse, ma con uguali desideri, uguali aspirazioni e uguali diritti. Nessuno, infatti, può scegliere dove e da chi nascere, ma tutti vantiamo un medesimo diritto alla vita e alla possibilità di crescere e di costruirci un futuro migliore. Le scuole hanno accolto con entusiasmo questa proposta, costruendo progetti didattici per i propri studenti, per arricchire il loro percorso educativo e formativo di crescita con un progetto che porta a riflettere sul dono della vita e sui diritti dei bambini, da quello del gioco a quello dell’educazione, e che trova declinazioni differenti in base al proprio contesto di vita, anche geografico”. Dopo l’esperienza di Reggio Emilia, il progetto si muoverà poi nelle scuole di altre città, tra cui e Sassari in Sardegna, Gabicce nelle Marche e la Puglia, grazie a diverse collaborazioni tra il settore pubblico e privato.

-Giulia Ronchi

https://besharatfoundation.org/

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

Scopri di più