Un aprile crudele. La pittura di Caterina Silva in mostra a Roma

Alla galleria Valentina Bonomo di Roma, il nuovo progetto di Caterina Silva, intitolato “Il più crudele dei mesi”, invita a riflettere sul potere della rinascita attraverso la pittura

La nuova mostra di Caterina Silva (Roma, 1983) da Valentina Bonomo, seconda in galleria dopo quella del 2016 (Münster, più esattamente), è una nuova riflessione che trasforma lo spazio della pittura in pensiero aperto al corpo, alla materia, al gesto che si congela (e si scongela) sulla superficie. Partendo dall’immagine primaverile che apre la prima sezione dell’impareggiabile The West Land (“April is the cruellest month, breeding / Lilacs out of the dead land, mixing / Memory and desire, stirring / Dull roots with spring rain”), il poema scritto da T.S. Eliot nel 1922 e il cui titolo è stato elegantemente tradotto da Giorgio Caproni con il dantesco La terra guasta, Silva ci porta oggi, con Il più̀ crudele dei mesi, tra morfemi e cromemi squillanti che recuperano elementi naturali per creare taglienti rapporti con una geometria mentale dove la veemenza della linea curva porta al materializzarsi di una potenza attraverso la passione (il typos, la traccia).

Caterina Silva, Il più crudele dei mesi, 2022, installation view at Galleria Valentina Bonomo, Roma. Photo Andrea Veneri

Caterina Silva, Il più crudele dei mesi, 2022, installation view at Galleria Valentina Bonomo, Roma. Photo Andrea Veneri

LA PITTURA SECONDO CATERINA SILVA

Luminose e liminali, intricate e tormentate, croccanti e a tratti cremose, vivacemente legate a dinamiche che mirano a erodere l’erotico e il retorico – potente, in mostra, Fidelity (2021), opera su cui campeggia la parola che le fa da titolo –,  le tele che disegnano questo nuovo schema espositivo di Caterina Silva (la mostra è presentata da Anna Cestelli Guidi) sono sospensioni, separazioni, epifanie, arie e atmosfere silvane che avvolgono lo spettatore per trasportarlo in un luogo altro che è al di fuori di ogni luogo, e con un effetto di ritorno che permette di percepire le assenze leggere, le campiture da scrivere, le zone eburnee e incontaminate della tela dove risuona lucido il pensiero intimo, nevralgico.

Caterina Silva, Il più crudele dei mesi, 2022, installation view at Galleria Valentina Bonomo, Roma. Photo Andrea Veneri

Caterina Silva, Il più crudele dei mesi, 2022, installation view at Galleria Valentina Bonomo, Roma. Photo Andrea Veneri

LA MOSTRA DI CATERINA SILVA A ROMA

In questo prezioso giardino (non dimentichiamo, con Foucault, che il giardino è uno spazio “in cui il mondo intero” realizza “la sua perfezione simbolica”), in questo reticolo che incrocia punti e che intreccia la matassa calda del tempo, accanto a una serie di importanti tele come Quello che ha detto il tuono (2021), Windless towards summer (2021), Your shadow at morning (2021) e Drip drop drip drop (2021), ci sono due lavori di piccolo formato – In a cold blast (2021) e OOOO (2021), rispettivamente 43×34,5 cm e 33,5×42 cm – legati a un ciclo realizzato da Silva sulle Dolomiti tra settembre e dicembre 2021 e che sembrano aprire brecce verso nuovi orizzonti che succhiano lo sguardo, verso nuove prossime imminenti e forse future visioni su cui l’artista potrebbe virare – se guardiamo accuratamente due grandi tele in mostra, Himavant (2022) e Hug, hug, hug (2022), pare che lo stia già facendo – per lasciarci ancora una volta sorpresi, sospesi tra il desiderio della presenza e la forza dell’assenza, tra il fianco a fianco, tra il disperso, tra il ritrovato, tra un colore che cerca l’ultimo colore dietro un vuoto d’ombra o una bava (una lingua attenta, mai lasciata al caso) di luce.

Antonello Tolve

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Antonello Tolve

Antonello Tolve

Antonello Tolve (Melfi, 1977) è titolare di Pedagogia e Didattica dell’Arte all’Accademia Albertina di Torino. Ph.D in Metodi e metodologie della ricerca archeologica e storico artistica (Università di Salerno), è stato visiting professor in diverse università come la Mimar Sinan…

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