Al MAXXI L’Aquila due nuove mostre tra arte e scienza

Il MAXXI L’Aquila apre le porte a due mostre che trasformano il museo in un laboratorio di cultura contemporanea. L’offerta espositiva è arricchita da due progetti speciali: la pellicola fantascientifica di Cao Fei e l’installazione di Hidetoshi Nagasawa

In Itinere è il frutto della collaborazione con il Museo Nazionale d’Abruzzo, il Gran Sasso Science Institute e i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, a cura di Bartolomeo Pietromarchi e Fanny Borel. Il punto di vista è quello di un attraversamento spazio-temporale, dalla preistoria alle ricerche sulla materia oscura.
I video dei Masbedo invitano a una catabasi nel Forte Spagnolo, sede storica del Museo Nazionale d’Abruzzo. La tecnica di ripresa mossa esprime un tempo esperienziale interno, fiabesco prima che inquieto, restituendo una concitazione mirabolante che si ritrova anche in Bias, la rassegna di Claudia Pajewski. I suoi scatti immortalano i reperti del Mammut ritrovato nel 1954 vicino a L’Aquila. Animale da bestiario fantastico alla Borges, entrato nell’immaginario emotivo dei cittadini, si offre alla vista come vero e proprio palinsesto. Con sguardo antitetico lungo i binari del tempo, Armin Linke, in Gran Sasso, attua un tentativo di scardinamento dell’hortus conclusus degli specialisti, inoltrandosi nei centri sperimentali e ponendo le leggi fisiche sotto la lente d’ingrandimento dell’arte.

Alessandro Imbriaco, Sydney Metro City and SouthWest Crows Nest–Waterloo Section, 2020. Courtesy Ghella

Alessandro Imbriaco, Sydney Metro City and SouthWest Crows Nest–Waterloo Section, 2020. Courtesy Ghella

CINQUE FOTOGRAFI TRA TUNNEL E ARSENALI

Dalla tradizione della pittura di paesaggio all’innovazione della fotografia di cantiere. Di roccia, fuochi e avventure sotterranee, a cura di Alessandro Dandini de Sylva, è il frutto di una collaborazione tra Ghella, antica azienda italiana di infrastrutture, e cinque fotografi: Fabio Barile, Andrea Botto, Marina Caneve, Alessandro Imbriaco e Francesco Neri. Viaggiando tra tunnel e arsenali d’Europa, Oriente e Oceania, gli autori hanno generato un’epifania dell’immagine, valicando le aspettative.
Esposte al MAXXI di Roma e riallestite all’Aquila, le 120 fotografie, scattate tra il 2019 e il 2020, custodiscono poetiche differenti, ma conservano tutte un tratto post-minimalista. L’intento sembra quello di produrre una nuova episteme del visibile industriale. Che siano realizzate con tecnica analogica, digitale o banco ottico, l’effetto è quello di una sistemica destabilizzazione e riconfigurazione di spazi e oggetti. Emerge la volontà di catturare frazioni di secondo impossibili. Con una dialettica visiva che rievoca i building cut di Gordon Matta-Clark.

Francesca de Paolis

https://amzn.to/3ucvkjj

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Francesca de Paolis

Francesca de Paolis

Francesca de Paolis si è laureata in Filologia Moderna con indirizzo artistico all'Università La Sapienza di Roma, completando i propri studi con un Corso di Formazione Avanzata sulla Curatela Museale e l'Organizzazione di Eventi presso l'Istituto Europeo di Design di…

Scopri di più