A Roma artisti contemporanei si misurano con la carta coreana
“Carta Coreana” è un progetto espositivo sull’Hanji, importante supporto calligrafico e pittorico, che al Museo Carlo Bilotti di Roma si presenta in un itinerario storico-contemporaneo. Tra quotidianità e arte
Nell’imperante e frenetico consumismo stentiamo a immaginare qualcosa che richieda un laborioso processo di produzione, che sia concepito per durare nel tempo oltre la necessità del momento. Ed è così che, al Museo Carlo Bilotti-Aranciera di Villa Borghese, il progetto Carta Coreana sovverte tale assunto, presentando l’Hanji: una carta pregiata, tuttora rinomata per il restauro di libri antichi, ricavata dalla corteccia di gelso e lavorata in maniera tradizionale.
CARTA COREANA E DIDATTICA
A cura dell’Accademia di Belle Arti di Roma, in collaborazione con l’Istituto Culturale Coreano ‒ non nuovi all’organizzazione condivisa sul tema ‒, il percorso espositivo contempla una sezione didattica, con manufatti che raccontano la versatilità e le peculiarità della carta coreana nell’artigianato e nei costumi della penisola asiatica. In tal senso, pur con qualche pecca nell’allestimento di singole opere, la mostra viene valorizzata dalla presenza della carta coreana in pittura, scultura, fotografia e installazioni multimediali, delineando un excursus artistico-divulgativo, che pone l’attenzione anche sull’ecosostenibilità dei supporti cartacei.
LA MOSTRA AL MUSEO CARLO BILOTTI
L’inconsueto incontro tra un medium antico e l’arte contemporanea al Bilotti si traduce in una collettiva italo-coreana: cinquanta gli artisti convolti, che, per l’occasione, hanno partecipato alle attività di laboratorio dell’Accademia, l’unica realtà in Europa a produrre la carta coreana tradizionale, per confrontarsi personalmente anche con la sua manifattura. Un’esperienza pratico-creativa e di interscambio culturale che ha visto gli italiani usare l’Hanji prevalentemente come supporto, per lo più pittorico; al contrario dei coreani, che hanno mostrato un approccio più empirico, a tratti ludico, facendone una materia scultorea e rivendicando, così, il proprio patrimonio culturale.
ALCUNI DEGLI ARTISTI ITALIANI PRESENTI IN MOSTRA
Tra gli artisti italiani spicca il nome di Bruna Esposito con Lungimiranti (2021). A una visione d’insieme, come anticipato, si impone il ricorso pittorico, in una rivoluzionaria attualità così come enunciato da Alessandro Sarra e dalla massiva scelta del genere. Di particolare rilevanza i fotogrammi di Morte di una stella di Gianna Parisse e l’intuizione di Iginio De Luca, che con il trittico Tevere Expo espone su carta coreana la stampa dei suoi still video. È nella direzione del collage che si predispone la ricerca espressiva di Maria Pia Picozza; Luca Grechi, invece, indaga il processo di trasformazione della carta. Sanno farsi apprezzare anche il lavoro di Felice Levini, l’olio su carta di Marco Colazzo e la raffinata armonia di Rimembranze di Ortensie di Olivia Magnani, nipote dell’immensa Anna. Non estraneo all’ambito dell’Accademia, dove insegna Tecnologie della Carta, Riccardo Ajossa è avvezzo anche artisticamente all’Hanji: Gradazioni di sambuco di fine estate fa parte di un’interessante serie pittorica, totalmente ecosostenibile poiché impiega colori naturali, estratti dalle piante.
‒ Rossella Della Vecchia
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