4 nuove mostre alla Galleria Continua di San Gimignano

Galleria Continua ha inaugurato la ripartenza con un poker di mostre. Due personali e due collettive; molti gli artisti internazionali. Ecco le mini recensioni.

Galleria Continua ‒ oltre a ospitare dal settembre scorso lo street artist JR ‒ ha inaugurato l’apertura di quattro nuove mostre. Offrendo riflessioni attualissime e universali sulla memoria, sulla materia e sull’importanza del presente.

Marlene L. Müller

VIAJE ‒ OSVALDO GONZÁLEZ

Osvaldo González. Viaje. Exhibition view at Galleria Continua, San Gimignano 2021. Courtesy the artist & Galleria Continua. Photo Ela Bialkowska, OKNO Studio

Osvaldo González. Viaje. Exhibition view at Galleria Continua, San Gimignano 2021. Courtesy the artist & Galleria Continua. Photo Ela Bialkowska, OKNO Studio

Per la prima volta in Italia, Galleria Continua presenta la personale dell’artista cubano Osvaldo González (Camagüey, 1982). Nelle installazioni in mostra, realizzate in toto con scotch da pacchi, l’artista restituisce spazi interni e domestici sottolineandone la profondità attraverso giochi di luce e ombre squadrate e geometriche. I forti scorci e le rigide linee prospettiche con le quali ritrae gli interni sembrano inghiottire l’osservatore all’interno dell’immagine. L’assenza di figure umane negli spazi che crea González porta lo spettatore ad abitare in solitudine gli ambienti. Questo è il viaggio che ci fa compiere l’artista, un percorso introspettivo e intimo.
Viaje, oltre a essere il titolo della mostra, dà nome all’intervento site specific che domina l’interno della sala espositiva. Una vertiginosa struttura architettonica dove il perimetro delle pareti si richiude su se stesso, suggerendo un accennato effetto labirintico. Si ha la sensazione di venire risucchiati, immersi in un caldo e quiete mondo isolato. Nonostante questi spazi sembrino luoghi inanimati e disabitati, grazie al gioco di toni e contrasti le immagini acquisiscono straordinaria vitalità, evocando presenze passate, spazi ‒ forse un tempo ‒ vissuti.

ATTO UNICO / SINGLE ACT ‒ GIOVANNI OZZOLA

Giovanni Ozzola. Atto Unico - Single Act. Exhibition view at Galleria Continua, San Gimignano 2021. Courtesy the artist & Galleria Continua. Photo Ela Bialkowska, OKNO Studio

Giovanni Ozzola. Atto Unico – Single Act. Exhibition view at Galleria Continua, San Gimignano 2021. Courtesy the artist & Galleria Continua. Photo Ela Bialkowska, OKNO Studio

Atto unico di Giovanni Ozzola (Firenze, 1982) è il progetto creato ad hoc per gli spazi della torre medievale di Galleria Continua. In gran parte del percorso espositivo l’artista interviene creando veri e propri ambienti attraverso la stampa su cemento, praticando una sintesi tra le varie discipline artistiche; dalla fotografia alla scultura all’installazione.
All’ingresso Contando estrellas evoca la cappella giottesca, riproducendo fedelmente una fotografia di un cielo stellato, sul soffitto, risalente al periodo del lockdown. Dall’estensione di un buio cielo stellato delle volte d’ingresso, alla ricostruzione di un bunker nella prima sala. Circondati da pareti graffitate alternate a squarci che si aprono sul mare. Due immagini e due ambienti diversi che si incontrano, ma anche “due mondi che si completano a vicenda”. Questo discorso è applicabile anche al dittico fotografico dal titolo , che mette in dialogo il maschile e il femminile, trovando l’intersezione tra questi due apparenti opposti, ad esempio nei pronomi di genere cinesi. Nonostante possa sembrare che l’artista ragioni per binomi ‒ aperture e chiusure, giorno e notte, maschile e femminile ‒, il risultato di questo tipo di riflessioni risiede nell’Atto unico. Concepire più aspetti come parte di un unico elemento rende percepibile la sfumatura e l’armonia del contrasto. Nell’ultima sala l’artista dispone un gruppo di campane recuperate da navi, ponendo direttamente al centro l’uomo nella riflessione che compie. La campana come mezzo per segnalare la presenza individuale.
Non c’è giorno senza notte, non c’è nero senza bianco, non c’è libertà senza costrizione, ma tutto ciò fa parte di un grande ‘atto unico’.

EYES IN THE SKY

Eyes in the Sky. Exhibition view at Galleria Continua, San Gimignano 2021. Courtesy the artists & Galleria Continua. Photo by Ela Bialkowska, OKNO Studio

Eyes in the Sky. Exhibition view at Galleria Continua, San Gimignano 2021. Courtesy the artists & Galleria Continua. Photo by Ela Bialkowska, OKNO Studio

La mostra è un progetto curatoriale di Luigi Fassi e Alberto Salvadori e coinvolge molti artisti internazionali tra i quali Leila Alaoui, Kader Attia, Alejandro Campins, Jonathas De Andrade, Aziz Hazara, Jorge Macchi, Ahmed Mater, Susana Pilar, José Antonio Suárez Londoño e Nari Ward.
A partire da una riflessione condivisa sul testo All That is Solid Melts Into Air ‒ The Experience of Modernity di Marshall Berman, gli artisti avviano un dialogo tra vite, passati e presenti, mettendo in discussione i futuri, attraverso il concetto di memoria. Berman ribadisce come l’uomo moderno, vivendo in modo espansivo e aperto a tutto, si trasformi in soggetto e figura attiva all’interno della società. Oggi, vivendo spesso da vittime dell’era mediatica, risulta ancor più necessario confrontarsi con la realtà e le verità dei fatti, preservando la volontà di coltivare una memoria, collettiva e individuale.
Per quanto possa sembrare ironico, gli artisti ‘volgono gli occhi al cielo’ per rimanere radicati alla concretezza delle cose, alla realtà e alla storia che viviamo. Come se guardare l’indefinito e l’immisurabile potesse essere di stimolo al rimanere con i piedi per terra, legati alla concretezza degli eventi.
Raccontare diventa determinante; parlare di fatti reali, veri e umani diventa una scelta, è ciò che ‒ come spiega Berman ‒ ci rende soggetti, oltre che oggetti, del mondo moderno. Così le sale espositive diventano racconti di mondo, di storie e pensieri che si impongono con forza attraverso fotografie e video, sculture e installazioni. Dalle immagini di Leila Aloui e Susana Pilar, che parlano di dolore, violenza ma anche riscatto e speranza, a quelle di Jonathas De Andrade che raccontano il potenziale della condivisione collettiva. Questa mostra è un foltissimo focus, necessario e consapevole, sulla complessità di ciò che ci circonda e soprattutto un’efficace applicazione del concetto di memoria; “occhi aperti verso il cielo per costruire una storia senza subirla”.

LA MATIÈRE VIVANTE ‒ DONNA KUKAMA E NANDIPHA MNTAMBO

La Matière vivante. Exhibition view at Galleria Continua, San Gimignano 2021. Courtesy the artists & Galleria Continua. Photo by Ela Bialkowska, OKNO STUDIO

La Matière vivante. Exhibition view at Galleria Continua, San Gimignano 2021. Courtesy the artists & Galleria Continua. Photo by Ela Bialkowska, OKNO STUDIO

La mostra, a cura di Simon Njami, propone una ricerca condivisa “di una universalità che trascende la geografia e la cultura”.  Tra materia, presenza e memoria; questo è il nucleo della riflessione che coinvolge le due artiste Donna Kukama (Mafikeng, 1981) e Nandipha Mntambo (Mbabane, 1982).
Kukama sviluppa una scrittura inventata, incomprensibile per tutti o quasi. Il segno si materializza anche nei volumi in acciaio. Mntambo crea delle sculture, delle forme, dove è riconoscibile l’impronta di un corpo femminile. L’artista la ritroviamo anche nel video della performance, nella veste di una matador senza il suo toro. Nella rabbia e nell’aria sfidante di Mntambo emergono anche aspetti politici che inevitabilmente una donna ‒ancor di più se nera ‒ è portata a considerare, dal momento in cui compie una riflessione così ampia. Le due artiste riscrivono un racconto universale, rompendo i codici ordinari, ristabilendo la necessità collettiva di ripartire dal concreto, dalla materia.

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