Ai Weiwei riproduce con i mattoncini Lego le Ninfee di Monet. In mostra a Londra

In occasione della personale attesa al Design Museum di Londra, l’artista cinese realizza la più grande opera mai ideata con i mattoncini colorati da quando iniziò a utilizzare il mezzo, nel 2014. Ma nella riproduzione del pannello, lungo 15 metri, c’è un intruso: una porta aperta sull’oscurità

Non è un mistero l’affinità di Ai Weiwei con i mattoncini Lego. L’artista e attivista cinese, che si è recentemente reso protagonista con l’iniziativa online Middle Finger, è prossimo a inaugurare la sua prima mostra (Ai Weiwei: Making Sense, dal 7 aprile 2023) al Design Museum di Londra, dove una serie di installazioni site specific e sculture racconteranno la sua pratica artistica considerando le implicazioni con il design. Per l’occasione, Weiwei raccoglierà in un unico spazio (l’installazione Untitled Lego Incident) tutti i mattoncini che gli sono stati donati quando nel 2015 Lego lo boicottò, negandogli la fornitura per realizzare una serie di ritratti da esporre National Gallery of Victoria di Melbourne: allora, l’azienda agì prendendo le distanze dall’artista, reo di aver presentato un’installazione composta da 176 volti di prigionieri ed esiliati politici di tutto il mondo, realizzati proprio con i mattoncini colorati (era il 2014, e per la prima volta Weiwei applicava alla pratica artistica il principio delle costruzioni Lego).

Ai Weiwei, Illumination, 2019, LEGO bricks, Courtesy of the artist, Photo Courtesy of the artist and Lisson Gallery © 2022 Ai Weiwei

Ai Weiwei, Illumination, 2019, LEGO bricks, Courtesy of the artist, Photo Courtesy of the artist and Lisson Gallery © 2022 Ai Weiwei

LE NINFEE DI MONET CON I LEGO. L’OPERA DI AI WEIWEI

Ma in mostra, al Design Museum, Weiwei presenterà anche la sua più grande opera in Lego da quando ha iniziato a utilizzare i mattoncini in plastica come mezzo artistico ed espressivo: 650mila mattoncini in 22 colori a comporre un pannello lungo 15 metri, che riproduce le Ninfee di Claude Monet. L’opera originale, realizzata dal maestro impressionista tra il 1914 e il 1926 è un trittico, oggi esposto al MoMa di New York. Weiwei si è concentrato su un solo pannello, intitolando la derivazione Water Lilies #1; l’obiettivo è quello di sfidare gli ideali di bellezza e naturalismo espressi dal lavoro di Monet, sostituendo le pennellate a olio “con il linguaggio spersonalizzato di colori e pezzi industriali”, ha spiegato il curatore della mostra Justin McGuirk. L’utilizzo dei mattoncini (associati visivamente ai pixel) per “scomporre” e ricomporre un’opera emblematica della storia dell’arte del Novecento invita anche a riflettere sulla centralità assunta dalle tecnologie digitali nel presente. Il risultato non è l’esatta replica dell’originale, ma una personalizzazione filtrata dalla sensibilità di Weiwei, che ha intensificato i colori dell’opera e introdotto una sorta di portale aperto sull’oscurità sul lato destro del pannello, interrompendo l’idillio immaginato da Monet. L’intrusione rappresenta la porta del bunker nello Xinjiang dove Weiwei e suo padre, il poeta Ai Qing, vissero in esilio forzato negli Anni ’60. “Senza un linguaggio personale, la narrazione artistica perde la sua qualità” ha spiegato l’artista “In Water Lilies #1, integro la pittura impressionista di Monet, che ricorda lo Zenismo orientale, e le esperienze vissute da me e mio padre, in un linguaggio digitalizzato e pixelato”.

Ai Weiwei, San Giorgio e il Drago

Ai Weiwei, San Giorgio e il Drago

AI WEIWEI E I LEGO. I PRECEDENTI

Ad affascinare Weiwei rispetto all’utilizzo dei mattoncini Lego è infatti la possibilità di decostruire la realtà, metafora di un linguaggio che nel presente deve adattarsi a evoluzioni repentine e divisive. Tra i precedenti più recenti, ricordiamo il San Giorgio e il drago di Vittore Carpaccio riprodotto con i Lego dall’artista per l’Abbazia di San Giorgio Maggiore a Venezia, e i due lavori in mattoncini colorati realizzati su incarico della Galleria Continua di San Gimignano, Venere addormentata (After Giorgione) e Know Thyself. Sempre nel 2022, con la stessa, tecnica, Weiwei ha realizzato per la galleria berlinese neugerriemschneider l’opera Untitled (After Mondrian). Mentre del 2019 è la trasposizione in Lego (Illumination) della fotografia che ritrae nel riflesso di uno specchio gli agenti politici cinesi che tesero un agguato all’artista nel 2011. Tra i numerosi lavori con i Lego, significativa è anche la serie Dropping a Han Dynasty Urn, datata 2016, provocatoria sequenza di fotografie in bianco e nero ricreate in mattoncini.

Livia Montagnoli

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