La mostra Hostia. Pier Paolo Pasolini alle Terme di Diocleziano a Roma – che omaggia il regista, poeta, artista, uomo, cantore di un tempo di transizione al quale la raffinatezza del suo genio non ha potuto sopravvivere ‒ prende forma in concomitanza con le celebrazioni relative alla sua nascita (1922), ma la sua genesi affonda negli anni passati, almeno dal 2014 come ci conferma la viva voce di Nicola Verlato (Verona, 1965). Il progetto si compone di diverse sfaccettature: scultura, musica e un intero progetto architettonico e sociale ideato e per ora sognato dall’artista.
La mostra è curata da Lorenzo Canova e organizzata dall’associazione MetaMorfosi e dal Museo Nazionale Romano ‒ Terme di Diocleziano, la cui partecipazione ha il volto e le parole entusiaste del direttore Stéphane Verger.

LA MOSTRA DI VERLATO SU PASOLINI A ROMA
L’esposizione prende le mosse da una tela di grande formato collocata drammaticamente, come le altre che le fanno eco, sulle pareti delle Aule delle Terme di Diocleziano, quasi in forma di pala d’altare, nella quale con voluttuosità caravaggesca prende vita una ricostruzione a ritroso della vita di Pasolini. Quasi un’allegoria.
A farle da contrappunto sono opere che, in forma onirica eppure fortemente carnale, parenti in qualche modo della ricostruzione simbolica e insieme tangibile del mondo cara a Pasolini, fotografano ipotetiche ricostruzioni della morte dell’artista, in una escalation di inquadrature cinematografiche. Le sensazioni richiamate sono rappresentate dalla pittura carnosa e pulita di Verlato, il cui stile pittorico, che si rifà senza dissimulazioni ai grandi maestri, trova in questo periodo desideroso di concretezza e realtà una nuova energia, in attesa, dice Verlato, di un nuovo Rinascimento coadiuvato da tecnologia e nuovi ruoli creativi.
Al fianco delle grandi tele alcuni ritratti, busti, un fregio quasi leonardesco lungo oltre undici metri e una scultura che ritrae Pasolini sospeso nell’atto insieme della caduta e dell’ascesa del suo corpo.
IL PROGETTO ARCHITETTONICO DI VERLATO
Ma l’idea di Nicola Verlato non si esaurisce con l’allestimento della mostra e disegna la realizzazione di un possibile mausoleo a Pasolini dedicato e collocato all’idroscalo di Ostia proprio sul luogo dell’omicidio, assieme ad un sistema comprendente anche teatro, cinema e museo. “Mi immagino” dice Verlato “che in questo spazio riqualificato si svolga una volta all’anno un grande festival dedicato a Pasolini”. Tutto questo rappresenta la ulteriore fase di un lungo processo partito nel 2015 con un murale a Torpignattara e sfociato in un altro muro proprio a Ostia passando per una recente mostra al Mart di Rovereto.
Difficile dire se mai si potrà realizzare questo ambizioso progetto urbanistico (l’area, peraltro, è protetta e affidata alla Lipu che la tutela come luogo di nidificazione e studio per alcune specie di uccelli), certo è che quasi tutti gli elementi sono pronti e sono visibili in mostra dentro gli ambienti alti 20 metri delle Terme di Diocleziano: le lunette del mausoleo, le statue del museo, il fregio da 10 metri di diametro. Indipendentemente dall’esito finale, un modo coinvolgente di ordinare una mostra, capace di tenere insieme pittura, scultura, tecnologia, nft, musica, urbanistica, architettura. Giocandosi anche un rapporto con l’archeologia.
– Ofelia Sisca
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