Tre mesi di danza, performance, teatro a Milano. Torna il Festival FOG

Il festival FOG Triennale Milano Performing Arts compie cinque anni e prende il via il 22 febbraio 2022 con un programma denso di iniziative, al confine tra i linguaggi performativi

Interrogarsi sul presente, farsi spazio in una società confusa, il sentimento di continua instabilità, la necessità di trovare, o difendere, il proprio posto, essere coerenti con la propria identità, fare fronte al periodo di grande difficoltà che stiamo vivendo come cittadini: sono sentimenti ai quali abbiamo fatto l’abitudine, riflessi di un momento storico che sta mettendo a dura prova la stabilità e la positività delle persone. Prendersi il tempo di ascoltare e ambientarsi in questo scenario così particolare è necessario per guardare avanti in modo consapevole: è un grande bisogno presente anche nella quinta edizione di FOG Triennale Milano Performing Arts, il festival in arrivo il prossimo 22 febbraio che per tre mesi porterà in città una proposta artistica multidisciplinare, di alta qualità e decisamente attenta al presente. Con quasi novanta repliche complessive, il festival intende proporre sguardi diversi sulla contemporaneità ma anche momenti di socialità e condivisione “leggera”, ora più preziosi che mai.
In questo tempo incerto”, ha dichiarato Umberto Angelini, direttore artistico di Triennale Milano Teatro, “FOG intende rappresentare un laboratorio, un autentico organismo mutante in grado di far coesistere tensioni e sensibilità artistiche differenti, accomunate da uno sguardo radicale e radicato nella contemporaneità”.
Quest’anno il festival compie cinque anni e torna in scena, con grande attesa, in pompa magna, con artisti provenienti da Stati Uniti, Argentina, Francia, Svizzera, Germania, Mali, Giappone, Regno Unito, Iran, Cipro, Spagna, Austria e Italia, confermando la sua vocazione internazionale e pluridisciplinare. Le suggestioni che attraversano e guidano questa edizione indagano la relazione tra corpo e tecnologia, realtà e percezione, violenza e potere, identità e libertà, collasso dell’antropocene e narrazione multispecie, memoria e futuro: temi e riflessioni si alternano in un flusso discontinuo restituendo paesaggi in cui il corpo prende il centro della scena nel rapporto con il tempo, lo spazio, l’identità, la fragilità, la natura ‒ in stretto dialogo con i temi della 23esima Esposizione Internazionale di Triennale Milano, incentrata sui misteri e l’ignoto.

FOG 2022 - Cledat&Petitpierre - Les baigneurs

FOG 2022 – Cledat&Petitpierre – Les baigneurs

IL PROGRAMMA DI FOG 2022 A MILANO

Spaziando fra danza, teatro, musica e progetti ibridi, nei prossimi mesi ci saranno sia grandi ritorni che prime volte: fra i nomi in programma Romeo Castellucci, già Grand Invité di Triennale Milano per il triennio 2021-2024, con l’opera video Milano, realizzata in collaborazione con Yuri Ancarani, che racconta la performance avvenuta lo scorso novembre per le vie del centro, una danza macabra di scheletri che “non hanno niente da dire e che non dicono niente”; rivedremo poi il Leone d’Oro Alessandro Sciarroni con un lavoro realizzato insieme a CollettivO CineticO, e gli altri artisti associati di Triennale Milano Teatro, Michele di Stefano, Deflorian/Tagliarini e Annamaria Ajmone, quest’ultima in scena con una nuova produzione che porta avanti la sua riflessione sul rapporto fra mondo animale e umano e che si interroga sul superamento dell’antropocentrismo. Una riflessione sull’impossibilità di rappresentazione della morte è il Dying on Stage del cipriota Christodoulos Panayiotou, uno fra i protagonisti più amati dell’arte contemporanea internazionale, che proporrà una performance di cinque ore, ispirata alla Bayadère di Nureyev; altri quattro artisti della danza italiana, Camilla Monga, Chiara Bersani, Philippe Kratz e Virna Toppi, proporranno invece altrettante interpretazioni della morte del cigno, ciascuna con un linguaggio del corpo diverso. Fra i grandi ritorni c’è quello dell’étoile francese Boris Charmatz, che abbiamo incontrato lo scorso settembre con uno spettacolo straordinario, diffuso in tutti gli spazi di Triennale e realizzato in collaborazione con la Fondation Cartier, questa volta con la prima nazionale di Somnole, un lavoro incentrato sull’esplorazione del confine sonno/veglia e sul suo potenziale creativo. Fra i progetti che giocano sulla sperimentazione di più linguaggi rientrano, fra gli altri, i lavori di Silvia Costa, Clèdat e Petitpierre e Trickster-p, oltre all’attesissima Laurie Anderson che con il suo To the Moon propone un’avventura immersiva fra crateri e vette lunari. Altra grande protagonista del festival è la musica: continua il sodalizio con Radio Raheem, resident radio di Triennale e partner storico di Triennale Milano Teatro, che proporrà due serate all’interno del festival, oltre agli altri concerti in programma fra cui i Casino Royale, gruppo cult della scena indie italiana di inizio 2000, un happening di improvvisazione musicale ideato e diretto da Vittorio Cosma e il live della dj Flora Yin Wong, artista sperimentale londinese.

FOG 2022 - Annamaria Ajmone, La notte è il mio giorno preferito, photo Andrea Macchia

FOG 2022 – Annamaria Ajmone, La notte è il mio giorno preferito, photo Andrea Macchia

SPAZI E INTENTI DI FOG 2022

Anche quest’anno FOG si ramifica nella città coinvolgendo, oltre alla “casa madre” Triennale Milano, spazi come il Teatro Out Off, Fondazione Il Lazzaretto, Parco Sempione e Spazio SERRA, portando avanti l’intento di una fruizione massiva del festival, più volte sottolineato in conferenza stampa dalla presidente di Triennale Milano Teatro, Paola Dubini: “FOG parla a un pubblico giovane, ma anche internazionale e anche a chi è semplicemente curioso, stimolando il dialogo e il confronto attraverso la commistione di tanti linguaggi. È inoltre una nostra grande premura che il festival sia veramente accessibile, punto a cui tutta la squadra di lavoro riserva grande attenzione”.
L’inizio è vicino: segnare in agenda l’apertura del 22 febbraio con il maestro indiscusso del teatro argentino, Daniel Veronese, che, con Brevi interviste con uomini schifosi di David Foster Wallace, propone una performance comica e contemporaneamente inquietante che rivela fragilità, desideri di possesso, violenza e cinismo insiti nei rapporti affettivi.

Giada Vailati

https://triennale.org/fog-22

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Giada Vailati

Giada Vailati

Classe 1994, studia danza dall’età di nove anni, terminati gli studi classici frequenta l’accademia Dancehaus di Susanna Beltrami, diplomandosi in danza contemporanea e teatro. Nel 2018 viene selezionata per un master in danza contemporanea e somatic approach presso La Biennale…

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