Il festival FOG Triennale Milano Performing Arts ha riaperto i battenti

Interrotto dalla pandemia, il festival di arti performative nella cornice della Triennale di Milano ha ripreso la sua programmazione. Riflettendo sui grandi temi dell’attualità.

Triennale, anche grazie al festival FOG, vuole essere tra i promotori della ripartenza culturale di Milano e di tutta l’Italia”: con queste parole Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano, annuncia il ritorno di FOG Triennale Milano Performing Arts, il tanto atteso festival di Triennale Milano che, fino al 21 luglio, mette in scena negli spazi del Palazzo dell’Arte trentatré artisti del teatro, della danza e della musica provenienti da tutto il mondo e fra i più interessanti e attenti alla contemporaneità.
Questa quarta edizione, che arriva dopo i mesi di chiusura dovuti alla pandemia, vuole essere ancora più di prima un’occasione per rafforzare il rapporto con il pubblico e con la città e quello con gli artisti e con i lavoratori dello spettacolo forzatamente interrotto: da notare infatti la scelta di preservare in buona parte la programmazione che sarebbe dovuta andare in scena lo scorso anno, senza però escludere l’integrazione di tante novità. In un periodo storico delicato e instabile come quello che stiamo vivendo il teatro dovrebbe essere, ancor più che in tempi normali, uno spazio in cui condividere pensieri e inquietudini, dove interrogarsi e approfondire le tematiche che scuotono oggi la società: i mesi di isolamento forzato hanno acuito il bisogno più umano di tutti, quello di riunirsi e ritrovarsi nell’altro, di condividere, dialogare e pensare insieme alle cose delle vita.

Deflorian/Tagliarini, Chi ha ucciso mio padre © Andrea Pizzalis

Deflorian/Tagliarini, Chi ha ucciso mio padre © Andrea Pizzalis

I TEMI DI FOG

Nella scelta dei macro-temi del festival FOG emerge questa attenzione al presente: il potere e i suoi meccanismi è uno di questi, sviscerato in vari lavori fra cui Il Terzo Reich di Romeo Castellucci ‒ già Grand Invité di Triennale per il quadriennio 2021-2024, Chi ha ucciso mio padre di Deflorian/Tagliarini e la nuova produzione del duo Panzetti/Ticconi, ARA! ARA!, seconda parte del dittico iniziato con AeReA lo scorso 2019. Altra grande tematica è il rapporto uomo-natura, indagine che Triennale porta avanti da molto tempo e che in FOG verrà affrontata sotto diversi punti di vista negli spettacoli di Ontroerend Goed, pluripremiato collettivo belga, dell’affermatissima interprete della danza italiana Annamaria Ajmone, di Industria Indipendente e madalena revesa, entrambi protagonisti della scorsa edizione della Biennale Teatro di Venezia.
Passando ai temi legati nello specifico all’individuo, non mancano proposte che riflettano sull’uomo e sui suoi ecosistemi di riferimento, sull’identità dell’individuo e sulla costruzione della stessa in rapporto con la comunità: l’attrice e regista olandese Marleen Scholten, il duo londinese Igor x Moreno e l’atteso debutto del trio Luigi De Angelis, Michele di Stefano e Lorenzo Gleijeses sono alcuni degli artisti che proporranno letture del tema nei loro lavori. Il rapporto con la tradizione popolare e il suo recupero in una dimensione innervata di contemporaneità è forse l’argomento portante di questa quarta edizione, nonché al centro del dibattito culturale dei nostri giorni: fra gli artisti impegnati sulla tematica compaiono Alessandro Sciarroni, Trajal Harrell, Marco d’Agostin e l’esordiente collettivo MINE.

Raheem Sessions, 72 Hour Post Fight © Bruno Brizzi

Raheem Sessions, 72 Hour Post Fight © Bruno Brizzi

LA MUSICA IN TRIENNALE

Alla danza e alla performance si affianca con sempre maggiore forza anche la musica, alla quale è dedicato un vero e proprio palinsesto convergente curato in collaborazione con Radio Raheem, Resident Radio di Triennale Milano. Il programma delle Raheem Sessions prevede sei serate a ingresso libero di musica dal vivo e dj set e tre serate live, che vedranno protagonisti sul palco del Giardino di Triennale i più interessanti artisti emergenti della ricerca musicale italiana.
L’urgenza di avvicinare il più possibile il pubblico alle proposte e alle attività teatrali è da tempo evidente nel lavoro di Triennale Teatro Milano, ribadita anche in questa quarta edizione del festival in particolare attraverso EXTRA, il palinsesto di attività parallele che offre incontri diretti con gli artisti attraverso masterclass, talk e laboratori concomitanti alle proposte del programma serale.
Ripartire con il festival internazionale” – afferma Umberto Angelini, direttore artistico di Triennale Milano Teatro e chief curator per teatro, danza, performance, musica di Triennale Milano – “conferma la natura di Triennale Milano Teatro come spazio aperto alla ricerca e alla complessità del mondo”: le porte hanno riaperto l’11 maggio, felici di ritornare e di riprendere le vecchie abitudini perché, come ricorda il motto del festival, “l’abitudine è una cosa meravigliosa”.

Giada Vailati

https://triennale.org/fog-21

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Giada Vailati

Giada Vailati

Classe 1994, studia danza dall’età di nove anni, terminati gli studi classici frequenta l’accademia Dancehaus di Susanna Beltrami, diplomandosi in danza contemporanea e teatro. Nel 2018 viene selezionata per un master in danza contemporanea e somatic approach presso La Biennale…

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