Architetture di luce. Francesco Lo Savio a Rovereto

Il Mart di Rovereto fa da cornice a una grande retrospettiva su Francesco Lo Savio, talento fulmineo del secolo scorso. Con una serie di opere mai esposte prima.

Tra i più significativi nomi del panorama artistico italiano e internazionale, Francesco Lo Savio (1935-1963) realizza i suoi lavori in un lasso di tempo molto breve, che termina con la sua morte a soli ventotto anni. Una carriera folgorante, ricca di intuizioni che verranno accolte da artisti minimalisti e concettuali. Ne è un esempio l’omaggio di Richard Serra, il quale dedicherà a Lo Savio un’opera, dopo aver visto alcuni suoi bozzetti a Milano ed esserne stato fortemente ispirato.
Materiali d’archivio, schizzi, progetti e fotografie, opere ritrovate in alcune collezioni e qui esposte per la prima volta costituiscono l’inedito progetto dedicato dal Mart di Rovereto alla figura di Francesco Lo Savio. Non solo i progetti, ma l’intero pensiero creativo dell’artista si fonda sul rapporto con l’architettura, vero e proprio dispositivo teorico che lo guida nel ripensamento del ruolo dell’arte nella società contemporanea. Architettonica, ancor prima che minimalista, è anche la cifra distintiva delle sue opere, la maggior parte delle quali mai esposta durante la vita dell’autore.

Francesco Lo Savio, Dinamismo spaziale, 1960 61, Collezione privata

Francesco Lo Savio, Dinamismo spaziale, 1960 61, Collezione privata

LA MOSTRA

Attraverso una selezione di cinquanta lavori, la mostra ripercorre l’intera vicenda creativa di Lo Savio lasciando emergere le istanze principali che connotano la sua ricerca: lo studio dello spazio e la resa della luce. Ed è soprattutto nell’ultimo paio di anni di vita (1961/63) che l’autore mostra tutto il suo “umanesimo”, attraverso la creazione di installazioni e ambienti in cui luce/uomo/spazio raggiungono un dialogo totale. Diversamente dai coetanei americani, la cui ricerca si basa principalmente sulla sottrazione per raggiungere un’estetica minimalista, l’indagine di Lo Savio parte dalla complessità della configurazione del corpo umano. Questa ossessione si rileva nelle bellissime carte mai presentate prima, in cui l’autore studia un progetto editoriale abbinando forme architettoniche a forme umane, attraverso la raccolta di vecchie tavole anatomiche. Qui le articolazioni di ossa e ginocchia si coniugano con “snodi” architettonici, dando vita a nuove visioni dello spazio e del concetto medesimo di “scultura urbana”. Altro esempio sono le Tavole di architettura/corpo umano, una serie di disegni che affrontano la sofisticata ricerca nell’adeguare moduli architettonici a proporzioni anatomiche del corpo umano.

Francesco Lo Savio, Studio per Maison au soleil, 1962, Collezione privata

Francesco Lo Savio, Studio per Maison au soleil, 1962, Collezione privata

SPAZIO E LUCE

Così gli studi su spazio e luce conducono Lo Savio a disegnare il prototipo Maison au Soleil, un’opera visionaria, omaggio agli edifici di Le Corbusier. Il progetto è la sintesi di tutta la ricerca dell’autore, che qui unisce perfettamente scultura, architettura, spazio e luce. Si tratta dell’unico esempio abitativo realizzato da Lo Savio, in cui esplora relazioni dinamiche tra le curve orizzontali e verticali delle pareti e la rifrazione della luce, in grado di diffondersi a tutte le ore del giorno, grazie alla superficie e alla struttura circolare dell’edificio. Sembra che questa particolare forma fosse di fatto ispirata alle suggestioni tratte dal film di Michelangelo Antonioni L’Avventura, girato a Panarea, un omaggio alla luce e al paesaggio mediterranei.
Proseguendo su questi temi, la mostra propone altre importanti opere: dai Filtri, stratificazioni materiche da cui affiora in superficie una vibrante trama di immagini, ai dipinti della serie Spazio-Luce, ai rarissimi Metalli, composizioni con reti e luce. Questa inedita rilettura dell’intera opera di Francesco Lo Savio e del suo complesso universo visivo accoglie disegno, pittura, scultura, architettura, design e urbanismo, presentando una ricerca che ancora oggi colpisce per la sua profonda attualità.

– Claudia Zanfi

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Claudia Zanfi

Claudia Zanfi

Claudia Zanfi, promotrice culturale e appassionata di giardini, collabora con istituzioni pubbliche e private su progetti dedicati ad arte, società, paesaggio. Nel 2001 fonda il programma internazionale GREEN ISLAND per la valorizzazione dello spazio pubblico e delle nuove ecologie urbane.…

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