Quattro anni dalla morte di Roberto Daolio. Gli eredi donano al MAMbo la sua collezione

Oltre 100 opere e pezzi d’archivio che raccontano il percorso storico critico di Daolio, scomparso prematuramente a Bologna a soli 65 anni nel giugno del 2013.

Sono trascorsi quasi quattro anni dalla prematura scomparsa di Roberto Daolio, critico e curatore, personaggio chiave negli sviluppi dell’arte contemporanea italiana degli ultimi decenni. “Troppo presto e malvolentieri”,– scriveva l’amica di sempre Claudia Colasanti su Il Fatto Quotidiano – “dopo una lotta estenuante contro la malattia. L’autore meno egocentrico, l’uomo gentile e raramente irascibile, uno tra i più autorevoli talent scout che l’Italia degli ultimi decenni può vantare, viveva distante per scelta e per natura dalle ansie del potere”. Quattro anni sono molti, ma sono anche un tempo sufficiente per guardare con la giusta distanza e senza essere influenzati dalle emozioni del momento un percorso storico critico che ha avuto un ruolo fondamentale nell’arte contemporanea italiana. A Daolio, nato nel 1948 a Correggio e laureatosi a Bologna con Renato Barilli, si deve infatti la scoperta e la valorizzazione di molti artisti oggi protagonisti della scena quali Eva Marisaldi ad Alessandra Tesi, Diego Perrone, Stefania Galegati, Cuoghi e Corsello, tra gli altri. Ed ecco che il MAMbo, Museo d’Arte Moderna della città di Bologna, riapre il discorso sulla figura critica di Daolio. Il tutto parte dalla donazione degli eredi – il fratello Stefano e il compagno Antonio Pascarella – della sua collezione al Museo, oltre 100 pezzi tra opere e materiali di archivio. Un omaggio che non poteva che partire da Bologna, città dove Daolio visse e operò, anche se in un Museo attualmente con un futuro ancora incerto come il MAMbo, ancora alla ricerca di una linea e di una direzione artistica dopo la partenza di Gianfranco Maraniello verso il MART di Trento e Rovereto.

Roberto Daolio con Claudia Colasanti a Capri nel 2009

Roberto Daolio con Claudia Colasanti a Capri nel 2009

LA COLLEZIONE E I PROGETTI DEDICATI A DAOLIO

La collezione può essere letta come una sorta di “costellazione” – sostengono dal Museo e gli eredi – o come un racconto biografico, identificandosi in maniera fortissima con la storia del critico d’arte. Alcune opere sono donazioni degli artisti stessi, altre hanno un significato sentimentale, alcuni materiali raccontano la storia di un periodo storico di cui Daolio fu protagonista. Tra gli artisti presenti nel corpus della donazione, ancora in fase di catalogazione, figurano: Alessandra Andrini, Luciano Bartolini, Paolo Bertocchi, Bertozzi & Casoni, Anna Valeria Borsari, Annalisa Cattani, Maurizio Cattelan, Vanessa Chimera, Cuoghi Corsello, Patrizia Giambi, Marcello Jori, Piero Manai, Eva Marisaldi, Sabrina Mezzaqui, Chiara Pergola, Alessandro Pessoli, Andrea Renzini, Mili Romano, Alessandra Tesi.

INIZIATIVE E RISCOPERTE

È in fase di valutazione, inoltre, l’idea di creare un archivio online di tutti i testi e di altri materiali documentari legati alla attività del critico. Sono inoltre previsti altri progetti che saranno raccontati il 15 marzo alle 17 nell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti della città. L’incontro sarà infatti l’occasione per presentare il volume a testimonianza delle edizioni due e tre del Premio Plutôt la Vie… Plutôt la Ville, dedicato dalla famiglia a Daolio, realizzato insieme al network Little Constellation e all’Accademia stessa e destinato agli studenti. Il libro è stato realizzato da Maria Rita Bentini, Gino Gianuizzi e Mili Romano ed è edito da Fausto Lupetti col sostegno dell’Accademia di Belle Arti di Bologna.

www.mambo-bologna.org

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Redazione

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