Cosa fare e vedere in Valdelsa. Tra borghi medievali e arte contemporanea

La mostra di Mimmo Paladino all’UMoCA offre l’opportunità per scoprire una Valdelsa capace di tenere insieme una storia antica con la slancio verso l’arte contemporanea, che rilegge il territorio in continuità rispetto al passato

Idee per un weekend di cose da fare e da vedere in Valdelsa? Famosa per aver dato i natali, nel 1240, ad Arnolfo di Cambio, cui è dedicata la piazza principale della città, Colle Val d’Elsa ha saputo mettere a frutto l’abbondanza d’acqua del territorio per propiziare un’industria fiorente, nota fin dal Settecento per le sue cartiere, e dall’Ottocento centro di produzione di cristallo di fama internazionale. Ma la storia della cittadina, tra i centri di riferimento della Valdelsa (facilmente raggiungibile da Siena e Firenze), si lega anche alla stratificazione urbanistica che la connota come centro medievale ben conservato – non privo di “sorprese” come il settecentesco Teatro dei Varii, esperimento scenografico di Antonio Bibbiena all’interno di un antico ospedale –, ma anche luogo aperto al contemporaneo, capace di richiamare, grazie al progetto Arte all’Arte, numerosi artisti del panorama internazionale, per ridisegnare il volto dell’abitato in continuità con il passato.
In questo contesto inaugura il 1° aprile la mostra di Mimmo Paladino (Paduli, 1948) all’UMoCA, progetto ideato da Associazione Arte Continua e curato da Cai Guo-Qiang.
Fino a novembre 2023, gli spazi dell’Under Museum of Contemporary Art ospiteranno tre sculture realizzate da Paladino tra il 2015 e il 2022: un ritorno per l’artista campano, che nel 1998 realizzò nell’ambito di Arte all’Arte l’opera I dormienti (diventata installazione permanente) presso la Fonte delle Fate di Poggibonsi. E, venerdì 31 marzo, il Cinema Garibaldi di Poggibonsi ospiterà la proiezione del film di Paladino La divina cometa (2022). Visitare la mostra, nei prossimi mesi, sarà occasione per scoprire Colle Val d’Elsa e gli altri centri della valle, seguendo il fil rouge dell’arte contemporanea, ma anche ripercorrendo la storia del territorio. Ecco la nostra proposta di itinerario.

Livia Montagnoli

IL TOUR DELL’ARTE CONTEMPORANEA IN VALDELSA

Si deve all’Associazione Arte Continua l’impulso a consolidare un dialogo tra l’arte contemporanea e il patrimonio artistico, architettonico e paesistico toscano, che sul territorio della Valdelsa si è espresso attraverso il progetto decennale (1995-2005) di Arte nell’Arte. A Colle Val d’Elsa, nel 2004, Tadashi Kawamata lavora sulla Porta volterrana (o Porta Nuova), creando una nuova porta in legno, scheletro strutturale di quella antica, in collaborazione con gli artigiani del luogo. Nel 2002, Marisa Merz scelse invece un’antica cisterna, parte dell’acquedotto medievale, per realizzare la sua porta in rame; mentre agli anni precedenti datano gli interventi di Ilya Kabakov sotto il Bastione di Sapia – con la colonna in marmo interrata che sostiene un libro aperto (La voce che si indebolisce, 1998) – e i Concrete Blocks (1997) di Sol LeWitt a Palazzo Pretorio. Si segnala poi la Red Girl in terracotta e cristallo di Kiki Smith (presso l’ascensore che collega la parte bassa della città con il nucleo storico in alto), in dialogo con le omologhe Yellow e Blue “girls” di San Gimignano e Poggibonsi, per il progetto Color Still. Il nome dell’architetto francese Jean Nouvel si iscrive invece nel registro del contemporaneo di Colle Val D’Elsa a partire dal 2009, per la direzione dei lavori di riqualificazione di piazza Arnolfo: a lui si deve il nuovo volto della piazza, con il coinvolgimento di Lewis Baltz, Daniel Buren, Alessandra Tesi, Bertrand Lavier. Ma a Nouvel, con il paesaggista Gilles Clément, si deve anche la costruzione di un nuovo edificio presso l’Ex scalo merci, oggi sede della Fondazione Don Gnocchi. Mentre è Giovanni Michelucci a firmare lo Spazio Mars, sede del Banco Monte dei Paschi di Siena in città. Analogamente, il centro storico di San Gimignano ospita opere di arte pubblica propiziate da Arte nell’Arte e Affinità, coinvolgendo artisti quali Jannis Kounellis, Luciano Fabro, Giulio Paolini, Eliseo Mattiacci, Nunzio, Joseph Kosuth, Louise Bourgeois, Anish Kapoor (con la crisalide collocata nel torrione di Sant’Agostino). A Poggibonsi, Antony Gormley ha realizzato, a partire da calchi di cittadini poggibonsesi, sette statue in ghisa che hanno trovato posto in diverse aree della città, dalla fortezza medievale alla stazione ferroviaria.
Si incontrano poi I dormienti di Mimmo Paladino presso le antiche fonti medievali e il caravan di alabastro di Nari Ward, in prossimità del termovalorizzatore (Illuminated Sanctuary of Empty Sins, 2001). Nutrito, nella cittadina, è pure l’itinerario della street art, protagonista anche nei dintorni di Monteriggioni, con interventi, tra gli altri, di Clet Abraham, Colette Baraldi, BLUB, Benedetto Cristofani, Pierluigi Pagni e Jacopo Pischedda.

Anthony Gormley, Poggibonsi

Anthony Gormley, Poggibonsi

UMOCA, L’UNDER MUSEUM OF CONTEMPORARY ART

UMoCA è un progetto dell’artista cinese Cai Guo-Qiang per Colle Val d’Elsa, avviato nel 2001 per la sesta edizione di Arte all’Arte: un piccolo museo di arte contemporanea collocato sotto le arcate del ponte trecentesco di San Francesco, nato dalla volontà dell’artista di legarsi al contesto naturale, storico e culturale di Colle Val d’Elsa, in dialogo con la cittadinanza. Dopo aver ospitato le mostre di Ni-Tsai Chin (2001), Jennifer Wen Ma (2005) e Kiki Smith (2008), il museo ha necessitato di un intervento di restauro, curato da Associazione Arte Continua, che ha portato alla riapertura al pubblico nell’autunno 2022, con la mostra di Marisa e Mario Merz organizzata in collaborazione con la Fondazione Merz. Da aprile a novembre 2023 lo spazio accoglierà tre sculture di Mimmo Paladino.

UMoCA - Under Museum Of Contemporary Art. Ponte San Francesco, contrassegnato con iniziali luminose (progetto a cura di Jèrome Sans e Pier Luigi Tazzi)

UMoCA – Under Museum Of Contemporary Art. Ponte San Francesco, contrassegnato con iniziali luminose (progetto a cura di Jèrome Sans e Pier Luigi Tazzi)

IL CRISTALLO DI COLLE VAL D’ELSA

A Colle Val d’Elsa l’arte del cristallo vanta una storia antica e prende slancio dall’avvio di una prolifica lavorazione del vetro, a partire dal Trecento. Nel XIX l’industria vetriera locale decolla definitivamente, e oggi la zona, conosciuta anche come Boemia d’Italia, lavora il 95% della produzione nazionale di cristallo (il 15% di quella mondiale). La sapienza artigianale si apprezza nelle numerose botteghe cittadine, ma è il Museo del Cristallo, allestito proprio all’interno della fornace di un’ex vetreria (Boschi, già Cristallerie e Vetrerie Schmidt), a offrire un approfondimento sulle tecniche di lavorazione, dall’anno di impianto della prima fornace, nel 1820, al perfezionamento della formula del cristallo al piombo, nel 1963.
Il percorso si snoda attraverso installazioni, pannelli didattici e manufatti preziosi (mirabilia compresi, come il bicchiere utilizzato da Harrison Ford in Blade Runner, progettato nel 1972 da Cini Boeri), culminando nella sala della “foresta di cristallo”. Una sezione è dedicata alla realizzazione dei primi oggetti in cristallo pregiato, focalizzandosi sul design di qualità, con oggetti che coniugano l’estetica delle forme e la funzionalità. Del resto anche gli artisti contemporanei hanno tratto ispirazione dal legame del territorio con la lavorazione del cristallo: ne sono esempio le opere create da Kiki Smith per la Valdelsa. Attualmente in ristrutturazione, il museo riaprirà nei prossimi mesi: parte della collezione è però visibile nella Sala del cristallo, in via del Castello.

http://www.museodelcristallo.it/

Museo del Cristallo, Colle Val d'Elsa

Museo del Cristallo, Colle Val d’Elsa

IL MUSEO ARCHEOLOGICO BIANCHI BANDINELLI E LA NECROPOLI ETRUSCA DI DOMETAIA

Dedicato alla memoria di Ranuccio Bianchi Bandinelli, il Museo Archeologico ha sede nel Palazzo Pretorio e raccoglie reperti che a partire dall’Eneolitico fino al Medioevo illustrano la valenza strategica della Valdelsa rispetto alle antiche vie di comunicazione. Il focus è sullo sviluppo della società etrusca, con reperti di particolare pregio scoperti nelle necropoli di Le Ville e Dometaia, oltre al corredo proveniente dalla tomba della famiglia dei Calisna Sepu nella necropoli del Casone (Monteriggioni).
La visita può quindi proseguire al Parco Archeologico Dometaia, che con 56 tombe è una delle necropoli più grandi della Valdelsa, visitabile gratuitamente.

https://www.museisenesi.org/

Necropoli Dometaia, Colle Val d'Elsa

Necropoli Dometaia, Colle Val d’Elsa

MONTERIGGIONI, LE TORRI MEDIEVALI E LA VIA FRANCIGENA

Monteriggioni fu fondata nel secondo decennio del Duecento dalla Repubblica di Siena, come avamposto difensivo contro la rivale Firenze. Ed è stata la sua funzione militare, venuta meno a partire dalla metà del Cinquecento, a determinare la conformazione urbanistica che la caratterizza, rendendola riconoscibile già sopraggiungendo dalla campagna circostante, con la cinta muraria intervallata da quattordici torri rettangolari, che racchiude l’abitato sulla sommità di una collina (“però che, come su la cerchia tonda / Monteriggion di torri si corona”, scriveva Dante nell’Inferno). All’interno del borgo, l’edificio di maggior interesse è rappresentato dalla Pieve di Santa Maria Assunta, ma sono i camminamenti sulle mura a costituire la maggior attrazione turistica. Il percorso oggi corre su passerelle realizzate negli Anni Duemila, che ripropongono idealmente un cammino di ronda medievale. Per approfondire, consigliata la visita al museo Monteriggioni in Arme. Nelle vicinanze si raggiunge l’ex abbazia dei Santi Salvatore e Cirino presso Abbadia Isola (XII secolo), che ricorda il passaggio della Via Francigena in Valdelsa (oggi Monteriggioni è una delle moderne tappe lungo il percorso della Via Francigena).

Monteriggioni

Monteriggioni

L’ARCHEODROMO DI POGGIBONSI E IL VILLAGGIO CAROLINGIO

Sulla collina di Poggio Imperiale, gli archeologi hanno scoperto un villaggio di periodo franco (IX – metà X secolo), nel quale si riconosce la conformazione di una possibile azienda curtense, con locali di servizio per attività artigianali e l’immagazzinamento di derrate alimentari e prodotti agricoli. Nel 2014, con l’obiettivo di documentare le ricerche, è stato inaugurato nell’area l’Archeodromo di Poggibonsi, primo museo a cielo aperto dedicato all’Alto Medioevo in Italia. Lo spazio presenta una ricostruzione filologica in scala reale, e work in progress, delle 17 strutture riscontrate nel corso dello scavo del villaggio, dando vita a una formula di living history e archeologia sperimentale che coinvolge in modalità immersiva i visitatori. L’ingresso è gratuito.

https://www.archeodromopoggibonsi.it/

Archeodromo di Poggibonsi

Archeodromo di Poggibonsi

TRA MEDIOEVO E RINASCIMENTO A SAN GIMIGNANO

Caratterizzato dalle case-torri erette nel periodo comunale (la Rognosa con i suoi 52 metri è la più alta), San Gimignano è iscritta dal 1999 nella lista del patrimonio tutelato dall’Unesco. Oltre al suo impianto medievale, solcato dal tracciato della Via Francigena, la città conserva traccia di magnifici interventi rinascimentali presso la Collegiata di Santa Maria Assunta, fondata nel Trecento e all’epoca affrescata lungo le pareti della navata centrale con Storie del Nuovo e del Vecchio Testamento da pittori della scuola senese (come Lippo e Federico Memmi). È nella Cappella di Santa Fina che nel XV secolo si ritrovano insieme tre artisti fiorentini di grande fama: un architetto, Giuliano da Maiano, uno scultore, Benedetto da Maiano, e un pittore, Domenico Ghirlandaio. Presso la Pinacoteca ospitata nel duecentesco Palazzo Comunale si ripercorrono i passaggi fondamentali della committenza artistica a San Gimignano, che vide protagonisti autori senesi e fiorentini, da Coppo di Marcovaldo a Taddeo di Bartolo, da Benozzo Gozzoli e Filippino Lippi a Pinturicchio, all’inizio del XVI secolo. Dalla Pinacoteca si sale in vetta della Torre Grossa, edificata tra il 1300 e il 1311 per testimoniare il potere comunale. La presenza di Simone Martini in città, agli inizi della sua attività, si apprezza invece nella chiesa di San Lorenzo in Ponte, dove il pittore senese affrescò una Madonna con Bambino in gloria.

Collegiata di Santa Maria Assunta, San Gimignano

Collegiata di Santa Maria Assunta, San Gimignano

LA GALLERIA DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA A SAN GIMIGNANO

Il complesso dell’antico monastero di Santa Chiara ospita il Museo Archeologico, la Spezieria di Santa Fina e la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Raffaele De Grada. Quest’ultima ospita la collezione permanente aperta nel 2002 a cura di Enrico Crispolti, con un percorso che espone opere dell’Ottocento toscano e del Novecento, quando, a partire dagli Anni Settanta, sono confluiti nel patrimonio i lavori dei vincitori del Premio De Grada (tra cui Guttuso, Sassu, Vacchi). La collezione si è arricchita, in seguito, grazie all’esposizione Grande Adesione (1985), curata da Andrea Del Guercio e dedicata all’arte astratta, progettuale e alla nuova pittura, e con iniziative successive fino agli inizi del 2000. Tra gli ultimi lasciti, la Collezione Pacchiani, con dipinti italiani del periodo compreso tra gli Anni Trenta e Ottanta, da Casorati a Campigli, Carrà, de Chirico, Sironi, Soffici, Mafai, Morlotti, Adami.
Frequenti sono le mostre temporanee dedicate all’arte contemporanea. Il museo raccoglie anche la documentazione dei progetti realizzati per Arte nell’Arte e Affinità.

http://www.sangimignanomusei.it/galleria

Renato Guttuso alla Galleria di Arte Moderna e Contemporanea di San Gimignano

Renato Guttuso alla Galleria di Arte Moderna e Contemporanea di San Gimignano

DOVE MANGIARE IN VALDELSA

Si è scomodato il paragone con un’astronave per raccontare il nuovo spazio Arnolfo The Frame, a Colle Alta. Il ristorante di Gaetano Trovato vanta una storia ultradecennale (e stellata), ma solo nel 2022 ha inaugurato la nuova sede progettata dall’architetto senese Andrea Milani, struttura in vetro, acciaio e marmo di grande impatto scenografico. La cucina è ancora quella che ha formato alcuni tra i più talentuosi cuochi italiani negli ultimi quarant’anni. In attesa che apra Arnolfo Osteria nei vecchi spazi del ristorante.
A San Gimignano la prima pausa golosa porta al laboratorio di Sergio Dondoli, maestro indiscusso della gelateria.
Al San Martino 26, invece, si prenota per una cena rilassata, per godere della cucina dello chef albanese Ardit Curri, perfettamente a proprio agio con i prodotti del territorio toscano. Con analoga predisposizione al relax, e la voglia di sperimentare una proposta gastronomica che spazia con disinvoltura dalle pappardelle al sugo di caccia (ma con beurre blanc e pan di spezie) al pescato del giorno con zabaione d’ostrica e salsa alla Vernaccia, ancora a San Gimignano si raggiunge Linfa.
Chi preferisce la pizza può fermarsi da Chicco, a Colle Val d’Elsa, pizzeria di Stefano Canosci, impegnato su diversi fronti, dalle proposte tradizionali alle invenzioni più creative.
A Poggibonsi, La Galleria propone cucina di pesce (ma c’è anche la carne) alla maniera toscana, concertata da una squadra d’esperienza, ultradecennale.

https://www.arnolfo.com/
https://www.gelateriadondoli.com/
https://www.ristorantesanmartino26.it/
https://www.mktn.it/linfa
https://www.chiccocolle.it/
https://www.lagalleriaristorante.com/

Arnolfo The Frame - dettaglio

Arnolfo The Frame – dettaglio

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