Come cambia l’Eur. Guida al quartiere romano e alle sue attrazioni

Il rilancio del Museo delle Civiltà ci porta alla scoperta di un quartiere novecentesco, eppure denso di storia, della Capitale. Un itinerario tra le tappe da non perdere all’Eur e negli immediati dintorni

Quello che oggi conosciamo come Eur è un quartiere nato sulla spinta di un mancato appuntamento: l’Esposizione Universale di Roma (l’acronimo è lampante), prevista per il 1942 e annullata a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Ideato con il contributo dei più grandi architetti, ingegneri, urbanisti e decoratori italiani dell’epoca, il nuovo quartiere doveva celebrare la grandezza di Roma attraverso l’architettura razionalista, in un continuum ideale tra gli edifici monumentali dell’antichità classica e l’imponenza delle nuove opere, inquadrate all’interno di un piano urbanistico improntato alla regolarità di linee (un incrocio di assi ortogonali) e geometrie (volumi scenografici quanto semplici). Rispetto ai palazzi di rappresentanza del Pentagono monumentale, freneticamente innalzati nel passaggio dagli Anni Trenta ai Quaranta, il nucleo residenziale concepito per l’area destinata alla Mostra dell’Abitazione del ’42 (di cui resta testimonianza solo su fogli e progetti degli architetti dell’epoca: Libera, Ridolfi, De Renzi, Calza Bini, Del Debbio) sarà realizzato solo nel Dopoguerra, dall’inizio degli Anni Cinquanta, con “severa disciplina urbanistica”, come sancisce la Relazione dell’Attività dell’Ente EUR dal 1951 al 1968.
Oggi il quartiere è un museo a cielo aperto di architettura razionalista, legato alla memoria di personalità importanti, da Michelangelo Antonioni (L’Eclisse, girato nel ’62, è una preziosa testimonianza dell’Eur in costruzione) a Federico Fellini, che amava lo spazio scenografico dell’Eur tanto da farne il set di alcuni suoi film (La Dolce Vita, in primis), a Pier Paolo Pasolini, che al civico 9 di via Eufrate abitò fino al giorno in cui fu assassinato, il 2 novembre 1975. Nell’anno del centenario della sua nascita, da qualche settimana una targa pubblica segnala la sua ultima abitazione romana. E poi c’è il presente, che si proietta verso il futuro. Gli ultimi anni hanno battezzato l’inaugurazione di una nuova grande opera – la Nuvola di Fuksas – e la nascita di moderni complessi residenziali, appena oltre il perimetro dell’Eur storico. Mentre è recentissima l’inaugurazione del rinnovato Museo delle Civiltà, polo museale intrinsecamente legato alle origini del quartiere, oggi pronto a evolversi nell’intenzione di porsi come spazio di ricerca e divulgazione della complessità della storia dell’umanità. Con i fondi del PNRR previsti per il Giubileo, inoltre, anche il Museo della Civiltà Romana potrà finalmente essere riqualificato, condividendo la sorte del contiguo Planetario, riaperto al pubblico nella primavera del ’22, dopo un rinnovamento che si è protratto per anni.

Livia Montagnoli

L’ITINERARIO ALLA SCOPERTA DEL QUARTIERE EUR

Ci si muove tra gli ampi viali che conducono alla scoperta di imponenti parallelepipedi in marmo e travertino, colonnati e loggiati, per scoprire gli edifici simbolo del fermento razionalista, all’interno del cosiddetto Pentagono monumentale dell’Eur. Il Palazzo dei Congressi progettato da Adalberto Libera (ma completato solo nel ’54), con il suo atrio colonnato d’ingresso; il Palazzo della Civiltà Italiana – bonariamente ribattezzato Colosseo Quadrato – con 54 archi a scandire ogni facciata di un cubo di cemento armato rivestito in travertino; il Palazzo Uffici di Gaetano Minnucci e i Palazzi delle Esedre, coppia di edifici simmetrici e speculari; la Basilica dei Santi Pietro e Paolo costruita nel punto più alto dell’area, con la grande cupola rivestita da squame in ardesia. Ma anche l’Obelisco Marconi, 45 metri in altezza di superficie istoriata con vicende legate a Guglielmo Marconi: un monumento in marmo di Carrara ideato nel ’39 da Arturo Dazzi, anch’esso completato solo venti anni più tardi. Sin dall’inizio fu previsto anche il lago artificiale con il parco che lo circonda, idealmente sormontato dal Palazzo dell’Acqua e della Luce, mai realizzato (alla fine degli Anni Cinquanta, Nervi realizzerà nell’area in questione il Palazzo dello Sport, altro gioiello architettonico dell’Eur). Mentre ci proietta al 1959 il peculiare edificio del Fungo, serbatoio idrico pensato per ospitare un ristorante panoramico, decisamente ambito nella Roma degli Anni Sessanta e Settanta.

La Basilica dei Santi Pietro e Paolo nell'Eur in costruzione, foto d'epoca

La Basilica dei Santi Pietro e Paolo nell’Eur in costruzione, foto d’epoca

IL “NUOVO” MUSEO DELLE CIVILTÀ

Con 80mila metri quadrati di superficie a disposizione e 2 milioni di opere e documenti conservati tra depositi (il 90% della collezione) e spazi espositivi, il Museo delle Civiltà di Roma ha di recente avviato un nuovo corso, per concentrarsi sull’obiettivo di raccontare le storie – molteplici e diverse – delle civiltà umane, e le loro identità mutevoli nel tempo.
Al nuovo nome – che ora fa da cappello al Palazzo delle Tradizioni Popolari e al Palazzo delle Scienze, l’uno dirimpetto all’altro in piazza Guglielmo Marconi, nella disposizione a ferro di cavallo immaginata in vista della mancata Esposizione Universale di Roma – fanno capo due percorsi ricchi di sfaccettature: il focus sulle culture regionali italiane, che può contare su un vastissimo patrimonio di oggetti e documenti, e si articola per temi (cultura di piazza e riti devozionali, memoria e trasporti); il nuovo (in fieri) allestimento al Palazzo delle Scienze, che spazia dal racconto delle origini del museo alle sezioni dedicate alle diverse aree geografiche del mondo. Tra le novità già apprezzabili, la sezione che rilegge le testimonianze della preistoria nell’orizzonte più ampio dell’Antropocene. Tutto questo potendo contare sull’innesto di interventi contemporanei, che evidenziano la volontà di coinvolgere artisti del nostro tempo per comunicare al pubblico un’eredità eterogenea e complessa.

https://museocivilta.cultura.gov.it/

Museo delle Civiltà, Palazzo delle Tradizioni Popolari, Roma. Ph. Livia Montagnoli

Museo delle Civiltà, Palazzo delle Tradizioni Popolari, Roma. Ph. Livia Montagnoli

LA VACCHERIA. DA CASALE A POLO CULTURALE

Ci sono voluti dieci anni per completare il recupero di un vecchio casale che oggi ospita il polo culturale della Vaccheria, in zona Eur Castellaccio. Lo spazio di 1500 metri quadrati, pensato per ospitare mostre temporanee di arte contemporanea ed eventi culturali, accoglie anche i reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi nelle zone del Pratone delle Valli e del Parco Volusia, oltre a spazi per uffici, laboratori, una libreria e aree ristoro.
Non distante, è un altro casale risalente al XVIII secolo, ancora in stato di abbandono, a catturare la curiosità di chi si muove nell’area trasformata, negli ultimi anni, da un centro commerciale e dalla torre Eurosky; il riassetto urbanistico già avviato nel corso del 2022 ha portato alla realizzazione di una sorta di piazza comunitaria, popolata di installazioni di arte pubblica (ma il percorso è ancora lungo), un “bosco transitorio” ideato da Ria Lussi in collaborazione con l’Orto Botanico di Roma, un giardino zen. Ma si può apprezzare anche un breve tratto dell’antica via Laurentina, caratterizzato dai classici basoli, riportato alla luce durante i lavori nell’area. Il progetto di rigenerazione urbana (eUrban) appena intrapreso si pone obiettivi a lungo termine, con l’idea di creare un nuovo centro di aggregazione in questo nucleo dell’Eur di recente costruzione.

La Vaccheria, Roma

La Vaccheria, Roma

IL MUSEO STORICO DELLA COMUNICAZIONE

Visitabile solo su prenotazione, il museo dedicato alla storia della comunicazione è stato fondato nel 1982 all’interno del complesso del Ministero dello Sviluppo Economico. La collezione vanta una raccolta filatelica di circa un milione di pezzi tra francobolli, bozzetti, prove di colore, interi postali, bollettini illustrativi, oltre a un nucleo di marcofilia. Ma le vicende che hanno contrassegnato le innovazioni tecnologiche nel mondo delle telecomunicazioni, fulcro dell’allestimento, sono raccontate soprattutto attraverso oltre 3mila cimeli di vario genere, tra telefoni, telegrafi, radio, televisioni, bollatori, stemmi, cassette di impostazione. Il museo romano, del resto, raccoglie l’eredità della prima fondazione fiorentina dell’istituzione (nel 1878), passata, prima di arrivare all’Eur, anche nell’ufficio postale di Roma Prati, a partire dal 1907. Apparecchi telegrafici e telefonici la fanno da padrone, con l’ausilio di ricostruzioni d’epoca, come la cabina radiotelegrafica di Marconi a bordo dell’Elettra. Una saletta è invece dedicata ad Antonio Meucci.

https://portalecultura.mise.gov.it/museo-storico/

Museo Storico della Comunicazione, Roma

Museo Storico della Comunicazione, Roma

IL MUSEO STORICO E ARCHIVIO DI FIUME

In uno dei quadranti meno battuti dell’Eur, in prevalenza a carattere residenziale, la palazzina del Museo storico e Archivio di Fiume è indubbiamente una meta insolita da scoprire a Roma. All’interno, intorno a un sacrario centrale che ricorda i giuliano-dalmati caduti in guerra, documenti e testimonianze materiali raccontano l’esodo dalle terre adriatiche e gli aspetti urbanistici, monumentali, associativi, scolastici, amministrativi, religiosi e culturali della città di Fiume e del suo territorio. Archivio e biblioteca conservano fondi e testi (circa 7mila volumi) per alimentare la ricerca e gli studi sull’Istria, la Dalmazia e le vicende chiave che hanno determinato la storia di una terra di confine.

http://www.fiume-rijeka.it/

Archivio Museo storico di Fiume, Roma

Archivio Museo storico di Fiume, Roma

LA NUVOLA DI FUKSAS

Uno scheletro di acciaio ricoperto da un “telo” in fibra di vetro microforata: così Massimiliano Fuksas ha dato forma a una nuvola, protetta da una Teca trasparente, in acciaio e vetro. Battezzata nel 2016 per assumere il ruolo di nuovo centro congressi del quartiere, la Nuvola sembra quasi aleggiare nell’aria, e custodisce al suo interno l’auditorium rivestito da pannelli in legno di ciliegio americano, per garantire un’acustica ideale. Dal 17 al 20 novembre, il centro ospiterà la seconda edizione della fiera Roma Arte in Nuvola, riunendo 148 gallerie, tra italiane e internazionali, e ospitando un programma di talk, mostre, performance.
Nel frattempo, è il progetto 6 1 MITO, a cura di Q Academy, a mettere la Nuvola al centro di un percorso nato per strutturare un’esperienza in realtà aumentata site specific nel quartiere Eur. Dopo Venere e Diana, protagonista di questa terza annualità sarà Minerva. Fino al 31 dicembre, attraverso un’app in realtà aumentata che trasforma lo smartphone in un “locative media”, ogni partecipante può “inseguire” la dea Minerva passeggiando intorno all’edificio di Fuksas (fra viale Asia, viale Shakespeare e via Cristoforo Colombo). La piattaforma impiegata è gratuita e scaricabile al link https://61mito.unitear.com.

La Nuvola Roma

La Nuvola di Fuksas, Roma

L’ABBAZIA DELLE TRE FONTANE

Subito oltre il perimetro dell’Eur – così come immaginato nel piano urbanistico degli Anni Quaranta –, l’Abbazia delle Tre Fontane insiste nell’area anticamente nota come Acque Salvie, piccola valle situata lungo l’antica via Laurentina, dove nel 67 d.C. fu decapitato l’apostolo Paolo. Questo ha fatto del luogo una meta di pellegrinaggio molto frequentata nel corso dei secoli. Oggi il complesso, cui si accede attraverso l’Arco di Carlo Magno, conserva, oltre agli edifici monastici, tre chiese, di cui la più antica, intitolata ai santi Vincenzo e Anastasio, risale al XII secolo (Santa Maria Scala Cœli e la chiesa di San Paolo Apostolo sono state rimaneggiate nel XVI secolo, e all’epoca risalgono anche gli affreschi di ambito raffaellesco di abside e navata della chiesa abbaziale dei santi Vincenzo e Anastasio). Il monastero è ancora vissuto da una comunità cistercense, che qui prega e lavora, coltivando l’orto e l’uliveto del complesso e producendo l’unica birra trappista italiana, oltre a olio, miele e liquori, in vendita presso il negozio dell’abbazia.

https://www.abbaziatrefontane.it/

Abbazia delle Tre Fontane, Roma

Abbazia delle Tre Fontane, Roma

ALLA SCOPERTA DELLA TENUTA PRESIDENZIALE DI CASTELPORZIANO

Seguendo il corso di via Cristoforo Colombo fino al mare, che taglia l’Eur prima di uscire dalla città in direzione Ostia, si raggiunge la Tenuta presidenziale di Castelporziano, estesa su una superficie di 60 chilometri quadrati, che comprendono alcune storiche tenute di caccia affacciate sul litorale (la riserva naturalistica di pertinenza comprende anche 3 chilometri di spiaggia, non accessibile al pubblico, preservando il caratteristico ecosistema delle dune, presenti in questo tratto di costa). Tra alberi monumentali e foreste vetuste – tra querce, pini marittimi e un rigoglioso sottobosco –, il pregio naturalistico della tenuta è il primo motivo di interesse di un’area ad alto livello di biodiversità. Ma prenotando una visita guidata (calendario e modalità di visita sono specificati sul sito istituzionale del Quirinale) è possibile scoprire il sito archeologico delle ville romane dell’area di Malafede, il castello di origine medievale, il padiglione delle carrozze risalenti alla corte sabauda.

https://palazzo.quirinale.it/residenze/c_porziano.html

Tenuta di Castelporziano, via Wikipedia, CC BY SA 4.0

Tenuta di Castelporziano, via Wikipedia, CC BY SA 4.0

DOVE MANGIARE ALL’EUR E NEI DINTORNI

L’ultimo arrivato a movimentare una scena gastronomica di quartiere non particolarmente vivace è Marco Quintili, pizzaiolo campano d’adozione romana che in zona Grotta Perfetta (tra Montagnola e Laurentina, non distante dal centro dell’Eur) ha aperto la terza sede della pizzeria cui ha dato il suo nome, dopo i successi raccolti nel quadrante Est della città.
Del resto, in fatto di pizza, il quartiere può vantare un campione che non teme confronti: Francesco Artesano è giovane e intraprendente, e in viale Europa (dirimpetto all’Archivio Centrale di Stato) rappresenta al meglio la scuola della pizza in teglia romana, alla guida di Lievito Pizza Pane. Lo spazio è poco, si consuma in velocità o a portar via, ma il banco non delude mai, tra classici come la rossa o la bianca con le patate e invenzioni stagionali. Senza tralasciare i fritti, come il goloso supplì di carbonara.
Nuovamente in zona Laurentina, è un benzinaio su via del Tintoretto a ospitare, inaspettatamente, lo Slow Smoked American Barbecue di Phil’s Deli, tra sandwich con pastrami, pulled pork e brisket speziati a regola d’arte, prima di intraprendere una lunga e lenta cottura controllata.
La quota gourmet è rappresentata da Livello1, cucina d’autore di mare, in uno spazio curato, anche se un po’ fuori mano, ancora in zona Laurentina.

https://www.philsbarbecue.com/
https://www.ristorantelivello1.it/

La pizza di Lievito Pizza Pane, Roma

La pizza di Lievito Pizza Pane, Roma

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati