6 tappe da raggiungere a bordo del Treno di Dante

Fino al 1° novembre 2022 è possibile intraprendere un viaggio slow sul treno intitolato al Sommo Poeta, ripercorrendone il tragitto dopo l’esilio da Firenze

Abbiamo imparato a chiamarlo “turismo di prossimità”, e di certo in Italia non mancano le occasioni per scoprire territori poco battuti dai grandi traffici, ma ricchi di luoghi incantevoli e di proposte culturali. Sulla scia del centenario della morte di Dante Alighieri, celebrato l’anno scorso, si è pensato di rimettere sulle rotaie un antico treno Liberty – il cosiddetto “100 porte” – e di fargli percorrere i 136 chilometri della linea Faentina, vale a dire la tratta tra Firenze e Ravenna che attraversa l’Appennino. Tutti i sabati e le domeniche (fino al 1° novembre, quando una corsa straordinaria chiuderà la stagione) si sale sui vagoni e, accompagnati da un assistente di viaggio, si può godere di un’esperienza di viaggio slow, immaginando di ripercorrere le zone attraversate dal Poeta durante il suo viaggio di esilio da Firenze.
Vi raccontiamo le tappe del Treno di Dante, offrendovi qualche spunto per visitare le città e i borghi che si attraversano.

Marta Santacatterina

www.iltrenodidante.it/

TRENO DI DANTE: FIRENZE

Prima di raggiungere il binario a Santa Maria Novella e salire sullo storico convoglio, si può fare un breve tour a Firenze per scoprire i principali luoghi danteschi. Che ovviamente non son pochi, dato che il Sommo Poeta lì nacque e visse fino al momento dell’esilio. Tra i posti più suggestivi che richiamano la sua presenza, vi è senza dubbio il Battistero, “il mio bel San Giovanni”, come lo chiamò proprio Dante nei versi dell’Inferno; e sembra che i mosaici della cupola siano stati fonte di ispirazione per certi gironi. A breve distanza si può raggiungere il “quartiere dantesco”, ovviamente nei dintorni di via Dante Alighieri: si respira ancora Medioevo in queste strade strette costellate di case torri, dove probabilmente sorgeva anche la dimora del poeta. Ecco allora la Casa di Dante, una replica ottocentesca che oggi ospita un museo didattico, ma ancora più intrigante è la chiesa di Santa Margherita dei Cerchi, a due passi, dove si dice che sia stata sepolta l’amata Beatrice Portinari. Di certo è un luogo cult per gli innamorati, che portano in chiesa bigliettini a testimonianza del loro amore. Ulteriore tappa dantesca è il Museo Nazionale del Bargello, costruito nel 1250 come palazzo del Capitano del Popolo e poi del Podestà: conserva quello che viene ritenuto il più antico ritratto di Dante, il quale compare negli affreschi giotteschi della cappella della Maddalena, ora inclusa nel percorso di visita del museo.

www.museocasadidante.it/

Firenze, Casa di Dante

Firenze, Casa di Dante

TRENO DI DANTE: BORGO SAN LORENZO

Tutti in carrozza – a scelta tra la prima classe a scompartimenti, con velluti e specchi, e la terza con panche di legno e atmosfera popolare e allegra – e via verso la linea Faentina che attraversa il Mugello fino ad arrivare in Romagna. Difficile documentare le tappe della fuga di Dante da Firenze, ma di certo queste furono tutte zone percorse e ben conosciute dal poeta. Oggi a Borgo San Lorenzo si possono ammirare il medievale Palazzo Podestà e la pieve di San Lorenzo, con il suo caratteristico campanile poligonale, del 1263; all’interno della chiesa c’è una Madonna con bambino attribuita al giovane Giotto. Da non perdere, anche se in questo caso Dante non c’entra nulla, Villa Pecori Giraldi, dove è allestita la collezione permanente di opere di Galileo Chini e della sua dinastia: ceramiche, vetrate e dipinti di incomparabile bellezza. A poca distanza ci si rituffa nel Medioevo visitando la duecentesca chiesa di San Francesco, con resti di affreschi del Trecento, e sulla via Faentina la romanica pieve di San Giovanni Maggiore (X secolo).

https://www.comune.borgo-san-lorenzo.fi.it/informazioni-turistiche

Borgo San Lorenzo

Borgo San Lorenzo

TRENO DI DANTE: MARRADI

Le rotaie segnano la via verso nord-ovest e il Treno di Dante attraversa un paesaggio incantevole, ancora in gran parte incontaminato e caratterizzato da boschi fitti che coprono i morbidi rilievi appenninici. I passeggeri che scelgono di fermarsi a Marradi, paese natale di Dino Campana, possono scoprire due eccellenze del territorio: il “Marron buono di Marradi” e l’acqua – buona anche quella! – di Marradi. Dal paese partono inoltre vari sentieri che conducono a luoghi assai suggestivi, come la badia Santa Reparata o l’eremo di Gramogna, fondato da san Pier Damiani nel 1053: tutte località che evocano i territori attraversati da Dante nei primi anni del suo esilio.

www.lnx.pro-marradi.it/

Marradi

Marradi

TRENO DI DANTE: BRISIGHELLA

Dante non mise piede a Brisighella! La cittadina – uno dei borghi più belli d’Italia – era infatti governata da Maghinardo Pagani da Susinana che qui, nel 1290, fece costruire una torre di difesa per tenere sotto controllo i commerci e i transiti dalla Romagna ghibellina verso la Firenze guelfa. Il signore combatté prima nella battaglia di Campaldino con la parte guelfa di Firenze, la stessa a cui prese parte Dante, ma poi Maghinardo passò alla fazione dei ghibellini, suscitando il disappunto del Sommo Poeta che nella Commedia lo spedì all’Inferno. Chi visita il borgo non può perdere la rocca Manfrediana che si erge su un alto spuntone di roccia, il settecentesco santuario del Monticino, il Museo Civico Giuseppe Ugonia, la pieve romanica di San Giovanni in Ottavo (o pieve del Tho, risalente all’XI secolo) e la via del Borgo, detta anche “via degli Asini”: si tratta di una suggestiva strada sopraelevata e coperta in cui furono scavate nella roccia le stalle che un tempo ospitavano gli asini. A un’estremità di questo passaggio comincia il sentiero che conduce nel Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola.

www.brisighella.org/scopri-brisighella/

Brisighella

Brisighella

TRENO DI DANTE: FAENZA

Faenza e i suoi cittadini più illustri erano sicuramente ben conosciuti da Dante, che nel XXXII canto dell’Inferno menziona Tebaldello Zambrasi, responsabile di aver aperto una delle porte della città ai Geremei e ai loro alleati guelfi, che fecero strage dei ghibellini. Si ipotizza inoltre che tra i rappresentanti delle città romagnole e i fuoriusciti bianchi della Toscana che si riunirono a Faenza nella primavera del 1303 ci fosse anche il Sommo Poeta. Oggi la città è conosciuta per l’antica tradizione nella lavorazione della ceramica, e chi la visita non può mancare l’ingresso al MIC, il Museo Internazionale della Ceramica dove si conservano splendidi esempi sia dei classici “bianchi” di Faenza, sia di produzioni italiane e internazionali, antiche e contemporanee. Fin dai primi secoli dopo l’Anno Mille in città cominciarono a essere aperte delle botteghe di ceramisti e ancora oggi ve ne sono molte di attive, che si possono peraltro visitare. E a uno degli artisti novecenteschi più importanti che lavorarono con la ceramica, Carlo Zauli, è dedicato anche un museo. Il centro storico rispecchia lo stile tipico delle località romagnole, con la piazza porticata della Libertà, la fontana Maggiore, la torre dell’Orologio, il palazzo del Podestà che risale al 1175 e che quindi già esisteva in queste forme all’epoca di Dante.

https://www.prolocofaenza.it/it/visita-faenza/visita-la-citta/itinerari/

Faenza

Faenza

TRENO DI DANTE: RAVENNA

Conosciutissima per i suoi meravigliosi mosaici, Ravenna è anche il luogo in cui Dante decise di trascorrere gli ultimi anni della sua vita e in cui terminò di scrivere la Commedia. Il poeta, di ritorno da un’ambasceria a Venezia, contrasse la malaria e si spense nella città romagnola tra il 13 e il 14 settembre 1321. I funerali si svolsero nella basilica oggi dedicata a San Francesco – da non perdere la cripta, sempre sommersa d’acqua – e i suoi resti vennero sepolti in un piccolo cimitero presso la chiesa. Il monumento davanti al quale oggi si può volgere un pensiero al poeta – la tomba di Dante – è invece opera dell’architetto Camillo Morigia, che lo progettò nel 1780. Ma il poeta non riposò sempre serenamente nel suo sepolcro scolpito da Pietro Lombardo: le spoglie furono a lungo rivendicate dai fiorentini, così i frati custodi della tomba, per evitare un probabile trafugamento, le nascosero in un luogo segreto del convento, per poi ricollocarle nel mausoleo, ma non per sempre. Un altro “salvataggio” avvenne in epoca napoleonica e infine durante la Seconda Guerra Mondiale, quando le ossa dell’Alighieri vennero di nuovo occultate per proteggerle dai bombardamenti. Proprio nel già citato convento è stato di recente aperto il Museo Dante: raccoglie documenti, cimeli, installazioni multimediali che ripercorrono la vita di Dante e consentono di “viaggiare” idealmente all’interno della Commedia. Il percorso si completa nella Casa Dante, con una sala allestita in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi e un’altra che raccoglie le collezioni dantesche della Biblioteca Classense. Non mancano un laboratorio didattico e la “Corte meditativa”.

https://www.turismo.ra.it/cultura-e-storia/luoghi-della-memoria/tomba-dante-alighieri

Ravenna, Tomba di Dante

Ravenna, Tomba di Dante

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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