Torna a Milano il Video Sound Art Festival: una settimana al Museo della Scienza e della Tecnologia, tra musica elettronica e videomapping

Conferma la propria natura nomade, prendendo possesso del quarto spazio in quattro anni. In principio fu il Castello Visconteo di Abbiategrasso, location spettacolare ma troppo periferica; poi è arrivato l’approdo a Milano, prima negli spazi di Villa Simonetta e, per la scorsa edizione, in quelli del castello. Ora trova casa nelle sale del Museo della […]

Conferma la propria natura nomade, prendendo possesso del quarto spazio in quattro anni. In principio fu il Castello Visconteo di Abbiategrasso, location spettacolare ma troppo periferica; poi è arrivato l’approdo a Milano, prima negli spazi di Villa Simonetta e, per la scorsa edizione, in quelli del castello. Ora trova casa nelle sale del Museo della Scienza e della Tecnologia: in scena da domenica 6 e fino a venerdì 11 luglio un nuovo appuntamento con il Video Sound Art Festival, rassegna che gioca sull’ibridazione tra i linguaggi della creatività usando come aggregante – e come addensante – il potere dei nuovi media. Sarà il contesto, sarà che in vista di Expo il buon Leonardo è tirato in ballo ad ogni occasione, ma è difficile non pensare all’Uomo Vitruviano nel leggere del tema di quest’anno: The Man into the map, riflessione su un post-umanesimo digitale che spazia in modo affascinante dall’arte visuale in salsa ovviamente digitale fino alla musica sperimentale; dal videomapping, ambito di ricerca preferenziale della rassegna, fino ai film d’artista. Proprio il medium cinematografico è tra i grandi protagonisti di quest’anno: con il corto di animazione di Beppe Giacobbe Le Roi du Silence a trasformarsi in materia viva, da plasmare attraverso le manipolazioni digitali; e con il programma di sonorizzazione live di tesori del cinema muto coordinato dall’Institute of Incoherent Cinematography di Zurigo.
Prima volta in mostra in Italia per il tedesco Frieder Weiss, eclettico scenografo multimediale che costruisce stranianti ambienti digitali per opera e balletto; ma anche per il collettivo transnazionale AntiVJ, eccezionale nelle sue dinamiche installazioni luminose. Tuto italiano il duo Calembour, che propone l’interattività multimediale di Urus: invitanti vasche magiche invitano i visitatori al contatto, trasformando l’esperienza dell’immersione, del tocco, del semplice sfioramento in output visuali, per il disegno automatico e istantaneo di mappe emozionali e relazionali.
Ricco anche il programma musicale, curato dalla performer svizzera Iokoi, al solito centrato sulla sperimentazione di linguaggi che aggiornano il calderone dell’elettronica di ricerca. Pezzo forte di quest’anno il cantautorato lunare della californiana Julia Holter, alla sua unica data italiana; in calendario anche Death of a Cheerleader, K-Conjog, Arirang e Adult Standard.

– Francesco Sala

www.videosoundart.com

 

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Francesco Sala

Francesco Sala

Francesco Sala è nato un mesetto dopo la vittoria dei mondiali. Quelli fichi contro la Germania: non quelli ai rigori contro la Francia. Lo ha fatto (nascere) a Voghera, il che lo rende compaesano di Alberto Arbasino, del papà di…

Scopri di più