Intersezioni, contaminazioni, mercato. Virgil Abloh alla fashion week parigina

La fashion week di Parigi ha visto trionfare Virgil Abloh, autore di creazioni sempre più trasversali.

È iniziata il 18 giugno e si è conclusa il 23. Parliamo della fashion week SS 2020 uomo a Parigi. Ma Anthony Vaccarello ha fatto sfilare la sua collezione per Saint Laurent uomo a Malibu lo scorso 7 giungo. Segno che le defezioni al calendario ufficiale registrate a Milano non sono di certo un caso isolato. Il calendario della Fédération de la Haute Couture et de la Mode però ha proposto sessanta show, più del doppio di quelli di Milano. Dare conto di tutti o almeno di quelli che meriterebbero (Piccioli per Valentino, Rick Owens, Dries Van Noten, Tom Brown, Jones per Dior, Raf Simons, Gvasalia per Vetements) supera lo spazio consentito da un articolo: i soli designer giapponesi (almeno sei certamente dei fuori classe) rappresentano un pianeta a sé che meriterebbe un’incursione dedicata (magari la faremo).
In maniera arbitraria scegliamo quindi di segnalare il lavoro di un solo designer, per il suo talento, ma soprattutto per la rete di rimandi in cui ha collocato le sue collezioni.
Virgil Abloh ha presentato lo scorso giovedì 20 giugno la nuova collezione disegnata per Louis Vuitton. Il giorno precedente la sua linea personale Off-White e quello ancora prima un teaser di quello che avrebbe portato in passerella con la complicità di Nike. Nell’intervista pubblicata sul numero 49 di Artribune Magazine Abloh ha già chiarito il suo pensiero a proposito di questa frenetica attività: “Oltre alla tua collaborazione con Off-White e Louis Vuitton, hai lavorato anche con Nike, Supreme, Rimowa, Ikea ed Evian. Insomma, sei stato molto occupato nel 2018. Hai mai pensato che questo approccio potesse essere rischioso?Lavoro meglio quando sono occupato. Non lo vedo come un rischio, non riesco a immaginarmi in un altro modo”.
Tutto a posto dunque? Forse per lui. Ma come giudicare questi apparentamenti tra multinazionali di nazioni diverse, leader in segmenti differenti del tessile-abbigliamento?
Un tempo si diceva che le sfilate della haute couture servivano in realtà come strumento promozionale per la vendita di profumi e make-up, questi ultimi i soli ad avere prezzi mass market. Dovremo dunque cominciare a considerare anche il prêt-à-porter di lusso (maschile o femminile poco importa) alla stessa stregua? Vengono presentati in location prestigiose pezzi mirabolanti, ma in qualche modo connessi a una Nike SB Dunk Low da 120€?  Il dubbio non può non affacciarsi.

VUITTON

Abloh da Vuitton ha presentato una serie di look in equilibrio tra streetwear e sartoriale. È una sua caratteristica: è stato scelto poco meno di due anni fa da monsieur Bernard Arnault per fare esattamente questo. Nella collezione SS 2020 spiccano giacche outwear e pantaloni tecnici che portano all’estremo dettagli funzionali come tasche e tiranti, affiancati ad altri perfettamente pieghettati. Come visto da Fendi, il gruppo di Arnault non ha ancora preso una posizione netta circa l’utilizzo di pelli e pellicce e non sono quindi mancati accessori realizzati con materiali di questo genere, in particolare con il coccodrillo: gli ordini di scuderia non si discutono. Particolarmente intriganti sono risultate invece cinque uscite “astratte” con modelli che indossavano contenitori abbinati ad aquiloni cinturati attorno al petto, generando un effetto di imbracatura.

OFF-WHITE E FUTURA 2000

Il giorno precedente, dopo un teaser collaborativo con Nike, Abloh aveva presentato la sua collezione Off-White. La messa in scena includeva anche una scultura di Pointman realizzata in plastica azzurrina dall’artista newyorkese Futura 2000 (alias Lenny McGurr), inserita in un campo di fiori bianchi. Abloh ha chiamato questa collezione PLASTIC, sottolineando l’uso di un materiale a dire il vero utilizzato a Parigi anche da altri designer (Van Beirendonck e Boateng per Balmain, ad esempio). In plastica riciclata era pure l’invito allo show dove Abloh e Futura 2000 hanno sovrapposto la silhouette di Pointman e il simbolo di Off-White a una rete metallica strappata, motivo poi ripreso in alcune stampe utilizzate su diversi tessuti presenti in collezione. Il primo a uscire in passerella è stato Sheck Wes, un look bianco percorso dai graffiti colorati di Futura 2000; già dalla seconda uscita il motivo della rete di recinzione strappata è apparso come leitmotiv poi ripreso in altri tessuti utilizzati in questa collezione ricca di outfit sfumati e jeans tie-dye.

Aldo Premoli

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Aldo Premoli

Aldo Premoli

Milanese di nascita, dopo un lungo periodo trascorso in Sicilia ora risiede a Cernobbio. Lunghi periodi li trascorre a New York, dove lavorano i suoi figli. Tra il 1989 e il 2000 dirige “L’Uomo Vogue”. Nel 2001 fonda Apstudio e…

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