“La Loggia di Isozaki va fatta”. L’appello degli architetti contro l’ipotesi green di Sangiuliano

I professionisti fiorentini hanno scritto una lunga lettera al ministro della Cultura e al sindaco di Firenze Dario Nardella per spingere alla realizzazione del famigerato progetto del 1998 in quella che ormai è diventata “una questione di principio e responsabilità”

Si riapre (si era mai chiuso?) l’annoso dibattito sulla Loggia Isozaki a Firenze, la struttura progettata per l’uscita dalle Gallerie degli Uffizi dall’architetto giapponese Pritzker Prize Arata Isozaki, recentemente scomparso. A margine delle dichiarazioni del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano sulla volontà di rimpiazzare il progetto con “un muro verde”, Ance Firenze, l’Ordine degli architetti paesaggisti pianificatori e conservatori di Firenze, la Fondazione architetti Firenze e la Fondazione Michelucci si appellano al ministro e al sindaco di Firenze Dario Nardella perché il progetto sia conservato, in quella che ormai è diventata “una questione di principio e responsabilità”.

LA STORIA INFINITA DELLA LOGGIA ISOZAKI

Il concorso di progettazione internazionale per la Loggia da realizzare all’uscita degli Uffizi risale agli anni Novanta: è proprio del 1999 la vittoria dell’archistar giapponese Arata Isozaki – autore di oltre cento edifici, in Asia, Europa, Nord America, Medio Oriente e Australia – e del suo partner italiano Andrea Maffei, con un progetto che rievocava il cubo di Brunelleschi deformato dalla prospettiva centrale di Leon Battista Alberti. Alta 23 metri, la loggia dovrebbe coincidere con il secondo piano del Museo degli Uffizi, alla stessa altezza della Loggia dei Lanzi, arricchita da quattro sculture. Costantemente rimandata, con tanto di cantiere aperto e rimasto imbarazzantemente paralizzato per oltre vent’anni, la Loggia è oggetto di continui ripensamenti, un leitmotiv che a ogni cambio di ministri e sottosegretari torna al centro della contesa.

Arata Isozaki & Andrea Maffei, Loggia degli Uffizi, Firenze. Courtesy AMA

Arata Isozaki & Andrea Maffei, Loggia degli Uffizi, Firenze. Courtesy AMA

LA LETTERA DEGLI ARCHITETTI FIORENTINI A SANGIULIANO E NARDELLA

Vi scriviamo per porre alla Vostra attenzione una ben nota vicenda che fortemente impatta da anni sul centro storico di Firenze e sul Museo degli Uffizi e quindi su due biglietti da visita del nostro patrimonio storico culturale che ci rappresenta in tutto il Mondo; l’uscita della Galleria degli Uffizi”. Così si apre la lettera degli architetti fiorentini a ministro e sindaco, che ricorda come questa sia stata oggetto di un prestigioso concorso internazionale nel 1998, a cui furono invitati personalità del calibro di Tadao Ando, Gae Aulenti, Mario Botta, Norman Foster, Frank O. Gehry, Vittorio Gregotti, Hans Hollein, Arata Isozaki, Jean Nouvel, Richard Meier e Rafael Moneo, e al quale parteciparono Aulenti, Botta, Foster, Gregotti, Hollein e Isozaki. La vittoria, l’anno dopo, del progetto di Isozaki e Maffei “ha rappresentato la volontà ed il diritto di una città e la sua comunità di esprimere la sua contemporaneità in rapporto alla sua storia, sempre operante, nel rinnovare la propria identità. Oggi realizzare tale progetto, donando a Firenze un’opera d’arte contemporanea, diventa una questione di principio oltre che culturale, e per farlo è necessario dimostrare coerenza nelle scelte per lo sviluppo urbanistico di Firenze, aprendo le porte all’architettura contemporanea. Si tratta di realizzare un elemento funzionale, destinato a dare anche un senso estetico e contemporaneo alla piazza del Grano, caratterizzando questo importante spazio, in cui transitano ogni anno migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo, chiudendo finalmente quel cantiere, aperto oramai da un tempo infinito, con le gru che ancora spiccano a lato del complesso museale fra i più famosi al mondo”. La lettera esorta quindi ad assumersi “in maniera definitiva la responsabilità di portare a termine un progetto che attende da troppi anni. Nel 2020 peraltro il progetto, già rivisitato e migliorato dal progettista stesso, fu rifinanziato con 12 milioni di euro dall’allora ministro della Cultura Dario Franceschini, inserendolo nell’ambito del piano strategico nazionale ‘Grandi progetti culturali’, lanciato dal MiC”. La lettera, consultabile integralmente a questo indirizzo, risponde infine alla proposta del “muro verde” di Sangiuliano, ricordando come questo sia prima di tutto “poco contestualizzato e di difficile manutenzione, come già sperimentato a Firenze nel recupero del complesso delle Murate” e che in sostanza “non ci sembra davvero una valida alternativa per Firenze e per il patrimonio architettonico nazionale, nonostante accarezzi l’anima green di tutti noi”. La lettera, che si chiude con tono accorato, si appella ai due interlocutori in veste di “custodi e tutori dei beni di questo nostro magnifico Paese” per andare“oltre le polemiche e dopo un quarto di secolo realizzare l’opera senza più ‘se’ e senza più ‘ma’”.

Arata Isozaki & Andrea Maffei, Loggia degli Uffizi, Firenze. Courtesy AMA

Arata Isozaki & Andrea Maffei, Loggia degli Uffizi, Firenze. Courtesy AMA

L’ATTACCO DI SGARBI: INTERROMPERE L’ITER

Questa lettera è in realtà la seconda mandata dagli architetti fiorentini alle più alte cariche culturali dello stato in poche settimane. Poco prima della proposta di Sangiuliano, infatti, anche il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi aveva avanzato l’idea di “interromperne definitivamente l’iter”. Era presto seguita l’ammonizione dell’Ordine e della Fondazione Architetti di Firenze, che invitava a guardarsi bene dal rischio di “discredito e perdita di credibilità della stessa, a livello nazionale e internazionale. Una giuria ha valutato i progetti in concorso ed ha decretato un vincitore; non è accettabile che a posteriori venga messo in discussione il loro lavoro e la loro decisione, e con essa tutta la procedura concorsuale”.

Giulia Giaume

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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