Portrait Milano: il nuovo hotel della Lungarno Collection riapre l’ex Seminario Arcivescovile

Lo storico edificio affacciato (o meglio nascosto) su Corso Venezia riapre al pubblico dopo vent’anni, grazie alla riqualificazione curata da Michele De Lucchi per Ferragamo. Oltre al nuovo hotel, il progetto regala alla città una nuova piazza con ristorazione, moda e design

Non sembra destinato ad arrestarsi il fermento urbanistico che, da qualche tempo a questa parte, sta ripensando il volto dell’area di Corso Venezia, a Milano. Dopo l’inaugurazione della Fondazione Luigi Rovati, che ha restituito alla città l’ottocentesco Palazzo Bocconi – Rizzoli – Carraro, e l’operazione immobiliare che ha portato il gruppo Cipriani a Palazzo Bernasconi (oggi Casa Cipriani, negli spazi ripensati dall’architetto Michele Bönan), è necessario spostarsi qualche metro più in là, direzione Quadrilatero, per scoprire il nuovo volto dell’ex Seminario Arcivescovile, monumentale complesso architettonico fondato nel 1565, legato alla figura di Carlo Borromeo. In questo caso, l’articolata operazione di restauro dell’edificio, che da oggi ospita il boutique hotel Portrait Milano, in forza alla catena Lungarno Collection di Ferragamo (già presente a Roma e ovviamente a Firenze, ma qui al debutto con la sua operazione più consistente), non si limita a ripensare gli ambienti storici del complesso all’insegna dell’ospitalità raffinata del gruppo fiorentino, ma garantisce a tutti di tornare a fruire di uno spazio urbano interdetto da vent’anni, oltrepassando il maestoso portale barocco con cariatidi e il motto borromaico Humilitas, realizzato nel 1652 su disegno di Francesco Maria Richini, che si apre al civico 11 di Corso Venezia. Ora un nuovo percorso urbano viene restituito ai milanesi e ai turisti, poiché sarà possibile transitare a piedi direttamente da Corso Venezia a Via Sant’Andrea, attraverso la nuova piazza cinquecentesca.

L'ex Seminario Arcivescovile di Milano, dall'alto

L’ex Seminario Arcivescovile di Milano, dall’alto

PORTRAIT: UNA NUOVA PIAZZA PER MILANO

Concepito come un insieme di diversi corpi di fabbrica organizzati su un lotto molto profondo, l’ex Seminario si caratterizza infatti per un grande cortile a pianta quadrata (il chiostro degli Umiliati), circondato da un doppio loggiato a colonne binate e architravate: 2800 metri quadri ribattezzati piazza del Quadrilatero, che d’ora in avanti saranno luogo aperto alla fruizione e al passaggio. Il progetto di rinnovamento conservativo è stato affidato a Michele De Lucchi e al suo studio AMDL Circle, che hanno lavorato, nel rispetto della storia del complesso, per conciliare le diverse attitudini di Portrait, ospitalità e ristorazione, ma anche shopping, benessere, cultura ed entertainment. Sotto il loggiato che circonda la piazza, infatti, trovano ora spazio una serie di boutique, ristoranti e spazi creativi (il Beefbar, Antonia, insegna della moda già nota in città, So-Le Studio di Maria Sole Ferragamo e il wellness brand The Longevity Suite, oltre al bar e ristorante 10_11, sul lato nord del Quadrilatero, sotto la diretta gestione di Lungarno Collection, alcuni già operativi altri in partenza da qui alla primavera 2023), con l’obiettivo di accrescere presto il novero di partner legati al mondo di moda, design e lifestyle, ospitati all’interno della “cittadella” Portrait. Per febbraio 2023, intanto, è attesa l’apertura del ristorante di alta cucina affidato alla guida del giovane chef Alberto Quadrio, che già supervisiona l’offerta del 10_11 (mentre al bar c’è Andrea Maugieri, sotto l’ala di Mattia Pastori).

Piazza del Quadrilatero, Milano

Piazza del Quadrilatero, Milano

PIAZZA QUADRILATERO. UNA NUOVA URBANISTICA A MILANO

La dimensione più prettamente legata all’ospitalità, invece, si articola dal primo piano dell’edificio, con 73 tra camere e suite, disegnate dall’architetto Michele Bönan, che ha innestato su uno stile classico dettagli contemporanei ispirati all’artigianalità toscana e alla storia di Ferragamo, come le maniglie in cuoio e le boiserie in rattan. Dopo lunghe trattative con la diocesi di Milano, proprietaria delle mura, la stesura di un progetto che rispettasse i vincoli della Sovrintendenza alle Belle Arti e i rallentamenti dovuti alla pandemia, dunque, l’ambizioso progetto di Ferragamo si presenta ai blocchi di partenza avendo già tagliato un traguardo: ripensare l’urbanistica di un’area strategica della città, facendone al contempo un nuovo polo d’attrazione per i turisti in visita a Milano con una vicinanza, che potrebbe essere propedeutica a collaborazioni, con il gioiellino comunale di Palazzo Morando, che l’amministrazione, nella figura del nuovo direttore del Polo Museale Gianfranco Maraniello, sta cercando di rilanciare come museo della moda.

Livia Montagnoli

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