Power List 2018 di ArtReview. David Zwirner al primo posto, #metoo si piazza a sorpresa al terzo

Non solo personaggi influenti, ma anche movimenti e casi mediatici entrano con forza nel podio della classifica redatta ogni anno dalla rivista britannica ArtReview. Ecco come il #metoo ha condizionato il sistema dell’arte nell’ultimo anno

Non capita spesso che di una classifica faccia più clamore la terza posizione anziché la prima, ed è ancora più raro che in una classifica di personaggi “influenti”, sul podio si piazzi una new entry che, di fatto, personaggio non è. È stata svelata in queste ore la Power 100, classifica dei 10 personaggi più influenti dell’art system internazionale redatta, come ogni anno, dalla rivista britannica ArtReview. Un appuntamento imprescindibile per tutti i professionisti del settore, un sunto che racchiude un intero anno di avvenimenti, protagonisti, tendenze, persino spaccati di attualità sociale e politica. E proprio uno degli avvenimenti che ha dominato le prime pagine dei giornali di tutto il mondo si è posizionato al terzo posto della Power 100: si tratta del #metoo, movimento di solidarietà e protesta a cui hanno aderito donne di tutto il mondo nato all’indomani del famigerato caso Harvey Weinstein, potente produttore cinematografico accusato dall’attrice Asia Argento di molestie e violenza sessuale. E il resto del podio? Stravince, ma c’era da aspettarselo, David Zwirner, celebre art dealer tedesco che quest’anno festeggia i 25 anni di attività con una serie di iniziative che l’hanno reso spesso protagonista della stampa di settore; mentre si piazza al secondo posto il pittore afroamericano Kerry James Marshall.

David Zwirner

David Zwirner

IL PODIO

Che il 2018 sia stato l’anno d’oro di David Zwirner non ci sono dubbi: l’art dealer con all’attivo cinque gallerie tra New York, Londra e una di prossima inaugurazione a Hong Kong, lo scorso gennaio ha annunciato l’apertura di un sesto spazio, sempre nella Grande Mela, la cui progettazione è stata affidata all’archistar Renzo Piano, per un investimento di 50 milioni di dollari. Un regalo che Zwirner si è fatto per i suoi 25 anni di attività, che va ad aggiungersi a Dialogues, serie di podcast dedicata all’arte contemporanea disponibili sul sito della galleria, e a una piattaforma di vendita online gestita dalla social influencer Elena Soboleva.
Oltre 21milioni di dollari: è questa la cifra con cui Sean Combs, alias Puff Diddy, si è aggiudicato Past Times, dipinto del 1997 realizzato da Kerry James Marshall (Birmingham, Alabama, 1955), rappresentando un record per un artista nero vivente. Al secondo posto della Power 100, Marshall da sempre coniuga ricerca artistica e impegno civico, rappresentando sulla tela storie che vedono protagonisti persone di colore, rivendicando così la presenza e l’importanza della comunità afroamericana nella storia statunitense.

Kerry James Marshall in Studio - photo Kendall Karmanian

Kerry James Marshall in Studio – photo Kendall Karmanian

IL TERZO POSTO A SORPRESA

È partito dal mondo del cinema, per poi diramarsi in numerosi settori delle arti e anche nella vita di tutti i giorni, coinvolgendo dive e donne comuni, unite sotto un unico grido – o per meglio dire hashtag – #metoo. “Anche io”, detto da tutte quelle donne che hanno subito molestie e violenze sessuali da capi e uomini di potere, e costrette a cedere al ricatto e al pressing psicologico per paura di perdere il lavoro. Asia Argento è stata la prima a denunciare pubblicamente l’orco Harvey Weinstein, azione che ha avuto un forte impatto mediatico, antropologico, politico, innescando un effetto domino di denunce, rivelazioni, accuse, polemiche, polveroni che ha avuto un forte impatto anche sul mondo dell’arte. A partire dalle accuse di molestie volte contro artisti – noti i casi Richard Meier e Terry Richardson, ma anche del co-editore della rivista internazionale Artforum Knight Landesman, per giungere fino al curatore newyorchese Jens Hoffmann, solo per fare qualche esempio. Ma come può un movimento mediatico – seppur di fortissimo impatto – inserirsi in una classifica di “personaggi influenti”? “Molti dei più rilevanti cambiamenti al potere nel mondo dell’arte possono essere fatti risalire a una protesta popolare contro il suo abuso. #MeToo è diventato virale tra le accuse di abuso da parte del magnate cinematografico Harvey Weinstein nell’ottobre 2017 e, nei 12 mesi successivi, ha fornito uno scudo al di sotto del quale si sono raccolte diverse proteste contro le molestie sessuali sul posto di lavoro”, si legge nella motivazione fornita da ArtReview. Un movimento partito dal mondo del cinema che nell’abito artistico ha dato vita all’iniziativa We Are Not Surprised, formatisi sulla scia delle rivendicazioni contro Knight Landesman. Ma non solo:#metoo ha avuto un forte impatto dal punto di vista critico e curatoriale, diventando oggetto di discussioni in mostre, talk, biennali e persino fiere, con sezioni ad hoc dedicate al tema dell’erotismo letto da artiste donne. Anche noi di Artribune abbiamo riflettuto sull’argomento intervistando un gruppo di donne che lavorano nel mondo dell’arte nell’inchiesta #MeToo: come il mondo dell’arte guarda la rivolta delle donne che fa tremare lo showbiz?, di cui qui potrete leggere il primo articolo della serie.

GLI ITALIANI IN CLASSIFICA

Per leggere il nome di un italiano, dobbiamo arrivare al 20esimo posto della classifica, dove troviamo Miuccia Prada, collezionista e presidente dell’omonima fondazione  che nel 2015 a Milano ha inaugurato il museo dell’istituzione progettato da Rem Koolhaas: una miscela di nuovi edifici e vecchi magazzini industriali già esistenti, a cui lo scorso aprile si è aggiunta una torre alta 60 metri a firma dell’archistar olandese. Scende di 3 posizioni rispetto allo scorso anno il curatore Massimiliano Gioni, al 25posto, mentre sale di 8 posizioni (dal 69 al 61) Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, la cui collezione la cui collezione comprende oltre 1.500 opere con nomi del calibro di Maurizio Cattelan, Ian Cheng, Berlinde de Bruyckere, Cerith Wyn Evans, Damien Hirst, Josh Kline, Sarah Lucas, Lynette Yiadom-Boakye, Mark Manders, Charles Ray, Cindy Sherman, solo per citare qualche esempio. Scende dal 78esimo all’84esimo posto Cecilia Alemani, lo scorso anno alla sua prima volta su Power 100, forte della curatela del Padiglione Italiano alla Biennale d’Arte di Venezia del 2017 e di Art Basel Cities Buenos Aires. Altro italiano in discesa è il gallerista Massimo De Carlo, che passa dal 66esimo posto del 2017 al 91esimo del 2018.
A questo link è possibile visionare l’intera Power 100.

– Desirée Maida

www.artreview.com

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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