Parco Sempione a Milano: un concentrato di arte e cultura incredibile. La mappa

Non ci sono solo Castello e Triennale nel parco urbano di Milano, ma anche sculture, palazzine vintage, arene e fontane...

Cosa vedere a Parco Sempione di Milano? Quale è il suo patrimonio culturale e artistico da scoprire? Con i suoi 386mila metri quadri, il parco più amato dai milanesi non è soltanto un polmone verde, ma anche un portafoglio di chicche non scontate per chi apprezza l’arte, l’architettura e, ovviamente, la storia di Milano. Ecco una carrellata di tutti i must see d’arte del Parch Sempion.

1 / 12

Il Castello Sforzesco

2 / 12

La Triennale

3 / 12

La Torre Branca

4 / 12

Il Teatro Continuo di Burri

5 / 12

La Chiosco Scultura di Roccamonte

6 / 12

La Biblioteca Parco Sempione

7 / 12

La Fontana dell’Acqua Marcia

8 / 12

L’Acquario di Milano

9 / 12

L’Arena Civica Gianni Brera e la Palazzina Appiani

10 / 12

L’Arco della Pace

11 / 12

Il Ponte delle Sirenette

12 / 12

Il Seme dell’Altissimo di Isgrò

Come non partire dal Castello Sforzesco? Quasi completamente restaurato alla fine dell’Ottocento da Luca Beltrami – con la ricostruzione totale della Torre del Filarete –, il Castello non è solo una grande struttura fortificata ma un vero complesso museale autonomo. Recentemente riorganizzato, l’edificio raccoglie in sé enti più noti, come il Museo della Pietà Rondanini di Michelangelo, e meno noti, come il Museo d’arte antica, ospitato nelle sale decorate in epoca viscontea e sforzesca (inclusa la celebre Sala delle Asse, affrescata da Leonardo) con opere d’arte milanese e lombarda dalla tarda epoca romana alla fine del Cinquecento. E poi, ancora, ci sono la Pinacoteca, che conserva una ricchissima collezione di dipinti, dal gotico al Settecento, con opere di Filippo Lippi, Antonello da Messina, Andrea Mantegna, Tiziano, Canaletto, Correggio, Tiepolo e dei maggiori esponenti della scuola lombarda; il Museo Archeologico(suddiviso tra Preistoria ed Egitto, ora in fase di riallestimento); il Museo dei Mobili; il Museo delle Arti Decorative;  il Museo degli strumenti musicali; l’Archivio Fotografico; la Raccolta delle Stampe e il Gabinetto dei Disegni; il Gabinetto Numismatico e Medagliere; l’Archivio Storico Civico; la Biblioteca Trivulziana e quella d’Arte e il Centro Alti Studi sulle Arti Visive. Il Castello ospita anche molte iniziative ad hoc, come il programma estivo, così come conferenze e presentazioni durante Book City. Sono pochi coloro che possono dire di aver goduto di tutto ciò che il Castello offre.

Castello_Sforzesco_dall'_alto Ph zheng.yan
Castello Sforzesco dall’ alto. Ph: zheng.yan

Ha da poco festeggiato i suoi (primi) cent’anni la Triennale di Milano, tra le principali istituzioni culturali della città dedicata a design, architettura, arti visive, sceniche e performative. Spostatasi da Monza e inizialmente guidata da Gio Ponti e Mario Sironi, la Triennale ha trovato la propria casa definitiva nel Palazzo dell’Arte progettato da Giovanni Muzio, con i suoi 12mila metri quadri di sale espositive e spazi dedicati al pubblico. Un luogo molto frequentato, e non solo per le mostre: tra festival di danza e performance, il nuovo Centro Studi e Archivio Cuore, il celebre Giardino e le aree comuni e di ristoro, la Triennale è un grande classico del fine settimana in città.

Triennale Milano © Triennale Milano. Foto Gianluca Di Ioia
Triennale Milano © Triennale Milano. Foto Gianluca Di Ioia

Richiesta da Mussolini e disegnata da Gio Ponti, la “Torre Littoria” venne alzata in poco più di due mesi nel 1933, in occasione della V Triennale. La Torre, che doveva essere alta non più di 108 metri per tenersi al di sotto della Madonnina del Duomo, ospitava un belvedere e un ristorante cui si accedeva tramite un moderno ascensore. Inizialmente la Torre ospitava un grande faro parabolico, poi sostituito dalle antenne tv con la nascita della televisione. Lentamente divenuta inagibile, la Torre andò fuori servizio nel 1972 per poi essere restaurata e resa alla città nel 2002 dalla famosa distilleria dei Fratelli Branca, di cui ora porta il nome. La sua altezza garantisce, anche oggi, una bella vista sul panorama cittadino e sul parco stesso.

Milano_Torre_Branca ph Arbalete
Milano Torre Branca. Ph: Arbalete

Era il 1973 quando Alberto Burri venne invitato a partecipare alla sezione Contatto Arte-Città della Quindicesima Triennale di Milano. L’artista progettò un’opera che fosse funzionale e il meno possibile invasiva nell’area verde: così nacque il Teatro Continuo. La struttura era composta da sei quinte in acciaio rotanti su assi verticali, le cui superfici erano rivestite da una vernice nero opaca da un lato e bianca dall’altro, e fissate a una base di cemento armato installata in una linea che collegava idealmente l’Arco della Pace al Castello. Demolito nel 1989 per l’avanzato stato di degrado in cui versava, il Teatro Continuo è stato ricostruito nel 2015 in occasione del Centenario della nascita dell’artista, su proposta della Fondazione Burri.

Alberto-Burri-Teatro-Continuo1
Alberto Burri, Teatro Continuo

Tra le opere realizzate per la sezione Contatto Arte – Città della XV Triennale di Milano c’è anche la bizzarra Chiosco Scultura di Giorgio Amelio Roccamonte. L’opera, interamente in cemento armato, ha una spiccata funzione pratica, perché è utilizzabile dal pubblico del Parco Sempione come chiosco per la lettura.

Roccamonte_Giorgio_Amelio_Chiosco_Piazza_Sempione__scultura_statue_statua_Art_at_Site_Milano_Milan
Roccamonte, Giorgio Amelio, Chiosco Piazza Sempione, Art at Site Milano

Proprio sullo sfondo del Teatro Continuo, poi, c’è una piccola palazzina, che sembra una casetta nel bosco. È la Biblioteca Parco Sempione, ospitata nello storico padiglione vetrato progettato da Ico Parisi per la X Triennale del 1954. La struttura, anche grazie alle pareti in vetro con vista a 360 gradi sul parco, è un luogo molto apprezzato per leggere, studiare e partecipare a iniziative, incontri e laboratori (che con il bel tempo si spostano anche nei dintorni, all’aperto).

Biblioteca Parco Sempione
Biblioteca Parco Sempione

Vincolata dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici, la Fontana dell’Acqua Marcia appare ai visitatori meno esperti come una “normale” fontana a perdere di 40 mq in pietra e zoccolo in cemento. La sua particolarità, però, sta nell’acqua che, purissima e leggermente solfidrica, ha una temperatura costante di 16°. Come i milanesi sapranno, è un’acqua benefica, il cui odore sulfureo svanisce dopo poco tempo.

Fontana dell'acqua marcia
Fontana dell’acqua marcia

L’Acquario e Stazione Idrobiologica di Milano ha la sua sede in una palazzina in stile liberty progettata dall’architetto Sebastiano Locati e decorata tutta a tema acquatico. Si tratta dell’unico padiglione sopravvissuto dell’Esposizione Internazionale del 1906 (che celebrava l’apertura del Traforo del Sempione), e dopo Napoli rappresentava il secondo acquario del Paese e uno dei primi in Europa. Restaurato nei primi anni del Duemila, l’Acquario include un percorso di vasche d’acqua dolce e marina con più di cento specie di organismi acquatici, così come una delle più prestigiose biblioteche italiane di biologia marina.

L'Acquario civico di Milano
L’Acquario civico di Milano

Ben prima di San Siro era l’Arena Civica il cuore dello sport in città. Inaugurata nel 1807 alla presenza di Napoleone con una grande naumachia, l’Arena Civica Gianni Brera è stata un campo da rugby e calcio – era il primo campo ufficiale dell’Inter –, e nei mesi invernali si trasformava in una grande pista di pattinaggio. Tra corse di bighe, spettacoli circensi, ascensioni in pallone aerostatico e tornei di cavalieri, l’Arena era un luogo tuttofare, ma con il passare del tempo il suo ruolo è stato limitato allea gare di atletica e agli eventi, soprattutto musicali. Bellissima anche la Palazzina Appiani, già Loggia Reale, gioiello neoclassico in cura al FAI.

Arena Civica, Photo: Sergio Daffitto
Arena Civica, Photo: Sergio Daffitto

E a proposito di Napoleone non si può non citare il grande Arco della Pace, che reca nel nome la sconfitta del Bonaparte stesso. La prima pietra del neoclassico Arch del Sempion fu posta sempre nel 1807, anno in cui Milano era capitale del Regno d’Italia napoleonico. Sospesi per la caduta di Napoleone, i lavori ripresero nel 1826 sotto gli austriaci, che dedicarono l’arco appunto “alla pace tra le nazioni europee” raggiunta con il Congresso di Vienna. Inaugurato il 10 settembre 1838 alla presenza dell’imperatore Ferdinando I d’Austria, l’Arco ebbe la sua definitiva consacrazione nel 1859 con l’ingresso in città di Napoleone III e di Vittorio Emanuele II dopo la vittoria a Magenta.

Arco della Pace Photo Paolobon140
Arco della Pace, Photo: Paolobon140

Dal grande e appariscente ci spostiamo al piccolo e quasi invisibile. Se non fosse per gli ormai diffusissimi tour del parco, non sarebbero in molti a notare nel fitto della vegetazione un piccolo ponte in ghisa, spostato qui quando i Navigli di Milano furono interrati nel 1930. È il Ponte delle Sirenette, una struttura di modeste dimensioni che ha subito molti rimaneggiamenti tra spostamento dal canale, bombardamenti e persino furti (una statua originale si è persa così). Al tempo della sua inaugurazione, nel 1842, il ponte aveva fatto molto scalpore: la struttura dell’architetto FrancescoTettamanzi, costruita dalla ditta Rubini, Scalini, Falk e C. di Dongo, era infatti adornata con quattro figure di procaci sirenette, realizzate su modelli in gesso di Benedetto Cacciatori. Proprio in omaggio alle sirene, il ponte guadagnò subito il soprannome di “Ponte delle sorelle Ghisini”, per via della ghisa usata per le sculture.

Ponte_delle_Sirenette Photo Pmk58
Ponte delle Sirenette, Photo Pmk58

È dal 2017 che l’opera Il Seme dell’Altissimo di Emilio Isgrò ha trovato casa negli spazi adiacenti alla Triennale, in via Zola. La grande scultura, che alcuni ricorderanno dal tempo di Expo 2015 (occasione della sua realizzazione), è alta sette metri e deve il suo nome al marmo Bianco dell’Altissimo della Cava Cervaiole di Henraux usato per la sua realizzazione. L’opera rappresenta un seme d’arancia ingrandito un miliardo e cinquecento milioni di volte, una citazione al protoseme realizzato dallo stesso Isgrò nel 1998 per la nativa Barcellona Pozzo di Gotto.

Isgrò, Seme Altissimo
Isgrò, Seme Altissimo
1 / 12

Il Castello Sforzesco

2 / 12

La Triennale

3 / 12

La Torre Branca

4 / 12

Il Teatro Continuo di Burri

5 / 12

La Chiosco Scultura di Roccamonte

6 / 12

La Biblioteca Parco Sempione

7 / 12

La Fontana dell’Acqua Marcia

8 / 12

L’Acquario di Milano

9 / 12

L’Arena Civica Gianni Brera e la Palazzina Appiani

10 / 12

L’Arco della Pace

11 / 12

Il Ponte delle Sirenette

12 / 12

Il Seme dell’Altissimo di Isgrò

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

Scopri di più