Visitare Fotografia Europea 2022 in 5 mostre

Si rinnova a Reggio Emilia l’appuntamento con la grande fotografia. Qui vi proponiamo una selezione di mostre da vedere nell’ambito della nuova edizione di Fotografia Europea

Quasi maggiorenne, Fotografia Europea di Reggio Emilia torna in presenza. E lo fa, come sempre, con un gran numero di mostre e progetti, con autori dagli sguardi trasversali che declinano il tema del festival in modi assai diversi – quasi forse a lasciare al titolo della rassegna solo la sua suggestione, quest’anno scaturita da una celebre frase di Camus (Un’invincibile estate) – e con un circuito Off che coinvolge tutta la città e si estende anche “fuori dalle mura”. Tra le tante proposte, ne abbiamo scelte cinque, e tra queste non poteva mancare la mostra dedicata alla superstar reggiana – e non solo ovviamente! – della fotografia, Luigi Ghirri. Del quale peraltro ricorrono i trent’anni dalla scomparsa.

Marta Santacatterina

https://www.fotografiaeuropea.it/

IN SCALA DIVERSA. LUIGI GHIRRI, ITALIA IN MINIATURA E NUOVE PROSPETTIVE

Il viaggio, la meraviglia, la favola: sono forse i tre pilastri su cui si fonda il progetto del parco tematico “Italia in miniatura”, fondato nel 1970 a Rimini da Ivo Rambaldi e che negli anni ha radunato ben 273 repliche di meraviglie architettoniche italiane ed europee, tutte ovviamente in scala. Un luogo senza dubbio magnetico per un fotografo come Luigi Ghirri (Scandiano, 1943 – Roncocesi, 1992) che, dopo averlo visitato, notò che lì “l’ombra delle persone copre interamente una piazza, in questa dimensione inusitata, in questo grande teatro una volta tanto gli attori sono molto più alti dei fondali”. E Ghirri non poteva che rimanere affascinato da questa realtà assolutamente irreale. La mostra, straordinaria, espone allora numerosi scatti, anche inediti, della serie In scala, affiancandoli ai materiali originali di Rambaldi quali documenti fotografici dei monumenti veri e propri, cartoline, modellini provenienti dai laboratori in cui si realizzavano pazientemente quelle fedeli miniature. E per non far mancare lo sguardo del presente, l’esposizione si completa con i risultati di un workshop svolto presso l’ISIA di Urbino e che ha coinvolto artisti emergenti sotto la guida di Joan Fontcuberta e Matteo Guidi.

Reggio Emilia // fino all’8 gennaio 2023
In scala diversa. Luigi Ghirri, Italia in miniatura e nuove prospettive
PALAZZO DEI MUSEI
Via Lazzaro Spallanzani 1

Luigi Ghirri, Rimini, 1977 © Eredi Luigi Ghirri

Luigi Ghirri, Rimini, 1977 © Eredi Luigi Ghirri

CHLOÉ JAFÉ. I GIVE YOU MY LIFE

Non si può certo dire che Chloé Jafé (Lione, 1984) manchi di tenacia, coraggio e pazienza.
La fotografa infatti nel 2013 si è trasferita a Tokyo con l’obiettivo, non certo facile, di farsi aprire le porte della Yakuza, la mafia giapponese. E, incredibilmente, ci è riuscita. Il suo obiettivo ha quindi potuto inquadrare le donne e il loro rapporto con i boss, dando luogo a una serie raffinatissima e allo stesso tempo inquietante, che scruta i corpi tatuati, i rituali, i kimono, i gesti di sottomissione, ma anche gli sguardi fieri e forti di quelle mogli, amanti o figlie. Ad addolcire un argomento così spigoloso e un contesto inaccessibile, l’artista applica sulle stampe dei vivaci tocchi di colore, a cui talvolta aggiunge addirittura delle spruzzate di glitter, creando un effetto glamour e straniante che contrasta efficacemente con i soggetti ritratti.

Reggio Emilia // fino al 12 giugno 2022
Chloé Jafé. I give you my life
CHIOSTRI DI SAN PIETRO
Via Emilia San Pietro 44/c

Chloé Jafé, No title. Jun San. 2016, Osaka © Chloé Jafé

Chloé Jafé, No title. Jun San. 2016, Osaka © Chloé Jafé

JITKA HANZLOVÁ. DOORWAY

Il progetto Doorway di Jitka Hanzlová (Náchod, 1958) deriva da una commissione di Fotografia Europea che, a ogni edizione, promuove nuove produzioni nell’intento di mantenere nel tempo la finalità sperimentale e di ricerca del festival. La fotografa ceca era già stata ospite a Reggio Emilia e per l’ultima edizione si è concentrata sui migranti minori che hanno trovato una nuova casa nella città emiliana. Ha ritratto ragazzi e ragazze sulla soglia, una soglia che è simbolicamente anche un momento di passaggio. Ma a Palazzo da Mosto è stata allestita anche una retrospettiva di Hanzlová, toccando i suoi più importanti progetti: e si scopre così un autentico talento per il ritratto, ma anche una spiccata sensibilità verso gli elementi della natura e gli animali, nonché un’audacia sperimentale che dà vita a immagini ironiche e affascinanti.

Reggio Emilia // fino al 12 giugno 2022
Jitka Hanzlová. Doorway
PALAZZO DA MOSTO
Via Giovanni Battista Mari 7

Jitka Hanzlová, Doorway © Jitka Hanzlová

Jitka Hanzlová, Doorway © Jitka Hanzlová

MARY ELLEN MARK: THE LIVES OF WOMEN

Ciò che più sorprende dei reportage di Mary Ellen Mark (Pennsylvania, 1940 – New York, 2015) sono le date delle serie fotografiche esposte a Reggio Emilia: a prima vista si potrebbe collocare quegli scatti alla fine degli Anni Sessanta, o negli Anni Settanta. E invece… molti lavori si datano agli Anni Ottanta, altri agli Anni Novanta e si giunge fino a tempi ben più recenti. E non è il bianco e nero che inganna, ma uno stile estremamente “vintage”, sostenuto anche da soggetti fondamentalmente fuori dal loro tempo, forse perché marginali. E proprio le ingiustizie sociali, i pregiudizi contro le donne e i contesti dolorosi sono i soggetti di questa fotografa documentarista scomparsa nel 2015 che osservava le persone abbracciandone l’umanità, con un senso di empatia che non può non essere colto osservando immagini così potenti, talvolta disturbanti e talaltra dolcissime.

Reggio Emilia // fino al 5 giugno 2022
Mary Ellen Mark: The Lives of Women
CHIOSTRI DI SAN PIETRO
Via Emilia San Pietro 44/c

Mary Ellen Mark, Tiny in her Halloween costume, Seattle, Washington, 1983 © 1963-2013 Mary Ellen Mark _ Howard Greenberg Gallery, New York

Mary Ellen Mark, Tiny in her Halloween costume, Seattle, Washington, 1983 © 1963-2013 Mary Ellen Mark _ Howard Greenberg Gallery, New York

ALESSANDRA CALÒ. HERBARIUM. I FIORI SONO RIMASTI ROSA

Cosa c’è di più delicato di un antico erbario? Quei petali secchi, quelle foglie pallide sembrano sgretolarsi solo a guardarli, e invece si conservano per decenni, addirittura secoli, come è successo al finora sconosciuto erbario di Antonio Cremona Casoli conservato nei musei civici reggiani. Da quella raccolta spontanea, priva di qualsiasi scientificità, Alessandra Calò (Taranto, 1977) ha elaborato un progetto collettivo che ha coinvolto un gruppo di persone del progetto sociale Strade, accomunate da qualche fragilità, proprio come i fiori e i rami essiccati. Di antico Calò recupera anche la tecnica di stampa e sceglie la callitipia, “nella quale la manualità operativa è frazionabile fra i vari partecipanti”, scrive Massimo Mussini nel catalogo. Il risultato è un “erbario installativo” leggero, inclusivo e poetico.

Reggio Emilia // fino al 12 giugno 2022
Herbarium. I fiori sono rimasti rosa
PALAZZO DEI MUSEI
Via Secchi 1

Alessandra Calò, Herbarium. I fiori sono rimasti rosa, Reggio Emilia, 2022 © Alessandra Calò

Alessandra Calò, Herbarium. I fiori sono rimasti rosa, Reggio Emilia, 2022 © Alessandra Calò

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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