Le attività museali per teenager sui temi LGBTQIA+

Anche in Italia si moltiplicano le occasioni di formazione per i più giovani sull’identità di genere e sulle tematiche LGBTQIA+. Ne abbiamo parlato con Nicole Moolhuijsen, esperta di pratiche queer nelle istituzioni culturali

Da anni, nei più importanti musei mondiali, è in atto un progressivo cambio di prospettive. Le istituzioni culturali, abbandonata la cornice di neutralità che le ha caratterizzate per secoli, diventano i luoghi preposti all’indagine e all’approfondimento delle trasformazioni sociali. Del resto, nell’agosto 2022, è cambiata anche la definizione di “museo” data dall’ICOM:
“[…] Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano eticamente e professionalmente e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze.
Sulla base di queste premesse i luoghi di cultura vengono oggi intesi come spazi aperti in cui la cittadinanza si può confrontare, senza pregiudizi di sorta, adottando una prospettiva personale, creativa e di condivisione. A maggior ragione se si parla di identità di genere, senso di comunità, percezione del proprio corpo e rapporto con l’altro da sé. Tutti argomenti affrontati da Teens queer voice. Pratiche e strategia per un cambiamento: due laboratori per ragazzi tra i 15 e i 18 anni tenutisi al Mudec ‒ Museo delle Culture di Milano, il 20 e il 21 maggio 2023. Partendo dalla mostra dedicata all’artista della fotografia e attivista Muholi, i partecipanti, divisi in gruppi, hanno riflettuto sulle questioni che sentono più urgenti in relazione a genere, identità e rappresentazione, assistendo a una presentazione sull’attivismo LGBTQIA+ nelle istituzioni culturali. Il tutto coordinato da Nicole Moolhuijsen, esperta di pratiche queer e musei.

Muholi, Namhla at Cassilhaus, Chapel Hill, North Carolina, 2016

Muholi, Namhla at Cassilhaus, Chapel Hill, North Carolina, 2016

I MUSEI ITALIANI E LE TEMATICHE DI GENERE

I ragazzi sono già abituati a sentir parlare di queerness, vista la circolazione di contenuti che trattano tale tematica sui vari media. Basti pensare alle serie tv diffuse sulle principali piattaforme di streaming. Quindi, possiamo affermare che una visione più fluida sul genere e la sessualità permea la cultura a diversi livelli. L’ostacolo più grosso che si può riscontrare, invece, è l’assenza di una loro trattazione all’interno delle scuole”, afferma la stessa Moolhuijsen.
Infatti, se analizziamo i cosiddetti piani di studi ministeriali dei principali indirizzi scolastici superiori italiani, notiamo un’assenza di materie legate all’indagine del sé, perlomeno dal punto di vista psicologico. Si assiste così a una sorta di divario tra la formazione ufficiale e la realtà vissuta dai ragazzi. Oltretutto, qualora gli insegnanti volessero procedere in autonomia nel trattare argomenti afferenti al gender, potrebbero incorrere nel mancato sostegno da parte del restante corpo docente o di alcune famiglie degli alunni. Ciò dipende anche dallo scarto generazionale: “I giovani sono immersi in queste tematiche, gli over quaranta le vivono in maniera differente”, conferma Mulhoijsen. Ovviamente non si può generalizzare, ma il dato di fatto è che risulta difficilissimo affrontare la queerness in contesti di educazione formale: entrano così in gioco i musei. Infatti, sono i soggetti più adatti a fornire contenuti vagliati e di qualità evitando che l’educazione venga affidata ai mezzi di comunicazione di massa dove, come ben sappiamo, circolano facilmente fake news.
I laboratori museali non sono quindi mirati al coinvolgimento delle scuole, bensì ai singoli individui che, iscrivendosi, possono partecipare.
Anche nelle biblioteche, negli archivi e nelle università si discorre sempre più di queerness, diritti LGBTQIA+, genere e sessualità. Tutti temi estremamente complessi dal punto di vista culturale. Si parla, infatti, di “intersezionalità”, ovvero della sovrapposizione di diverse etnie, classi sociali e delle relative discriminazioni, oppressioni o dominazioni che ognuno ha vissuto. I ragazzi che vi partecipano arricchiscono le discussioni con il proprio bagaglio personale, che già di per sé si configura come plurale.

Fondazione Querini Stampalia, Area Scarpa

Fondazione Querini Stampalia, Area Scarpa

WORKSHOP PER TEENAGER A TEMA QUEER: ALCUNI ESEMPI

Strutturare delle attività di questo tipo nei luoghi preposti alla cultura permette di raggiungere pubblici diversi, in un rapporto di mutuo scambio tra partecipanti e istituzione ospitante. Infatti, i frequentatori abituali si avvicineranno a concetti di cui non avevano particolari nozioni, mentre altre persone entreranno in quel determinato museo perché attirate dall’argomento specifico.
Se un’istituzione si propone come contesto in cui trattare tali temi, il messaggio che passa è che essi stessi non siano divisivi. L’obiettivo è creare un dialogo”, afferma Nicole Mulhoijsen.
Nel museo si genera così un ambiente informale e sicuro in cui i ragazzi possono esprimere le proprie posizioni, rispettando il prossimo e identificando dei metodi per abbattere le discriminazioni nel loro quotidiano. I laboratori per teenager mirano a fornire degli strumenti di conoscenza concreti che arricchiscano davvero l’utenza. Si termina di solito con un lavoro pratico, una creazione artistica che consolidi quanto appreso, rendendolo visibile. Lavorando con i ragazzi, le istituzioni affinano le tecniche di dialogo con quelli che saranno i visitatori del futuro.
È ciò che ha messo in atto il Museo di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna (TV) nell’ambito della mostra Futuro Agenda 2030, dedicata al piano ONU per lo sviluppo sostenibile. All’interno del percorso di visita è stata creata una sezione sul genere che non include esclusivamente le identità binarie. Un base di partenza per parlare ai ragazzi di tematiche più ampie quali i diritti intersex e la costruzione culturale dello stesso concetto di genere. A Venezia, invece, la Fondazione Querini Stampalia ha organizzato sia attività per ragazzi che per adulti. Ad esempio, il corso di formazione Musei e trasformazioni sociali per professionisti culturali o le visite in occasione del riallestimento di una parte della collezione. Qualche tempo fa l’apparato didascalico della Fondazione è stato rinnovato e nella sala della mitologia si è inserita anche una narrazione dedicata alla tematica queer in riferimento alla Venezia del Settecento. Argomenti quali il libertinismo e il travestitismo in chiave storica sono così diventati parte del percorso di visita permanente e opportunità di dialogo, confronto e attività con visitatori di tutte le età.
Un’altra istituzione veneziana molto attiva in merito al discorso gender è Palazzo Grassi, che più volte ha coordinato interessanti incontri sul tema.

Queer Britain HISTORY, Chosen Family, A IMAGES QB LEVI'S © 2019

Queer Britain, HISTORY, Chosen Family, A IMAGES QB LEVI’S © 2019

LA SITUAZIONE NEGLI ALTRI PAESI

Nonostante questi esempi virtuosi, è facile constatare come in molte altre nazioni la diffusione di attività d’informazione per ragazzi legate ai temi della queerness all’interno delle istituzioni culturali sia di gran lunga maggiore che in Italia. Complici i cosiddetti “LGBTQIA+ History Month”, ovvero tutte quelle iniziative per ricordare e celebrare la storia della comunità che si concentrano in un mese specifico: giugno per buona parte dell’Europa, febbraio per l’Inghilterra e ottobre per gli Stati Uniti. Altra differenza con il nostro Paese è l’inclusione di queste tematiche all’interno dei programmi scolastici.
Quindi all’estero le istituzioni culturali sono solo una delle componenti di un sistema ben rodato: ne è un esempio il British Museum, che da anni conduce laboratori di approfondimento legati all’educazione sessuale e ai diritti LGBTQIA+ indirizzati alle scuole.
Sempre a Londra, nel 2022, ha aperto le porte al pubblico il Queer Britain, un museo totalmente dedicato alla storia queer che ogni mese organizza numerose attività.
Spostandoci, invece, nei Paesi Bassi, troviamo i laboratori di formazione organizzati dal Van Abbemuseum di Eindhoven e dall’IHLIA – LGBTI Heritage, una sorta di archivio internazionale della storia della comunità LGBTQIA+ con sede ad Amsterdam. Da parte sua l’Amsterdam Museum organizza, con cadenza regolare, i Queer Gaze Tour, visite guidate e workshop per ragazzi gestiti da appartenenti alla comunità.
Spostandoci dal Nord Europa all’area mediterranea, troviamo altri esempi virtuosi. Uno su tutti è il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, che ha organizzato tantissimi laboratori a tema queerness utilizzando metodologie pedagogiche innovative.
Al di fuori dell’Italia, il coinvolgimento delle istituzioni culturali nel coordinare il dibattitto e la formazione delle nuove generazioni su tematiche legate all’identità di genere è una pratica consolidata almeno da un decennio. Esiste perfino una letteratura specifica a riguardo.
Del resto, l’International Council of Museums, nell’ultima conferenza tenutasi a Praga, ha sottolineato la rilevanza di questi argomenti per il progresso sociale, dedicandogli incontri e pubblicazioni sulla rivista istituzionale.
Sicuramente organizzare delle attività didattiche su tematiche afferenti all’universo LGBTQIA+ non è facile: il rischio di incappare in azioni giudicate dal pubblico come “rainbow washing” è sempre dietro l’angolo. Nel caso delle istituzioni culturali i laboratori, se mal strutturati, potrebbero essere visti come operazioni ad hoc per aumentare il numero di visitatori o migliorare la propria immagine. Gli esperti nell’ambito però non mancano, gli strumenti di studio nemmeno. Dunque, non ci sono più scuse: anche in Italia è arrivato il momento per i musei di agire e diffondere una maggior consapevolezza presso il grande pubblico su argomenti quali l’inclusione e i diritti civili.

Elisabetta Roncati

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Elisabetta Roncati

Elisabetta Roncati

Genovese di nascita e milanese d’adozione, Elisabetta Roncati ha deciso di unire formazione universitaria economica/manageriale e passione per la cultura con un unico obbiettivo: avvicinare le persone all’arte in maniera chiara, facilmente comprensibile e professionale. Interessata a ogni forma di…

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