San Carlo a Cremona: Mark Handforth è il nuovo artista alla ex chiesa. Con un vortice di luce

Il secondo intervento site specific per la chiesa secentesca, oggi sede di mostre d’arte contemporanea, è “White-Light-Whirlwind” dell’artista Mark Handforth. Una collaborazione con la Galleria Franco Noero

Dopo la personale dell’artista francese, ma di casa a New York, Servane Mary, che ha riaperto dopo molti anni di abbandono la seicentesca chiesa sconsacrata di San Carlo e Donnino in via Bissolati a Cremona, prosegue la nuova vita dell’ex complesso religioso in chiave artistica. San Carlo Cremona è, infatti, un progetto di mostre di arte contemporanea, gestito da Francesca Minini, giovane curatrice (omonima, ma non parente dei galleristi bresciani Minini), in collaborazione con Apalazzogallery, e avviato dall’artista francese a settembre 2021 che, per un anno, ospiterà di volta in volta i suoi amici artisti, curandone le personali. Ora è il turno di Mark Handforth (Hong Kong, 1969) che fino al 31 maggio presenta White-Light-Whirlwind, un imponente disegno di luce che si snoda e si espande per 16 metri nella cupola barocca.

LA MOSTRA DI MARK HANDFORTH NELLO SPAZIO SAN CARLO A CREMONA

Realizzata in collaborazione con la Galleria Franco Noero di Torino, la mostra si compone di diversi interventi site specific per la ex chiesa, dove il più spettacolare è rappresentato da una scultura luminosa a vortice creata appositamente per la sua monumentale architettura e il suo ampio volume. Mark Handforth, nato in Cina ma che attualmente vive e lavora a Miami, è infatti noto sul panorama internazionale per le sue sculture di grandi dimensioni che nascono dal confronto con le proporzioni stranianti delle metropoli americane e gli elementi del paesaggio urbano. Alterando i materiali e i rapporti di scala, il suo lavoro sviluppa una ricerca scultorea che è insieme seria e ironica, Minimal e Pop, monumentale e melanconica. L’intervento dell’artista sui simboli del quotidiano genera un repertorio di oggetti assurdi, dotati di una fisicità irruente e inaspettata. Nel caso della chiesa, lo spazio interno “diventa un paesaggio metafisico, una conversazione aperta tra la gloria architettonica”, dice l’artista, “la sua profonda risonanza come casa spirituale e la scultura che sta a cavallo tra queste due realtà. Un incontro, una conversazione, una dualità che tocca sia la scultura in sé sia il luogo che la ospita”. Ecco le immagini…

– Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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