Dove mangiare a Milano durante la settimana dell’arte

La stagione fieristica di Milano parte con miart, nei primissimi giorni di aprile. Ecco qualche consiglio per mangiare in città, tra una mostra e una visita in galleria

Dal 1° al 3 aprile, miart sarà il primo baluardo della ripresa delle attività fieristiche della Milano dell’arte (l’appuntamento con il Salone del Mobile e con la Design Week è invece posticipato per il mese di giugno). Primo movimento è il tema della fiera che coinvolgerà più di 150 gallerie, oltre a sollecitare la partecipazione della città, animata – già dal 28 marzo – dal programma della Milano Art Week. Si auspica dunque una piena ripartenza delle dinamiche e delle attività interrotte da due anni di pandemia. Per i visitatori della fiera e per chi deciderà di muoversi a Milano per godere dei molteplici eventi diffusi tra gallerie, università, musei e istituzioni culturali, ecco una guida al mangiar bene in città, che raccoglie indirizzi agili, inclusivi, divertenti.

Livia Montagnoli

NEBBIA

Sul Naviglio Pavese, Nebbia ha ormai trovato il suo pubblico di riferimento. L’insegna di Federico Fiore, Mattia Grilli e Marco Marrone è ancora giovane (l’apertura risale al 2019 e la pandemia non ha certo favorito la start up), eppure centrata sin dall’inizio. La peculiare identità del locale si intuisce già all’ingresso, prendendo confidenza con la spazio arredato da Studio Grace, ricco di piante e illuminato con luci fredde, che in prima battuta possono spiazzare. A tavola, invece, il rituale già consolidato prevede di iniziare dal pan brioche servito caldo con patè di fegatini e cipolla caramellata, coccola di grande gusto, richiamata da best seller come la testina di vitello panata, servita con insalatina. Per il resto, il menu cambia spesso, privilegiando ingredienti locali e di stagione, valorizzati da cotture succulente. E si beve bene.

www.nebbiamilano.com

Pan brioche con fegatini, Nebbia, Milano

Pan brioche con fegatini, Nebbia, Milano

REMULASS

Tra le novità più intriganti degli ultimi mesi, il side project di Cesare Battisti (alias Ratanà, qui in veste di mentore), Federica Fabi e Maha Nazha (in sala), Laura Santosuosso e Anna Sarcletti (ai fornelli) conquista un posto d’onore. Non parliamo, infatti, di un piano B, ma di una cucina “con le radici” ricca di personalità, che nasce con l’intenzione di mettere al centro l’ingrediente – specificamente quello vegetale, di cui si valorizzano anche gli scarti – portando in tavola piatti ben congegnati e divertenti. Il paniere delle materie prime selezionate è frutto di un’intensa collaborazione con i piccoli produttori del territorio, le trasformazioni privilegiano le lunghe conservazioni tra fermentazioni, acetificazioni e altri conigli nel cilindro. Il gusto delle pietanze è intenso, fuori dagli schemi, ma confortevole, come del resto l’ambiente informale ma gestito con cura del localino (appena una ventina di coperti) di via Bixio.

https://remulass.it/

Porri alla brace, Remulass, Milano

Porri alla brace, Remulass, Milano

SOTTOBOSCO

Non distante dalla Fondazione Prada, l’ambizione di Sottobosco è quella di offrire la genuinità della trattoria tipica lombarda (con incursioni frequenti nella cucina del Piemonte, che ha dato i natali allo chef Federico Boni). In sala accoglie gli ospiti il giovane oste Giorgio Raffaghelli, milanese doc e figlio d’arte, che ha puntato sin dall’inizio a proporsi come insegna di quartiere, defilata rispetto ai flussi turistici convenzionali. Il menu è curiosamente articolato per temi, dalle terrine al quinto quarto, dai bolliti alle carni da cortile. Non mancano mai mondeghili, risott giald, salumi e formaggi da accompagnare con un buon calice di vino. Tra i dessert, a proposito di Piemonte, da non perdere il bunet della casa. A pranzo comanda la lavagna del giorno.

https://www.sottoboscomilano.com/

La sala di Sottobosco, Milano

La sala di Sottobosco, Milano

MANNA

In zona Turro, il progetto di Matteo Fronduti è cresciuto senza cedere a compromessi, trovando spazio nel panorama gastronomico cittadino per un’interpretazione estremamente personale, e senza fronzoli, della cucina contemporanea d’autore, coraggiosa negli accostamenti e presentata con quel pizzico di sarcasmo che non guasta. Lo racconta un menu fatto di piatti come Che coraggio (fegato di vitello, rafano, marsala e cioccolato bianco), Manco fosse giovedì (gnocchi tostati di patate viola, toma della rocca e tartufo), Con la testa e con i piedi (calamari, passata di ceci e bottarga). L’anima complementare di Manna è la Gastronomia di periferia, bottega di cibi cotti e prodotti alimentari per l’asporto.

https://www.mannamilano.it/

La sala di Manna, Milano, ph Maurizio Camagna

La sala di Manna, Milano, ph Maurizio Camagna

TRIPPA

Non ha bisogno di troppe presentazioni l’impresa di Diego Rossi e Pietro Caroli, fresca di raddoppio a Hong Kong (con Testina). In quasi sette anni di attività, Trippa è riuscita a cambiare la geografia del panorama gastronomico meneghino, illuminando il quadrante di Porta Romana articolato intorno a via Muratori. Il campionario di specialità da non perdere – nonostante il menu cambi quotidianamente – è potenzialmente infinito, fra trippa fritta e vitello tonnato, midollo alla brace (secondo disponibilità) e risotto del giorno. Ottime anche le proposte vegetali e i dolci, interpretati con la medesima originalità, che attinge dalle tradizioni regionali lombarda e veneta. L’ostacolo più arduo da superare? Riuscire a trovare posto (rigorosamente su prenotazione, secondo le regole della casa)!

https://www.trippamilano.it/

Midollo alla brace, Trippa, Milano

Midollo alla brace servito da Testina, alter ego di Trippa a Hong Kong

CICIARÀ

A tre passi dal Duomo nella ammaliante piazza Santo Stefano, Ciciarà è una trattoria moderna che invita a condividere assaggi in uno spazio informale, su due piani (ma si può mangiare anche al bancone). Menu breve, che varia di frequente e punta su prodotti selezionati con cura – dai piccoli allevamenti controllati ai pesci d’acqua dolce – e si accompagna anche a una drink list di cocktail della casa. A tavola si può parlare di confort food, tra un’insalata di gallina e degli gnocchi di patate al gorgonzola, o la trippa con ‘nduja, ceci e ricotta salata. L’ambiente è vivace, “non vi chiederemo mai di chiacchierare a bassa voce”, specificano i titolari in ossequio all’insegna.

http://www.ciciara.it/

I piattini di Ciciarà, Milano

I piattini di Ciciarà, Milano

FRANGENTE

Federico Sisti (già chef all’Osteria del Ronchettino) ha inaugurato il suo primo progetto solista un anno fa. Dentro ci ha messo tutto se stesso: il mare (e il surf), le origini romagnole, una cucina schietta, la brace, la pasta fresca.  Siamo in zona Repubblica, il locale è accogliente (dietro c’è lo studio di architettura Oooh) e permette di godere anche di qualche posto al banco, vista cucina. Il menu è un felice incontro tra Lombardia e Romagna, che spazia tra mondeghili serviti con salsa agrodolce e tagliatelle con ragù di vitello, pescato del giorno con patate fondenti e guancia di vitello brasata con mosto cotto. Non è raro “incappare” in un assaggio di piada fuori menu. Divertente la carta dei vini, con una bella scelta di etichette francesi e italiane.

https://www.frangentemilano.com/

Tagliatella al ragù, Frangente, Milano

Tagliatella al ragù, Frangente, Milano

BENTOTECA

Quando si dice non arrendersi alle difficoltà. Nato come progetto estemporaneo fondato sul delivery, per far fronte alle chiusure imposte dai ripetuti lockdown, la Bentoteca di Yoji Tokujoshi è oggi la compiuta evoluzione del ristorante che il cuoco giapponese (già allievo di Massimo Bottura) ha aperto in via San Calogero diversi anni fa. In posizione strategica, tra Porta Genova e Sant’Ambrogio, il locale è diventato celebre in città per il suo katsusando (tipico sandwich giapponese, qui con lingua o spada), e pure per i simpatici butaman, bao al vapore ripieni che imitano un maialino stilizzato. Il menu, però, è ricco di proposte che interpretano la cura giapponese per la valorizzazione delle materie prime, l’equilibrio di sapori e l’estetica raffinata, tra yakisoba con anguilla, yakitori di pollo ficatum, rombo alla mugnaia con yuzu e soia. Una sezione è dedicata alle pietanze a base di tonno di primissima scelta (in questo caso il conto finale sale).

https://www.bentoteca.com/

Katsusando, Bentoteca, Milano

Katsusando, Bentoteca, Milano

BITES

È una cucina giovane e dinamica quella concertata dai ragazzi di Bites – Pietro Zamuner e Andrea Baita, con Lisa Piccolo in sala, responsabile della cantina – che hanno mantenuto fede al progetto originale nato poco prima della pandemia in un piccolo spazio di via Lambro. La tenacia ha premiato, e oggi Bites ha anche raddoppiato a Vigevano, con un’altra idea coraggiosa di fishbar. Chi si accomoda a Milano, intanto, può stare sicuro di passare un paio d’ore di divertimento a tavola, al ritmo di una degustazione di piccoli piatti scandita dalla brigata: lingua di vitello con alghe di mare, yakitori di pollo con radicchio e yuzu kosho, sgombro sott’aceto con vinaigrette piccante e mandarino, french toast con manzo in gelatina e sesamo tostato, solo per passare in rassegna alcune delle ultime proposte, che però cambiano di continuo, secondo disponibilità della materia prima ed estro degli chef. Si mangia anche al bancone, e l’esperienza non può che trarne giovamento.

https://bitesrestaurants.com/

French toast con manzo in gelatina e sesamo tostato, Bites, Milano

French toast con manzo in gelatina e sesamo tostato, Bites, Milano

OSTERIA ALLA CONCORRENZA

C’è ancora Diego Rossi dietro al progetto che ha portato nella movida gastronomica di via Melzo l’idea di un’autentica osteria com’erano quelle di un tempo, incentrate sul servizio del vino, accompagnato da sfizi e piatti del giorno. Nel locale (anche enoteca per la vendita al dettaglio) caratterizzato dal bel pavimento in cementine e da modanature in legno, tutto avviene dietro al bancone, dove gli osti sono impegnati a mescere il vino, affettare salumi e formaggi, illustrare le bontà esposte in vetrina, protagoniste delle proposte del giorno illustrate in lavagna. Da provare i crostoni (con tastasal e friarielli; lardo, pesto e parmigiano; tartare di pecora…) e i taglieri di salumi consigliati dalla casa. Per i vini – la selezione farà felice chi è in cerca di proposte di nicchia – chiedete all’oste. Aperto solo la sera (dalle 18), il sabato si inizia alle 12.

https://osteriaallaconcorrenza.business.site/

Osteria alla Concorrenza, Milano

Osteria alla Concorrenza, Milano

SERRA DI QUARTIERE

Caffè artigianale, piccola cucina e buon vino. È questa la formula vincente dell’ennesimo localino nato in via Melzo, all’inizio dell’anno. Se ne sentiva il bisogno? Sì, se il risultato è un indirizzo versatile e accogliente come la Serra di quartiere che apre di primo mattino (si può anche fare colazione, lieviti e cinnamon bun sono di Now here Cafè) e va avanti non stop fino all’ora della merenda, nel pomeriggio (anche per un aperitivo precoce, ma entro le 17). A pranzo, il menu cambia spesso, e propone piatti semplici e confortevoli: scamorza affumicata con cavolfiore al forno e ceci neri croccanti, uovo poché con polenta croccante, bignè con zola, radicchio saltato e noci, zuppe del giorno.

https://www.instagram.com/serradiquartiere/

Scamorza alla piastra, Serra di quartiere, Milano

Scamorza alla piastra, Serra di quartiere, Milano

DEGUSTAZIONE RISTORO E DISPENSA

Il progetto gastronomico nato all’interno della Casa degli Artisti può godere anche di un dehors unico nel suo genere, sotto al porticato dello storico edificio rinato dopo un’accurata riqualificazione all’inizio del 2020, affacciato su un giardino nascosto di Milano. Caffetteria e bistrot – con vivaio per raccogliere foglie e fiori che finiscono nel piatto – l’attività si fonda sulla selezione di buone materie prime del territorio, con la supervisione di Lorenzo Castellini, che tiene i rapporti con una nutrita rete agricola di contadini e allevatori impegnati sul campo a tutelare la biodiversità. La cucina è semplice e lascia spazio alla genuinità dei prodotti di stagione, tra un carciofo ripieno di ricotta e spinaci con salsa tartara e olio profumato alle erbe e un tris di hummus fatti con barbabietola e anacardo tostato, cumino di malta e tahina, carota e arachidi. E poi le zuppe, le insalate (le varietà in arrivo da Cascina Fraschina), i formaggi del Boscasso, il prosciutto di Maiale tranquillo, il pane del panificio Grazioli. Per una pausa pranzo veloce, ma di gusto, un aperitivo giusto (quando spesso si organizzano degustazione di vini di piccoli produttori italiani), la spesa del sabato.

https://degustazione.org/

Degustazione ristoro e dispensa alla Casa degli Artisti

Degustazione ristoro e dispensa alla Casa degli Artisti

CONTRADA GOVINDA

Nella storica sede degli Hare Krishna di via Valpetrosa, a due passi dal Duomo, il progetto nasce dalla volontà di Davide Longoni di rinnovare il ristorante vegetariano che nella Casa dei Grifi è stato in attività per molti anni. Ora, alle spalle del panificio, nella sala affacciata su un prezioso cortile antico, va in scena la cucina della chef georgiana Nata Qatibashvili. Protagonisti, oltre al pane, sono verdure, legumi e spezie, con menu differenti a pranzo e cena: minestra di roveja al latte di cocco, zuppa di pane con fagioli all’occhio a za’atar, polenta fritta con radicchio al burro delle Vacche Rosse, fonduta di formaggio e crumble di pane. A pranzo, la formula degustazione presenta sei piccoli porzioni servite sul thali (piatto/vassoio di forma circolare, tipico dell’Asia meridionale). Da bere, kombucha, nettari di frutta (di Marco Colzani), tè e tisane.

https://www.contradagovinda.com/

Ribollita, Contrada Govinda, Milano

Ribollita, Contrada Govinda, Milano

E/N ENOTECA NATURALE

Non è solo enoteca, sebbene l’offerta ruoti intorno all’esperienza di chi alla valorizzazione della cultura del vino – e dei “vini veri” – ha dedicato la sua vita. Lo spazio – col bel giardino che circonda gli ambienti al pian terreno di Casa Emergency, in vista del parco di Sant’Eustorgio – è uno dei più piacevoli della città, specie in primavera. Da Enoteca Naturale si arriva per uno spuntino a base di salumi e formaggi, per un aperitivo (o per comprare una buona bottiglia), ma anche per una cena più rilassata, godendo delle invenzioni di una cucina che sa divertirsi (e divertire), tra una zuppetta di ceci, mais in rosso, cozze e cannolicchi e uno spaghettino limone, salvia e bottarga, o l’agnello con carciofi e crema di cicerchie. Nel fine settimana anche a pranzo.

https://enotecanaturale.it/

E/n Enoteca Naturale, Milano

E/n Enoteca Naturale, Milano

FOLA

In zona Nolo, Fòla è una giovane attività che è insieme pasticceria, bottega di quartiere e gastronomia per la pausa pranzo (apertura dalle 8 alle 18.30). Green&Sweet è il motto della casa, che non prevede servizio al tavolo, ma un’efficace organizzazione: si ordina al bancone, si aspetta il proprio vassoio, ci si accomoda all’interno o nel dehors. A colazione si spazia tra viennoiserie, torte da credenza e monoporzioni che strizzano l’occhio alla pasticceria americana, a pranzo si sceglie tra insalate di stagione calde o fredde, vellutate e zuppe, quiche e dip come l’hummus. Da bere vino, birre, kombucha, tè, tisane.

https://www.folamilano.com/

Una zuppa di Folà, Milano

Una zuppa di Fòla, Milano

LOSTE

Atmosfera e concept mutuati dalle caffetterie del Nord Europa, Loste, in via Guicciardini, è un caso di successo a Milano. Il merito è di Stefano Ferraro e Lorenzo Cioli, esperienze alle spalle – soprattutto in quel di Copenaghen – importanti. Caffè e viennoiserie – esposte ordinatamente sul bancone – sono il core business della casa, ma a pranzo c’è sempre qualche proposta spezzafame del giorno: bun con pulled pork e insalata di cavolo, insalata di puntarelle con mela verde e raspadura lodigiana, girelle con finocchiona e semi di finocchio, focacce. Da accompagnare con un caffè filtro o un calice di vino. Apertura dalle 8 alle 17 (la domenica fino alle 14).

https://lostecafe.com/

Bun con pulled pork, Loste, Milano

Bun con pulled pork, Loste, Milano

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