Il punto di vista di 13 artisti internazionali che si sono interrogati sul cambiamento delle pratiche lavorative è al centro della mostra negli spazi delle OGR di Torino

Le lotte per i diritti del lavoro, l’automazione, l’esclusione dell’uomo dal lavoro operaio e la creatività improduttiva. Alle OGR c’è tutto quello che ti aspetteresti di trovare in una mostra dedicata appunto al lavoro. Ma con qualcosa in più: il punto di vista di tredici artisti internazionali che si sono misurati con questo tema. Ci sono riusciti? Sì quando hanno oggettivato la materia, rendendola un feticcio estetico, generatore di visioni altre. No quando hanno ridotto tutto a mera cronaca, reportage giornalistico, fredda didascalia.

Vogliamo tutto, installation view at OGR, Torino 2021. Photo Claudia Giraud
Vogliamo tutto, installation view at OGR, Torino 2021. Photo Claudia Giraud

LA MOSTRA SUL LAVORO ALLE OGR DI TORINO

Ispirata all’omonimo romanzo del 1971 di Nanni Balestrini, il cui protagonista Alfonso Natella è la voce narrante dei movimenti operai del ’68 a Torino e di un’intera generazione, la mostra Vogliamo tutto a cura di Samuele Piazza con Nicola Ricciardi è un viaggio nelle contraddizioni del recente passato industriale e nelle ambiguità delle nuove condizioni lavorative, all’interno di un percorso obbligato tra le immense e buie sale dal sapore di archeologia industriale delle OGR, sempre a Torino, dove tutto è partito. Il risultato è un susseguirsi di installazioni, sculture, video, performance che riflettono (e combattono) un’idea distorta del lavoro, visto come mero sfruttamento. “Volere tutto implicava la necessità di rivendicare la possibilità di immaginare un mondo che violasse quelle che sembravano forme immutabili della società: una lotta non contro un lavoro, ma contro il lavoro come costrutto sociale”, scrive nel catalogo della mostra il curatore Samuele Piazza. Un concetto ben esemplificato (e iconizzato) dallo stendardo-banner di protesta di Jeremy Deller con la scritta Hello, today you have day off, tratta dal testo di un SMS inviato ai lavoratori inglesi a chiamata per informarli che quel giorno il loro lavoro non era necessario e quindi non pagato. La mostra si chiude idealmente con il mattone-libro di Claire Fontaine che fa pensare alla bomba molotov scagliata sul mondo nella scena iniziale de L’odio (Le Haine, 1995) di Mathieu Kassovitz, film sulle banlieue parigine che ripete come un mantra autoillusorio “Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio”.

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PERFORMANCE MULTISENSORIALI E DISABILITÀ

L’interazione sociale è garantita da un’iniziativa di OGR Torino e Fondazione CRT che, in collaborazione con varie associazioni del territorio, hanno studiato una serie di performance multisensoriali inclusive a supporto della visita alla mostra. Intitolate We want Prometheus free, sono ispirate al mito di Prometeo, dirette da Mario Acampa sulle note di Enrico Gabrielli e Sebastiano De Gennaro, e con le coreografie dei ballerini della Compagnia EgriBiancoDanza. “Con la performance ‘We want Prometheus free’ nell’ambito della mostra ‘Vogliamo tutto’ Fondazione CRT e OGR inaugurano un nuovo filone di ‘riparazione’ sociale alle OGR di Torino con l’obiettivo di dare un senso concreto e profondo alla parola inclusione”, afferma il Segretario generale di Fondazione CRT e CEO di OGR Massimo Lapucci. “Attraverso un’experience multisensoriale e immersiva le persone potranno fruire pienamente di una mostra non ‘nonostante’ le proprie disabilità, ma ognuno attraverso le proprie abilità, dimostrando che le diversità sono espressione delle nostre libertà fondamentali e in quanto tali bisognose di tutela, attenzione e valorizzazione“. Le prossime sono previste il 3 dicembre e il 19 gennaio con un evento speciale di Fondazione CRT e Fondazione Paideia: il convegno per il decennale di Operatori museali e disabilità.

Claudia Giraud

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Evento correlato
Nome eventoVogliamo tutto
Vernissage25/09/2021 ore 10-20
Duratadal 25/09/2021 al 16/01/2022
AutoriMike Nelson, Claire Fontaine, Elisa Giardina Papa, Pablo Bronstein, Jeremy Deller, Andrea Bowers, LaToya Ruby Frazier, Tyler Coburn, Charlotte Posenenske, Kevin Jerome Everson, Adam Linder, Liz Magic Laser, Sidsel Meineche Hansen
CuratoreSamuele Piazza
Generiarte contemporanea, collettiva
Spazio espositivoOGR TORINO
IndirizzoCorso Castelfidardo 22 - Torino - Piemonte
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Claudia Giraud
Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate multimediali e cartacee di settore. Dal 2011 fa parte dello Staff di Direzione di Artribune (www.artribune.com ), è Caporedattore Musica e cura, per il magazine cartaceo, la rubrica "Art Music" dedicata a tutti quei progetti dove il linguaggio musicale si interseca con quello delle arti visive. E’ stata Caporedattore Eventi presso Exibart (www.exibart.com). Ha maturato esperienze professionali nell'ambito della comunicazione (Ufficio stampa "Castello di Rivoli", "Palazzo Bricherasio", "Emanuela Bernascone") ed in particolare ha lavorato come addetto stampa presso la società di consulenza per l'arte contemporanea "Cantiere48" di Torino. Ha svolto attività di redazione quali coordinamento editoriale, realizzazione e relativa impaginazione degli articoli per l’agenzia di stampa specializzata in italiani all’estero “News Italia Press” di Torino. Ha scritto articoli e approfondimenti per diverse testate specializzate e non (SkyArte, Gambero Rosso, Art Weekly Report e Art Report di Monte dei Paschi di Siena, Exibart, Teknemedia, Graphicus, Espoarte, Corriere dell’Arte, La Piazza, Pagina).