Il fuoco di Jannis Kounellis si riaccende a Roma

Sant’Andrea de Scaphis, la chiesa di Trastevere a Roma che da qualche anno è diventata l'avampossto in Italia del grande gallerista Gavin Brown, ospita un'opera “segreta” di Jannis Kounellis.

Una mostra fantasma, durata qualche ora senza pubblico, della quale rimangono una fotografia e un video. In tempi di Covid non è così sorprendente che Gavin Brown (che dopo 26 anni ha chiuso la sua galleria newyorchese) abbia deciso di ricordare l’inaugurazione di Sant’Andrea de Scaphis, la chiesetta in Trastevere, con la performance culinaria pasquale di Rirkrit Tiravanija nel 2015, ora con Senza titolo (1969) di Jannis Kounellis: un’opera conosciuta solo attraverso una immagine scattata da Claudio Abate nel 1969 nello studio dell’artista, dove sul pavimento di piastrelle l’artista aveva disposto una serie di blocchetti di metaldeide accesi, per dare vita a una trama di fiammelle che sottolineava la geometria del suolo. “Abbiamo rifatto l’opera con l’aiuto dell’Archivio Kounellis per documentarla con un video e alcuni scatti”, dichiara Giulia Ruberti, direttrice dello spazio.

KOUNELLIS E IL FUOCO

Ma qual è la storia di quest’opera, riproposta in un nuovo spazio in un interessante reenactment dopo più di mezzo secolo, e destinata a essere vista, oggi come allora, solo attraverso delle immagini?
Facciamo un passo indietro: il fuoco entra da protagonista nella ricerca di Kounellis a partire dal 1967, quando espose per la prima volta un’opera in ferro a forma di margherita, collegata a una bombola di gas che emetteva un lunga fiamma nella mostra collettiva Lo Spazio degli elementi: fuoco immagine acqua terra alla galleria L’Attico. “Il problema del fuoco è un problema particolare. Il mio interesse per questo elemento non risiede soltanto nel fuoco come problema ma anche nei riferimenti con le leggende medievali. Il fuoco nelle leggende medievali si identifica con il castigo e la purificazione”, spiega l’artista.

Jannis Kounellis, Untitled, 1969 © Estate of Jannis Kounellis. Photo © Claudio Abate

Jannis Kounellis, Untitled, 1969 © Estate of Jannis Kounellis. Photo © Claudio Abate

Nel solo anno 1969 le fiammelle di metaldeide si trovano in opere diverse, a partire dai cinque bilancini esposti alla galleria Modern Art Agency a Napoli. Qui l’artista presenta un’altra opera, che consiste in una nicchia con quattro mensole metalliche, sulle quali sono appoggiate sedici metaldeidi accese, che ritroviamo sopra una delle otto brande metalliche presentate al Musée des arts décoratifs di Parigi nella collettiva Ceroli, Kounellis, Marotta, Pascali. 4 artistes italiens plus que nature, inaugurata il 1° ottobre, in concomitanza con la Sesta Biennale di Parigi, ospitata al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris. “Nella storia il fuoco è segno di visione futura, nonché principio primordiale di ogni trasformazione”, scrive Germano Celant.

KOUNELLIS E LA CHIESA DI SANT’ANDREA DE SCAPHIS

In questo caso però il fuoco assume quasi la forma di un ectoplasma, per un’opera destinata a esistere solo sotto forma di immagine, che rinasce oggi all’interno della chiesa di Sant’Andrea de Scaphis, consacrata nel lontano 821 dopo Cristo per i barcaioli che navigavano sul Tevere con piccole imbarcazioni. E per un artista che si definiva “viaggiatore consumato” non è una coincidenza da poco.

‒ Ludovico Pratesi

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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