Il Barocco emiliano va in mostra a Modena

Con la mostra "Corrispondenze barocche" la banca Bper crea una feconda sinergia tra collezioni private e musei civici. Valorizzando i suoi capolavori riferiti al Seicento emiliano.

Il Barocco emiliano va sicuramente valorizzato e bene è riuscita nell’intento la banca Bper di Modena, che con la mostra Corrispondenze barocche ha raccolto opere provenienti dalle collezioni Campori e Sernicoli e una decina dal Museo Civico, arricchendo la propria.
Un progetto, quello di rendere accessibile al pubblico il patrimonio culturale della banca, iniziato nel 2017 e diventato presto una vetrina per valorizzare le opere, rendendo fruibile una delle più importanti raccolte emiliano-romagnole. Un autentico work in progress, come afferma Greta Rossi, responsabile delle attività: “La nostra è una progettualità strategica che riguarda una comunicazione verso l’esterno e l’interno dell’azienda. Facciamo attività con le scuole e abiamo attivato canali digitali con rubriche di approfondimento”.
Lucia Peruzzi, curatrice dell’esposizione, sostiene che: “La coerenza di questa raccolta, iniziata negli Anni Cinquanta, si deve a Carlo Volpe. Questa mostra, che raccoglie il nucleo più importante di Bper, crea un fil rouge affascinante tra le opere della raccolta Bper e quelle del Museo Civico“.

LA MOSTRA A MODENA

Il percorso trae origine dal momento in cui Modena viene rinnovata da artisti bolognesi allievi dei Carracci che arrivano nella città emiliana, come Lucio Massari, che interpreta il linguaggio carraccesco dopo che Annibale Carracci era già stato a Roma.
La sua Maddalena sensuale mantiene una profondità sentimentale pur nella dimensione sacra. In mostra spiccano l’erotismo carnale e il robusto naturalismo del Rinaldo e Armida di Alessandro Tiarini, una delle prime acquisizioni della banca, che proprio in questi anni lavora al celebre cantiere della Ghiara di Reggio Emilia insieme a Luca Ferrari, seguace di quella fronda moderna che intende distaccarsi dal classicismo di Guido Reni. L’opera, che parafrasa i versi di Tasso, carica con forte erotismo il racconto giocando sulla contrapposizione barocca tra il dardo appuntito e la mollezza del seno, mentre La decollazione del Battista è una rappresentazione teatrale con accenti caravaggeschi.

GLI ARTISTI E IL BAROCCO

Reniani in libertà” li chiamava Carlo Volpe, veri innovatori come Boulanger, che rappresenta in modo dinamico l’allegoria della storia, Luca Ferrari, che nel San Giovanni Evangelista segna un rapporto diretto e profondo con lo stesso Caravaggio, Guercino, con l’opera giovanile dell’Assunta e Michele Desubleo, allievo di Reni legato a Modena perchè piaceva agli Estensi. E ancora Ludovico Lana, che viene da Ferrara e impara dal Guercino e nel San Sebastiano, documentato nelle raccolte di Palazzo Ducale, presenta elementi guercineschi. Infine Francesco Stringa, il pittore modenese più importante del secondo Seicento, famoso per le sue pale d’altare ma anche come pittore di cavalletto che, frequentando le raccolte ducali, si forma sulla grande pittura veneta del Cinquecento. Nel bellissimo volto di Sibilla si ritrovano la sua attività all’Accademia del Nudo e i riferimenti agli studi di teste di Annibale Carracci.

Francesca Baboni

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Francesca Baboni

Francesca Baboni

Francesca Baboni vive a Correggio (Re). Laureata in Lettere Classiche con indirizzo storico-artistico all'Università di Bologna, è critico d'arte, storico dell'arte e curatrice indipendente. Da diversi anni cura per spazi privati ed istituzionali mostre personali e collettive di artisti contemporanei,…

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