Dal mito alle moto: a Modena una mostra sui centauri per riscoprire l’artista Jules van Biesbroeck
Due buoni motivi per visitare Ferine creature: si ammirano opere che consentono di ripercorrere la rappresentazione dei centauri nei secoli e si scopre un artista simbolista pressoché dimenticato, Jules van Biesbroeck. La mostra è firmata La Galleria Bper Banca ed è allestita in pieno centro storico a Modena

Il nuovo progetto espositivo di La Galleria Bper Banca, che si può visitare in pieno centro storico a Modena, prende le mosse dalla figura mitologica del centauro e da un artista da riscoprire, ossia Jules van Biesbroeck, pittore e scultore belga nato curiosamente a Portici nel 1873 e morto a Bruxelles nel 1965, già protagonista di una prima mostra organizzata sempre nella stessa sede nel 2019, ma che dovette essere sospesa a causa della pandemia da Covid-19.
Chi era Jules van Biesbroeck
L’autore aveva lasciato le sue opere a un amico architetto, il quale le donò alla Cassa di Risparmio di Ferrara, divenendo quindi proprietà di Bper dopo l’acquisizione da parte di quest’ultima dell’istituto di credito ferrarese. Con questa nuova esposizione, dichiara Sabrina Bianchi, responsabile di La Galleria Bper Banca, “vogliamo valorizzare questo artista che riproponiamo con rinnovata intensità, anche grazie a prestiti molto importanti. Inoltre, desideriamo sempre proporre delle mostre che stimolino un pensiero, e il mito ci dà questa opportunità”.
Ferine creature del mito e non solo
“Gli spazi limitati della sede espositiva ci hanno spinti verso un’articolazione serrata delle opere”, racconta il curatore Luciano Rivi. Al centro dell’allestimento sta il Centauro che uccide il cervo dipinto da van Biesbroeck attorno al 1918 e osservando quest’opera si notano evidenti riferimenti a Ernst Ludwig Kirchner e ai pittori espressionisti, ma tra i modelli dell’artista belga ci sono senz’altro anche Arnold Böcklin, Max Klinger, Franz von Stuck: di questi ultimi due autori sono esposte a Modena alcune acqueforti che hanno per soggetti le creature metà uomo e metà equino, i centauri appunto. Per le tre sezioni sono state quindi selezionate circa 60 opere tra quelle di van Biesbroeck e quelle che appartengono alla cultura simbolista, a cui appartiene suo lavoro, e che rappresentano perlopiù allegorie della condizione della natura primigenia.










Riscoprire van Biesbroeck nel suo contesto
La prima parte del percorso offre allora un breve excursus van Biesbroeck grazie a disegni di notevole raffinatezza e a dipinti quali, ad esempio, il precoce Adamo ed Eva e poi La donna del pavone, La bellezza, Floridum Mare; è presente anche una scultura, Pan del 1910. La seconda sezione – allestita come se fosse una “quadreria” popolata pure di satiri, ninfe & co. – è dedicata alle opere “di contesto” e che danno la possibilità di confrontare i lavori del protagonista della mostra con quelli di altri artisti coevi: spiccano Il ratto di Ettore Tito, Il meriggio di un fauno di Mario De Maria – artista che finalmente, dopo un lungo e immeritato oblio, sta tornando a far parlare di sé –, e un delizioso acquerello con Centauretto di Felice Tosalli.
Le opere in mostra
Chiude l’esposizione un approfondimento sulla fortuna della rappresentazione del centauro nei secoli, fino a quando nel Novecento il “mostro” diventa emblema di velocità e viene pian piano associato a un nuovo, rombante, mezzo di trasporto: la motocicletta. Basti la locandina del film The Wild Angels per evocare tutto un universo di centauri più o meno barbuti, con occhialoni, giubbotti di pelle e in sella al moderno destriero. Fa capolino anche la contemporaneità a cui sono affidati l’incipit e la conclusione della mostra: un centauro multiforme, dal titolo Gigante3razzEtá7ArtiCentAuro che riflette la poliedricità dell’opera, è quello realizzato nel 2007 da Luigi Ontani, mentre Weiner Vaccari, gloria modenese, ha dipinto per l’occasione il suo Sono Chirone… sono tornato, che peraltro dialoga con l’analogo soggetto – dalla resa buffissima! – di Alberto Savinio.
Marta Santacatterina
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