Milano chiama Africa. Grande mostra al PAC

PAC, Milano – fino all’11 settembre 2017. Milano si conferma capitale italiana dell’arte africana. Dopo la grande mostra allestita da Marco Scotini ai Frigoriferi Milanesi, ora è la volta di un’altra ampia panoramica al PAC. E a curarla è Adelina von Fürstenberg.

Una frase del testo di Adelina von Fürstenberg, curatrice della mostra, insieme a Ginevra Bria, riesce perfettamente a chiarire lo spirito dell’ampia rassegna, ospitata al PAC di Milano: “L’Africa non significa soltanto sventure. L’arte africana rappresenta la fierezza delle diverse comunità e dei Paesi di questo continente, con le sue scuole d’arte, i festival, le biennali ed è presente nelle più importanti manifestazioni artistiche di tutto il mondo”.
Il concetto di arte contemporanea in quell’immenso continente è relativamente giovane: nasce in epoca postcoloniale, ma ha trovato nelle tradizioni un importante punto di riferimento, che si è posto a confronto con il cambiamento.

Seydou Keita. Courtesy CAAC-The Pigozzi Collection, Ginevra

Seydou Keita. Courtesy CAAC-The Pigozzi Collection, Ginevra

LA MOSTRA

La mostra, dal titolo Africa, raccontare un mondo – che segue cronologicamente l’altra grande rassegna allestita ai Frigoriferi Milanesi –, apparentemente unitaria, è in realtà divisa in quattro grandi tematiche: “Dopo l’indipendenza”, l’“Introspezione identitaria”, la “Generazione Africa” e le “Politiche della Distanza”.
Della prima parte sono artisti come i fotografi Malik Sidibé, malese, recentemente scomparso, e Seydou Keita, strettamente ancorati al loro contesto culturale, entrambi scoperti dall’Occidente, con entusiasmo, negli Anni Novanta.
Un intero ambiente è dedicato a Georges Adéagbo (classe 1942), che si colloca nel secondo gruppo. Il suo lavoro è facilmente riconoscibile: si tratta di una raccolta inesauribile di oggetti dei suoi luoghi e di quelli che lo ospitano. “Cammino, penso, vedo, passo, torno indietro, raccolgo gli oggetti che mi attirano, vado a casa, leggo prendo appunti, imparo!”. E quindi mostro e condivido con gli altri, potremmo aggiungere. Dello stesso gruppo fanno parte anche Pieter Hugo, sudafricano, di venticinque anni più giovane di Adéagbo, di cui sono in mostra alcuni lavori durissimi sul genocidio ruandese, e Yinka Shonibare, esploratore del post-colonialismo attraverso la globalizzazione.

Senzeni Marasela, Waiting for Gebane, 2015-2016, courtesy Afronova Gallery, Johannesburg

Senzeni Marasela, Waiting for Gebane, 2015-2016, courtesy Afronova Gallery, Johannesburg

TALENTI DA SCOPRIRE E ARTISTE DONNE

Generazione Africa comprende gli artisti che affrontano le urgenze della contemporaneità e che le trasmettono al mondo, da Kudzanai Chiurai a Senzeni Marasela. Forse quelli maggiormente da scoprire all’interno della rassegna.
Non poteva mancare una parte dedicata alle donne, nove, che affrontano la distanza come elemento gnoseologico ed elemento di indagine e partecipazione, in riferimento alle trasformazioni sociali, da Mba Bikoro a Zanele Muholi e Tracey Rose.
L’arte e gli artisti, ancora una volta, con questa mostra africana, riescono, meglio di chiunque altro, a introdurci e a farci comprendere le ragioni e il senso del cambiamento, in atto giorno dopo giorno.

Angela Madesani

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Angela Madesani

Angela Madesani

Storica dell’arte e curatrice indipendente, è autrice, fra le altre cose, del volume “Le icone fluttuanti. Storia del cinema d’artista e della videoarte in Italia”, di “Storia della fotografia” per i tipi di Bruno Mondadori e di “Le intelligenze dell’arte”…

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