Firenze: la svolta urban del Middle East Now. Ecco le città del Medio Oriente Contemporaneo

Stratificate, contese, emergenti, in macerie: le città del Medio Oriente contemporaneo sono il terreno di indagine scelto dai direttori artistici Lisa Chiari e Roberto Ruta per l’VIII edizione di Middle East Now.

Entra nel vivo, a Firenze, la Primavera di Cinema Orientale 2017. Dal 4 al 9 aprile 2017, i cinema La Compagnia e Stensen, la Fondazione Studio Marangoni e altri luoghi del centro storico ospitano l’ottava edizione di Middle East Now. Con 45 pellicole in programmazione, 39 delle quali in anteprima nazionale, il festival orienta quest’anno il proprio sguardo sulla dimensione architettonica, urbana e sociale delle tentacolari città del Medio Oriente. Tra queste, insieme ai direttori artistici Lisa Chiari e Roberto Ruta, ne abbiamo selezionate dieci. Ad esse, ai rispettivi processi di urbanizzazione, di decrescita o di sviluppo, sono stati associati altrettanti appuntamenti di particolare rilievo all’interno del programma del Middle East Now 2017. Tra le novità di quest’anno, va segnalata anche la sezione speciale in collaborazione con The Guardian e dedicata ai reportage realizzati sulle città del Medio Oriente nell’ambito del progetto “Cities”.

Valentina Silvestrini

middleastnow.it

ALEPPO

Last Men in Aleppo di Firas Fayyad e Steen Johannessen

Last Men in Aleppo di Firas Fayyad e Steen Johannessen

Bellissima città siriana, vogliamo mostrarla nella sua quotidiana bellezza, poco prima dell’inizio della distruzione e nella resistenza di chi tutti i giorni combatte per tenerla in vita.”
L’apertura del Middle East Now 2017 è affidata all’anteprima italiana di “Last Men in Aleppo”. Vincitore del Grand Jury Prize all’ultimo Sundance Film Festival, il documentario è co-diretto dal regista siriano F.Fayyad e dal danese S.Johannessen; Protagonisti i volontari del corpo di soccorso “White Helmets” di Aleppo, colti nei loro sforzi quotidiani. La giornalista Lucia Goracci e Cecilia dalla Negra di Osservatorio Iraq, affiancheranno Giuseppe Alizzi, autore del libro “Sham, Sham, persone, cose e luoghi siriani”, nel corso di un talk dedicato a Damasco e Aleppo; si tratta di uno degli appuntamenti a cura di Felicetta Ferraro.

BEIRUT

Bachar Mar-Khalife

Bachar Mar-Khalife

Il fascino di Beirut, crogiuolo di culture, identità, religioni, lingue, città che da sempre lancia tendenze culturali e che ispira grandi artisti e musicisti.”
Dal Libano arrivano alcuni degli ospiti speciali dell’edizione 2017. È il caso del compositore e multistrumentista Bachar Mar-Khalifé, di base a Parigi, il cui stile combina musica tradizionale araba con il jazz e l’elettronica. Oltre ad aprire il festival, si esibirà il 5 aprile all’Istituto Francese. Vivono tra Beirut, Casablanca e Parigi, le Harakat Sisters, due sorelle fashion designer, le cui creazioni saranno esposte nel pop up shop curato da Archivio Personale alla Boutique Nadine. Alla capitale libanese e ai limiti della sua società è dedicato l’incontro con l’architetto e artista multimediale Giuseppe Alizzi e il corrispondente Ansa da Beirut Alberto Zanconato.

TEHERAN

Parting di Navid Mahmoudi

Parting di Navid Mahmoudi

Capitale-monstre della Repubblica islamica, laboratorio che produce nuove realtà, guida la trasformazione delle identità multiple del Paese, forgia nuovi modelli culturali.”
Candidato agli Oscar, “Parting” segna il debutto alla regia di N.Mahmoudi e propone la vicenda di una coppia di immigrati afgani che cercano di abbandonare l’Iran per approdare in Europa: sarà proiettato il 6 aprile. La capacità di Teheran di guidare il guidare il cambiamento dell’intero Paese e la sua attuale trasformazione saranno al centro del dibattito tra la studiosa Stella Morgante e il giornalista Simone Zoppellaro.

IL CAIRO

Ali, the Goat and Ibrahim di Sherif El Bendary

Ali, the Goat and Ibrahim di Sherif El Bendary

Il regista Mohamed Siam del film “Whose Country?” descrive così la sua città: il Cairo è un vecchio che ha perso la memoria e che ora ha tanti nipoti, in una famiglia caotica e folle; stanno ancora sognando un passato che non hanno mai visto, e un futuro che non riusciranno a costruire.”
All’Egitto, il Festival dedica il focus della cinema, con varie anteprime che documentano il complesso scenario attuale; tra queste “Ali, The Goat, and Ibrahim”, del regista S.Elbenbary, che sarà a Firenze in occasione della manifestazione.

JEDDA

Saudi Tales of Love by Tasneem Alsultan

Saudi Tales of Love by Tasneem Alsultan

La forza delle donne saudite che vogliono la libertà, tra assurdi divieti e discriminazioni, sempre alla ricerca di un equilibrio, ma la libertà che cercano non è la nostra.”
Riflettori puntati sull’Arabia Saudita meno nota grazie alla mostra fotografica “Saudi Tales of loves” che, negli spazi della Fondazione Studio Marangoni, raccoglie le opere dell’artista Tasneem Alsuntan fino al 13 maggio prossime. Un’indagine, oltre i pregiudizi, sull’universo femminile saudita restituito con gli occhi di donna che ha scelto la tortuosa via del divorzio dopo un matrimonio combinato e un decennio di infelicità.

KABUL

Kabullywood di Louis Meunier

Kabullywood di Louis Meunier

Il mitico cinema Aryub, che un tempo animava la dolce vita di Kabul, e che oggi vuole tornare a far sognare i suoi abitanti.”
Nel lungometraggio, al festival in anteprima europea, “Kabullywood” del regista L.Meunier, un gruppo di studenti lotta per la riapertura di uno storico cinema della capitale afgana. Una storia che attesta il cambiamento nella città per opera dei Talebani.

MUSCAT

Ali Baba Can’t Be Found Here by Chndy

Ali Baba Can’t Be Found Here by Chndy

La città dalle case bianche e basse che scendono al mare, circondata dalle montagne, che ispirano pensieri di bellezza.”
Con il focus “Window on Oman”, il Middle East Now fa luce sulla generazione di registi emergenti dell’Oman e sulla scena artistica contemporanea. Grazie alla residenza d’artista frutto della partnership tra il festival e Crossway Foundation, sarà a Firenze l’artista Mohammad Al Kind, detto Chndy. La Fondazione Studio Marangoni ospita infatti la video-foto installazione “Ali Baba can’t found here” con le opere frutto della sua ricerca: tra fotografia, video e grafica, Chndy riflette sui codici del linguaggio contemporaneo con un approccio avantgarde.

BAGHDAD

Nowhere to Hide di Zaradasht Ahmed_Nori-in-Desert

Nowhere to Hide di Zaradasht Ahmed_Nori-in-Desert

Baghdad non è solo una guerra, è fatta di uomini che guardano a un futuro di pace, e che cucinano i piatti della tradizione, per raccontare le proprie origini e proiettarle in avanti.”
Dal tormentato Iraq arriva, in anteprima italiana, il lungometraggio “Nowhere to hide”, sull’incredibile quinquennio vissuto da un infermiere nel cosiddetto “triangolo della morte”. Tra gli ospiti dell’appuntamento fiorentino, inoltre, c’è lo chef di origine irachene Philip Juma, la cui “missione” – come lui stesso afferma – è allargare la visione sulla sua patria, oltre i pregiudizi e i sanguinosi conflitti.

ISTANBUL

Kedi Cats in Istanbul di Ceyda Torun 10 - Kamil

Kedi Cats in Istanbul di Ceyda Torun 10 – Kamil

Mille anime, mille quartieri, mille spaccati sulla vita delle persone, e sulle centinaia di migliaia di gatti che ogni giorno rendono le sue strade vitali e curiose.”
Dalla Turchia arriva il film “Kedi: Cats of Istanbul”, documentario che tratteggia un ritratto della città di Istanbul da un punto di vista inedito: quello dei gatti.

NAZARETH

Nazareth Cinema Lady di Nurit jacobs-Yinon

Nazareth Cinema Lady di Nurit jacobs-Yinon

Nazareth è la città delle nascite importanti, come quelle della prima casa del cinema arabo in Israele, sogno che diventa realtà di una donna tenace, come sanno essere le donne palestinesi.”
Palestina e Israele sono osservati anche quest’anno dal Middle East Now. Tra le pellicole presentate si segnala il documentario “Nazareth Cinema Lady”, la cui protagonista – la musulmana Safaa Dabour – si batte per creare la prima cinemateca araba di Nazareth. Dalla Palestina, infine, arriva il video di un progetto che Oxfam Italia – da diverse edizioni partner del festival – sta portando avanti sul tema della sedentarizzazione forzata degli allevatori dei distretti della West Bank.

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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