Un altro Rinascimento. Correggio e Parmigianino a Roma

Scuderie del Quirinale, Roma – fino al 26 giugno 2016. Circa cento opere provenienti da tutto il mondo per raccontare la poco nota stagione del Rinascimento a Parma. Con due grandi nomi della pittura cinquecentesca.

PARMA E IL RINASCIMENTO
La cultura artistica di Parma all’inizio del Cinquecento è dominata dalle figure di due pittori oggi considerati tra i più importanti dell’arte occidentale: Antonio Allegri detto il Correggio (1489-1534) e Francesco Mazzola detto il Parmigianino (Parma, 1503 – Casalmaggiore, 1540). Non si sta parlando degli epigoni della cultura Rinascimentale di Roma, Firenze o Venezia, o semplicemente dei pittori della “maniera” emuli di Raffaello e Michelangelo, ma di due personalità che contribuirono a rendere il Rinascimento emiliano un fenomeno originale e indipendente, tale da superare i confini geografici e far germogliare il seme di esperienze artistiche successive, a partire dal secondo Cinquecento e passando per il Barocco. La pittura di Correggio, oltre all’equilibrata carica sentimentale della sua antropologia, stupisce per il naturalismo illusionista, come quello degli affreschi delle cupole parmensi nella chiesa di San Giovanni Evangelista e del duomo, dove si anticipa la rivoluzione dei Carracci e il virtuosismo prospettico. Il secondo protagonista, invece, con il suo stile levigato e stilizzato tipico del Manierismo (si pensi alla Madonna dal collo lungo degli Uffizi, in cui rompe con i canoni del Rinascimento), definisce una figura autonoma di artista capace di esprimere preziose idealizzazioni concettuali di straordinario sapore moderno, tanto da influenzare, grazie alla circolazione delle sue stampe, gli sviluppi del Manierismo europeo.

ESPERIENZE INCROCIATE
Le loro esperienze artistiche si realizzano prevalentemente, ma non esclusivamente, a Parma. I due pittori, poco più che coetanei, si allontanarono dalla città emiliana per aggiornare la loro prima cultura figurativa ai linguaggi internazionali di Roma, ad esempio, dove entrambi si recarono, o della Mantova dei Gonzaga, dove si recò Correggio, venendo così a contatto con la resa luministica di Andrea Mantegna e lo sfumato di Leonardo da Vinci, traducendo queste lezioni in una pittura fluida e morbida. A Bologna Parmigianino approfondì l’interesse per Raffaello (l’Estasi di Santa Caterina in San Giovanni in Monte, oggi nella Pinacoteca della città) già ammirato a Roma durante il suo soggiorno intorno alla metà degli Anni Venti.
Questa mostra, oltre a ripercorrere le carriere dei due artisti, presenta una serie di pittori facente parte della “Scuola di Parma”: Michelangelo Anselmi, Francesco Maria Rondani, Girolamo Mazzola Bedoli e Giorgio Gandini del Grano, che consolidarono il lascito di Correggio e Parmigianino fin dopo la metà del secolo nella città emiliana. Una particolare attenzione sarà dedicata al disegno, che mostrerà i metodi di lavoro di Correggio, il quale vede questa pratica come un momento iniziale della creazione, e di Parmigianino, che invece lo intende come qualcosa di concluso in sé; una distanza ravvisabile nei loro rispettivi stili: morbido e naturalistico il primo, prezioso e concettuale il secondo.

Correggio (Antonio Allegri), Noli me tangere - Madrid, Museo Nacional del Prado © Photographic Archive. Museo Nacional del Prado, Madrid

Correggio (Antonio Allegri), Noli me tangere – Madrid, Museo Nacional del Prado © Photographic Archive. Museo Nacional del Prado, Madrid

CORREGGIO: LUCE E MOVIMENTO
Tra le prime opere presenti di Correggio, che ebbe una formazione padana, si ricordano la Madonna Barrymore (Washington, National Gallery of Art) di sapore mantegnesco e Giuditta (Strasburgo, Musée des Beaux-Arts), che stupisce per gli straordinari effetti della luce della candela riflessa sui corpi, ospitati in un interno notturno, la tenda del generale Oloferne al quale l’eroina biblica ha appena tagliato la testa. Seguono alcune interessanti opere degli Anni Venti, come un raro ritratto femminile (conservato all’Ermitage di San Pietroburgo) che ha un volto e una posa enigmatici in bilico tra Leonardo e Raffaello, nella cui misteriosa lettura iconografica si fa riferimento alla cultura erudita di Veronica Gambara, celebre poetessa e donna del Rinascimento, moglie del principe di Correggio, la città natale del pittore. Il volto della dama è molto simile a quello della Madonna in un bellissimo dipinto degli Uffizi, il Riposo durante la fuga in Egitto, una ben studiata composizione dominata da linee diagonali ascendenti. Costruito su una diagonale è anche il Noli me tangere (Madrid, Museo del Prado), con un paesaggio fortemente impressionista ispirato da pittori veneti come Giorgione; mentre è il movimento, soprattutto quello delle figure, a caratterizzare Il martirio di Quattro santi (Parma, Galleria Nazionale) che sembra già una composizione dell’epoca barocca. Tra le ultime opere realizzate dal pittore è presente la nota Danae (Roma, Galleria Borghese) che, in presenza di Cupido, riceve Giove sotto forma di una pioggia d’oro, un vertice rinascimentale nella rappresentazione del soggetto mitologico. L’opera fa parte di una serie di grande successo dedicata a Gli amori di Giove, realizzata per permettere a Federico II Gonzaga di ingraziarsi Carlo V.

Parmigianino (Francesco Mazzola), Conversione di Saulo - Vienna, Kunsthistorisches Museum © Vienna, Kunsthistorisches Museum

Parmigianino (Francesco Mazzola), Conversione di Saulo – Vienna, Kunsthistorisches Museum © Vienna, Kunsthistorisches Museum

PARMIGIANINO: RITRATTI E RIVOLUZIONE
L’arte del Parmigianino, la cui formazione avvenne all’ombra del Correggio, è rappresentata da opere come la Pala di Bardi, una delle prime che dipinse all’età di circa diciassette anni, oggi nella chiesa della Beata Vergine Addolorata a Bardi, nei pressi di Parma. Il suo periodo bolognese è ben documentato dal possente San Rocco realizzato per la Basilica di San Petronio, di forte carica sentimentale, oltre che da un bellissimo dipinto dalla pennellata più descrittiva e raffinata, la Conversione di Saulo (Vienna, Kunsthistorisches Museum). Questa tela anticipa l’idea di Caravaggio, nell’omonima opera della chiesa romana di Santa Maria del Popolo, di far sovrastare l’immagine di san Paolo da un cavallo, protagonista assoluto della scena. La posa del cavallo sembrerebbe fortemente ispirata a quella dei cavalli che accompagnano le sculture dei Dioscuri nella piazza del Quirinale, antistante le Scuderie. È proprio qui che Parmigianino poté ammirare questo gruppo scultoreo durante i suoi anni romani, quando ancora non si trovava al centro della piazza ma era sistemato davanti alle odierne Scuderie. Rientrato a Parma –  prima di morire a soli trentasette anni (secondo il Vasari per avvelenamento da mercurio, in connessione con gli interessi per l’alchimia del pittore) – realizzò alcune delle sue opere più importanti, come la Madonna di San Zaccaria (Firenze, Gallerie degli Uffizi), con figure serpentinate che esprimono moto a profusione, o gli eccellenti ritratti esposti in mostra: la Schiava turca (Galleria Nazionale di Parma) con una straordinaria resa dei particolari, come il bellissimo ventaglio, e la cosiddetta Antea (Museo di Capodimonte di Napoli), con una sensuale idealizzazione e un’inusuale impaginazione che ne fanno uno dei più sofisticati ritratti femminili della pittura di sempre. La straordinaria rivoluzione dei suoi ritratti si esprime anche nel piccolo formato, con personaggi e ambientazioni non idealizzate ma fortemente realistiche. È il caso del Ritratto di uomo con libro (York Art Gallery), che presenta il personaggio ritratto (purtroppo di identità ignota) colto in un momento di intimità, quando nella penombra distoglie gli occhi dalla lettura e si abbandona ai suoi pensieri. Un modernissimo esempio di introspezione psicologica. Il suo sguardo sprofonda fisso verso lo spettatore, anche se l’uomo ritratto sembra ignaro del fatto che qualcuno osservi i moti del suo animo messo a nudo.

Calogero Pirrera

Roma // fino al 26 giugno 2016
Correggio e Parmigianino. Arte a Parma nel Cinquecento
a cura di David Ekserdjian
Catalogo Silvana Editoriale
SCUDERIE DEL QUIRINALE
Via XXIV Maggio 16
06 39967500
[email protected]
www.scuderiequirinale.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/51894/correggio-e-parmigianino-arte-a-parma-nel-cinquecento/

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Calogero Pirrera

Calogero Pirrera

Calogero Pirrera (1979) è uno storico dell’arte specializzato in arte moderna e contemporanea, videoarte, didattica museale e progettazione culturale. Vive attualmente a Roma. Ha collaborato con la cattedra di Istituzioni di Storia dell’Arte della Facoltà di Architettura di Valle Giulia,…

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