La meglio musica del 2015. Gli album e i live dell’anno

La playlist dei venticinque dischi e dei cinque concerti migliori dell’anno, secondo la redazione musicale di Artribune. Dai tour dei mostri sacri Bob Dylan e Patti Smith ai top album di Jamie XX e Joanna Newsom. E poi Giacomo Puccini, Carter Tutti Void e Roberto Paci Dalò.

Con un concerto di impostazione teatrale, Bob Dylan non delude le aspettative: stravolge i brani come da copione. Ma con la raffinatezza degli arrangiamenti di cui è capace. Energia pura per Patti Smith che, a quarant’anni dalla pubblicazione, celebra Horses, il suo primo album (prodotto da John Cale con la cover di Robert Mapplethorpe), con un’eccellente esibizione al Flower Festival di Collegno, alle porte di Torino. Si conferma rocker e poetessa ispirata.
Suoni, immagini: nient’altro che dati. Ma con il sound artist Ryoji Ikeda, nel contesto del ToDays Festival di Torino, si consuma una performance elettronica che, complice la cornice intellettuale del Museo Ettore Fico, raggiunge il grado massimo di esperienza sensoriale e, insieme, formale. Minimalismo e reiterazione all’ennesima potenza per Philip Glass. Aggiungi un uso massiccio di percussioni, il coro e l’orchestra del Teatro Regio, la voce narrante di Valter Malosti, i toni cupi e solenni e avrai Akhnaten: l’opera più epica della sua trilogia lirica, eseguita in forma di concerto. Lode a MiTo Settembre Musica che l’ha portata finalmente in Italia (la composizione è del 1984).
Ancora MiTo Settembre Musica che, nell’ultima edizione diretta da Enzo Restagno, fa riscoprire Arvo Pärt e Morton Feldman. Con due capolavori (Kanon Pokajanen e Rotkho Chapel), entrambi eseguiti dal Coro da Camera Estone, in grado di coniugare i toni meditativi del primo con la fisicità sonora del secondo, nella sua famosa opera realizzata in ricordo dell’amico pittore scomparso. [CLAUDIA GIRAUD]

Joanna Newsom - Divers

Joanna Newsom – Divers

Negli Stati Uniti, Kendrick Lamar è considerato il Bob Dylan dei neri. Il disco To pimp a butterfly è un intreccio di suoni e parole, frutto anche di collaborazioni importanti con Flying Lotus, Thundercat e Pharrell: uno dei migliori prodotti musicali degli ultimi dieci anni. Due anni fa gli Alabama Shakes, gruppo black formatosi ad Athens, si esibivano alla Casa Bianca. Nell’aprile 2015 esce il loro ultimo album, Sound & Color, il cui primo singolo omonimo è stato scelto da Apple per il lancio dell’iPad Pro. Solo la voce di Brittany Howard vale la posizione tra i dischi migliori di quest’anno.
Che Jamie XX fosse un talento pronto a esplodere si era già capito ascoltando gli XX. In Colour tracce intrise di black music si fondono col noise, quello che ti porta in profondità o che, dal vivo (come il dj set di Torino al Club To Club), ti fa venire i brividi mentre ondeggi tra la folla. Joanna Newsom, cantautrice e arpista californiana, ha un talento per le produzioni strabordanti, ma con l’album Divers cambia tutto: musicalità più pop unite alla costante sperimentazione, tracce folk (come Leaving the city) e virtuosismi d’orchestra. Resta, invece, quell’introspezione melanconica, che rende ogni suo lavoro una specie di flusso di coscienza.
Il siriano Omar Souleyman entra di diritto nella classifica non tanto (e non solo) per Four Tet che gli ha prodotto l’album e per collaborazioni con Modeselektor, Gilles Peterson, Legowelt, ma perché il suo genere è praticamente unico al mondo. Un po’ come lui, il profeta della techno dabke. [PAOLO MARELLA]

Jamie XX, In Colour

Jamie XX, In Colour

Drones dei Muse è un concept album rock secco, serio, apocalittico, senza fronzoli o sperimentazioni: Matthew Bellamy, Dominic Howard, Chris Wolstenholme e gli strumenti. The Magic Whip dei Blur è un punto di arrivo maturo e adulto, in cui le esperienze dei singoli si mescolano ad atmosfere asiatiche e crepuscolari. Privato e intenso. Personale e assoluto. Ecco cos’è Vulnicura di Björk. La musica a tratti si stempera a causa del peso emotivo, per lasciare alla voce l’intensità di raccontare lo stato d’animo della solitudine.
Con Endkadenz Vol. 1 e Vol. 2 i Verdena sviluppano un racconto musicale incompleto nella prima parte e soddisfacente nella seconda, in cui emerge la libertà di suonare e di parlare di ciò che preme all’interno dell’animo. In Colour di Jamie XX rappresenta il suono della contemporaneità. Musicalmente è un sunto di tutte le influenze del presente: dall’hip-hop al minimalismo, dal caos, all’elettronica. Un album che definisce il 2015. [DAVIDE PARPINEL]

Giacomo Puccini, La Fanciulla del West

Giacomo Puccini, La Fanciulla del West

Ippolito Ghezzi, Oratori Mottetti Lamentazioni, è un cofanetto di quattro cd che riscopre il barocco bolognese, splendidamente eseguito, dalla Cappella di San Giacomo Maggiore della città felsinea. Una collezione che tutti gli appassionati di musica classica debbono avere, studiare e godere. Giacomo Puccini, La Fanciulla del West, nell’interpretazione di Jonas Kaufmann, Nina Stimme, Tomasz Konieczny, Franz Welser, reperibile in dvd su Sony Classical, è un’ottima edizione, da gustare prima di ascoltare la versione scaligera in programma alla Scala questa primavera, con la direzione musicale di Riccardo Chailly.
Korngold Suite per due violini, violoncelli e pianoforte con solo mano sinistra è una vera chicca per riscoprire eleganza e ricchezza di quella che i nazisti chiamarono “musica degenerata”. Molti si chiedono cosa significhi “bel canto”. Lo mostra il giovane tenore messicano Jesus Léon con Bel Canto, una rassegna di arie che cavalcano tutto l’Ottocento. Con Les Danaides è possibile riscoprire una meraviglia di un autore molto malignato come Antonio Salieri, anche a causa del film di Miloš Forman su Mozart, e che fu il maestro di una generazione di compositori. [GIUSEPPE PENNISI]

Quartetto Prometeo, Arcana

Quartetto Prometeo, Arcana

Nell’album Arcana, Quartetto Prometeo, una delle migliori formazioni cameristiche in circolazione, si fa portavoce dell’inesausta ricerca di sei compositori per svelare, mediante trascrizioni di grandi madrigalisti italiani, un mistero: come sia possibile che una resistentissima catena causale tenga legato, nonostante tutti gli stravolgimenti della storia, un Domenico Scarlatti a un Salvatore Sciarrino, Claudio Monteverdi a Stefano Scodanibbio. Non potevano che chiamarlo Vertigo, l’ennesimo dispositivo di smarrimento sensoriale costruito dal gruppo australiano The Necks, composto da Chris Abrahams, Tony Buck e Lloyd Swanton, autori di una musica senza definizioni.
Dopo la delusione delle prime due uscite in solitaria su ECM, l’esordio del Vijay Iyer Trio sulla prestigiosa etichetta di Manfred Eicher rinfocola l’entusiasmo per il pianista probabilmente più talentuoso della nuova scena jazz americana. Non è un disco facile Break Stuff, e probabilmente manca un po’ quell’attitudine naif che tanto ci aveva fatto apprezzare il trio nei due lavori su ACT, ma è come se si percepisse un desiderio di iniziare a fare sul serio. A tre anni da Transverse i Carter Tutti Void (gli ex Throbbing Gristle Chris Carter e Christine Carol Newby con il fondamentale innesto di Nik Colk Void), trovano la formula perfetta nell’album F (X): una techno mutante e ossessiva, incattivita dalle asperità dell’industrial e tormentata, proprio come il corpo vivo di chi è alla ricerca perenne di una propria identità di genere. Un album imprescindibile.
Una cosa è sicura: dalle parti della musica elettronica le cose più interessanti sono quelle che superano una certa soglia di decibel. Etichette come la Diagonal lo hanno capito e uno dei profeti del noise, Russell Haswell, è qui a confermarcelo con l’album As Sure As Night Follows Day: 17 tracce killer così rumorose da non lasciarti nemmeno la possibilità di protestare – non si sentirebbe nulla. [VINCENZO SANTARCANGELO]

Hypercolor

Hypercolor

I dischi di Angelica ci offrono nell’album Incontri & Reuniones diciassette creazioni estemporanee del contrabbassista maceratese Stefano Scodanibbio (scomparso nel 2012), realizzate insieme a musicisti di primo piano come Terry Riley, Garth Knox e Frances-Marie Uitti. Della Stradivarius da segnalare Lux Fugit del compositore americano Gerard Pape. 1915 The Armenian files di Roberto Paci Dalò è un film, una mostra, un’opera radiofonica, un concerto multimediale e un disco pubblicato da Marsèll in coproduzione con Giardini Pensili, Arthub (Shanghai / Hong Kong) e l’Ambasciata della Repubblica d’Armenia in Italia. È uscito in contemporanea con la performance Fronti presentata in prima assoluta all’Auditorium RAI di Napoli in occasione del conferimento del Premio Napoli 2015, tra i riconoscimenti più prestigiosi per la promozione della cultura italiana contemporanea.
Da otto concerti del Saint Ephraim Male Choir, registrati tra il 2013 e il 2014, sono tratte le pagine corali dell’album Orientale Lumen II con musiche di autori vari – tra cui Tchaikovsky e Rachmaninov – da affiancare all’ascolto di Hungarian Contemporary Vespers. Il trio Hypercolor, composto da Eyal Maoz (chitarra), James Ilgenfritz (basso) e Lukas Ligeti (batteria) accosta nell’omonimo album una concezione avventurosa del jazz-rock alla musica colta, fino a contaminare il tutto con sonorità punk e ritmi africani. [PAOLO TARSI]

a cura di Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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