Arte e musica. Intervista alla musicista ambient Penelope Trappes

Sono poetici e dai tratti allucinatori i brani composti dall’artista di origini australiane, che racconta di aver “incanalato i suoi fantasmi” nelle tracce dell’ultimo album


Penelope Trappes è una cantante e musicista australiana nata a Sydney e attualmente residente nel Regno Unito. Studia pianoforte da bambina, chitarra da adolescente, poi esplora il jazz, la musica sacra e l’opera, dove lo strumento principale è la voce.
Nel 2008 fonda a New York il duo di musica elettronica /avant-pop The Golden Filter insieme al musicista e produttore Stephen Hindman, con cui vengono pubblicati molti album, ep e remix tra reminiscenze Anni Ottanta electro, minimal wave e sperimentazioni con beat analogici. Nel 2014 il duo si trasferisce a Londra, ed è qui che Trappes individua la sua vena più personale e intimista, iniziando parallelamente un percorso solista con paesaggi sonori ambient-drone-gotici, vicina a gruppi britannici tra dreampop ed ethereal wave, come Cocteau Twins e This Mortal Coil. Partendo da demo pianoforte-voce, cui aggiunge chitarra riverberata e field-recording, Trappes pubblica a suo nome una trilogia di album, Penelope One (2017), esplorazione degli aspetti della nascita, della rinascita e del potere del corpo femminile; Penelope Two (2018), incentrato sul riconoscimento del dolore e della perdita; Penelope Three (2021), un processo personale di liberazione dal lutto e di guarigione attraverso la comprensione degli schemi della vita.
La musicista dichiara di passare attraverso un’oscurità mistica e gotica che simboleggia le sue lotte interiori e si concentra su un canto poetico e talvolta allucinatorio. Preceduto nel 2019 dalla pubblicazione di Penelope Redeux, una rielaborazione di brani tratti dal precedente Penelope Two da parte di musicisti celebri come l’inglese Cosey Fanni Tutti (Throbbing Gristle) e gli scozzesi Mogwai, Penelope Three viene accostato alle sonorità gotiche per pianoforte di White Chalk di PJ Harvey. Nell’aprile 2023 Trappes ha pubblicato, con la sua neonata etichetta Nite Hive, il nuovo album, Heavenly Spheres, registrato durante una residenza di due settimane per la Britten Pears Arts nella casa nel Suffolk dove viveva il compositore e musicologo Imogen Holst. Nite Hive vuole dare voce a sperimentazioni tra suono e arte fatte da donne e artisti gender nonconforming. L’aspetto artistico visivo è molto importante per Trappes, che ha fondato Agnes Haus con il suo partner, esplorando la fotografia d’identità, con un dichiarato amore per artiste come Cindy Sherman e Francesca Woodman, e il cinema, attraverso la creazione di cortometraggi, film sperimentali e libri fotografici, dove appare come protagonista, che accompagnano gli album e sono essenziali per il suo processo musicale. Tra i suoi più recenti concerti, spiccano le esibizioni al Belgrave Music Hall di Leeds e all’Attenborough Arts Centre di Brighton, in apertura per il noto compositore ambient /avant-garde statunitense William Basinski.

Penelope Trappes by Agnes Haus

Penelope Trappes by Agnes Haus

INTERVISTA A PENELOPE TRAPPES

La tua definizione di arte.
L’arte è un momento di energia spirituale incanalata dall’aldilà e dall’interno, voluta per esistere.

La tua definizione di musica.
La musica è la vibrazione del suono risultante dalla risonanza del corpo, degli strumenti e degli oggetti che diventa una risposta a un momento e ci mantiene connessi alla vita nella sua forma più pura.

Ti definisci una “artista”?
Sì.

L’opera di arte visiva che più ami.
Attualmente sono ossessionata da Spiral Woman di Louise Bourgeois.

La canzone che più ami.
Attualmente sono ossessionata da For Petra (vocal version) di Hildur Guðnadóttir.

I tuoi recenti progetti.
Ho appena composto un brano per una compilation di raccolta fondi intitolata re-LEAF, pubblicata da Phantom Limb e Injazero Records. Il brano commemora le oltre 50mila vite perse e le altre centinaia di migliaia di feriti e sfollati in seguito ai disastrosi terremoti in Turchia e Siria del febbraio 2023. Tutti i profitti saranno devoluti all’associazione Ahbap. Inoltre, il 14 aprile 2023 è uscito il mio nuovo album Heavenly Spheres per la mia casa discografica Nite Hive. È il risultato della sperimentazione con la sola voce, un pianoforte verticale e un vecchio registratore tedesco a bobine. Mi sono immersa nella solitudine e in un silenzio spesso assordante, convivendo con un’enorme quantità di storia e di libri. Ho imparato ad amare questo spazio sconosciuto, registrando suoni al di fuori del mio normale modo di lavorare, facendo lunghe e a volte psichedeliche passeggiate, incanalando fantasmi su nastro e finendo per ottenere circa trentacinque pezzi di musica e arte sonora. Questo album è composto da otto di quei pezzi di cui mi sono innamorata.

Un ricordo della tua vita.
Uno dei miei primi ricordi è che mio padre mi mostrava le stelle di notte e cercava di spiegarmi la natura espansiva dell’universo. Probabilmente avevo circa tre anni e la mia piccola mente veniva sconvolta dal tentativo di comprendere l’infinito.

Samantha Stella

https://www.penelopetrappes.com

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Samantha Stella

Samantha Stella

Samantha Stella, nata a Genova, vive a Milano. Artista visiva, performer, set & costume designer, regista, musicista, cantante. Sviluppa principalmente progetti focalizzati sul corpo e pratiche di discipline live utilizzando differenti linguaggi, installazioni con elementi strutturali e corporei, fotografia, video,…

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