Natale 2022. Le mostre da vedere a Roma

Una guida alle mostre da vedere in città durante le feste, dall’omaggio a Pasolini ai capolavori di Van Gogh, passando per Bob Dylan pittore, l’arte liberata dalla guerra e molto altro

Nelle prossime settimane, a chi visiterà Roma in occasione delle feste non mancherà l’opportunità di muoversi tra gallerie e musei, spaziando dall’archeologia all’arte contemporanea. Qui una selezione delle mostre attualmente in corso, tra opere riscoperte nei depositi, grandi maestri del passato, circoli letterari e musicisti che svelano insospettabili doti artistiche. E c’è ancora tempo per apprezzare l’omaggio (i molteplici omaggi) a Pasolini nel centenario della sua nascita.

Livia Montagnoli

VAN GOGH A PALAZZO BONAPARTE

Arriva dal Kröller Müller Museum di Otterlo il corpus di opere di Vincent van Gogh (Zundert, 1853 – Auvers sur Oise, 1890) esposto a Palazzo Bonaparte, che attraverso alcuni dei più noti capolavori dell’artista olandese ricostruisce una illuminata storia di collezionismo (che tra il 1907 e il ’39 fa capo a Helene Kröller Müller e suo marito Anton). Nel 170esimo anniversario della nascita di Van Gogh, la mostra è occasione per apprezzarne il genio espressivo, il suo tormento e la sua sensibilità. Si spazia dal realismo degli esordi olandesi alle accensioni cromatiche del trasferimento parigino, ai sogni provenzali. Fino al triste epilogo anticipato dalle ultime opere, in cui le pennellate filamentose peculiari dell’artista si tramutano in vortice angoscioso.

Vincent van Gogh Vecchio disperato (Alle porte dell’eternità) Saint–Rémy, maggio 1890 Olio su tela, 81,8x65,5 cm © Kröller Müller Museum, Otterlo, The Netherlands

Vincent van Gogh Vecchio disperato (Alle porte dell’eternità) Saint–Rémy, maggio 1890. Olio su tela, 81,8×65,5 cm © Kröller Müller Museum, Otterlo, The Netherlands

PIER PAOLO PASOLINI. TUTTE LE MOSTRE IN CITTÀ

Tre mostre in una, frutto di un progetto condiviso tra Palazzo delle Esposizioni, Galleria d’arte antica di Palazzo Barberini e MAXXI, per omaggiare la figura di Pier Paolo Pasolini (Bologna, 1922 – Roma, 1975) nell’anno del centenario della sua nascita. Il tema del corpo – dimensione dominante in tutta la letteratura narrativa di Pasolini, nella sua cinematografia e negli interventi politici e sociali – ispira il triplice sviluppo espositivo Tutto è Santo. A Palazzo delle Esposizioni, la sezione intitolata Il corpo poetico propone un ritratto fisico, ma non solo, di Pasolini attraverso una selezione di oltre 700 materiali originali: fotografie, giornali dell’epoca, riviste, prime edizioni di libri, articoli, interventi pubblici; e poi dattiloscritti, ciclostilati, filmati, dischi musicali e nastri. A Palazzo Barberini va in scena Il corpo veggente, riflessione che prende le mosse dalle fonti storico-artistiche dell’immaginario figurativo pasoliniano a partire dall’insegnamento di Roberto Longhi. Un’occasione per cogliere le infinite tangenze tra l’iconografia delle arti visive antiche e la cinematografia di Pasolini. Al MAXXI, Il corpo politico dà spazio agli artisti contemporanei che traggono materia di ispirazione e riflessione dalle analisi sociali e politiche pasoliniane. Un dialogo tra le opere d’arte e oltre 200 documenti (fotografie e testi) legati all’ultima fase della vita di Pasolini.
Ma al ricordo di Pasolini si collega anche la mostra Pasolini pittore alla Galleria d’Arte Moderna, che esplora le capacità pittoriche dell’autore, nel contesto della storia dell’arte del Novecento. Al MACRO, invece, il progetto su Pasolini prende le mosse dal suo incontro televisivo con Ezra Pound, nel 1967, che influenzerà la sua successiva attività poetica.

Da sinistra: Alberto Moravia, Dacia Maraini, Pier Paolo Pasolini, persona non identificata, Maria Callas. Polaroid Archivio Fotografico di Dacia Maraini

Da sinistra: Alberto Moravia, Dacia Maraini, Pier Paolo Pasolini, persona non identificata, Maria Callas. Polaroid Archivio Fotografico di Dacia Maraini

BOB DYLAN AL MAXXI

L’anno del MAXXI si chiude (come pure si apre il successivo) nel segno dell’architettura, continuando a indagare sulle relazioni interdisciplinari che sostengono il lavoro dei più grandi architetti del Novecento. Architetture a regola d’arte, a cura di Luca Galofaro, con Pippo Ciorra, Laura Felci ed Elena Tinacci, vuole valorizzare il lavoro sugli archivi di architettura da tempo avviato dal polo di ricerca romano, esponendo modelli, documenti e disegni, progetti, allestimenti, fotografie e carteggi di quattro realtà italiane chiave per il settore. BBPR (di cui l’Archivio è appena stato acquisito in comodato dal MAXXI), Costantino Dardi, Vincenzo Monaco e Amedeo Luccichenti, Luigi Moretti sono i protagonisti di questa ricognizione, che indaga con particolare attenzione l’ascendente delle arti visive sul lavoro di progettazione architettonica.
Al terzo piano dell’edificio progettato da Zaha Hadid va intanto in scena il Bob Dylan pittore, disegnatore e scultore. Retrospectrum ‒ progetto espositivo curato da Shai Batel, già visto a Shangai e Miami ‒ rivela un Dylan affascinato dalle arti visive, in quanto ulteriore, e fecondo, strumento di creatività, e prolifico veicolo per rielaborare osservazioni, spunti, riflessioni appuntati costantemente durante i suoi viaggi attraverso l’America.

Bob Dylan Retrospectrum, Installation view at MAXXI, 2022 ®Musacchio, Ianniello, Pasqualini, Fucilla (1)

Bob Dylan Retrospectrum, Installation view at MAXXI, Roma 2022 ® Musacchio, Ianniello, Pasqualini, Fucilla

MERAVIGLIA SENZA TEMPO ALLA GALLERIA BORGHESE

Alla larga da titoli blockbuster, la Galleria Borghese si concentra su un periodo della storia dell’arte a cavallo tra XVI e XVII secolo, indagandone una delle tecniche artistiche meno sbandierate, perché fugace e arrivata sino ai giorni nostri in pochi esemplari: la pittura su pietra. E pensare che l’abitudine si diffuse, dopo il terribile Sacco del 1527, proprio per scongiurare la precarietà di opere su tela e tavola, inermi al cospetto di devastazioni ed eventi sanguinosi. Meraviglia su pietra ripercorre questa storia esponendo pezzi di grande bellezza: oltre 60 opere ‒ provenienti da musei italiani, stranieri e importanti collezioni private – suddivise in otto sezioni, tra arredi in pietre dure preziose, oggettistica di pregio (come il Tabernacolo Borghese-Windsor), ritratti d’autore, come quello su porfido rosso di papa Clemente VII, opera di Sebastiano del Piombo, cui Vasari attribuisce il merito di aver recuperato, per primo, la tecnica della pittura lapidea, già utilizzata dagli antichi, e per secoli relegata all’oblio. Tra gli altri, nel Seicento si cimentarono con il genere Antonio CarracciOrazio GentileschiCavalier d’ArpinoCarlo Saraceni. Mentre è nel XVI secolo che si esprime la delicatezza di Leonardo Grazia da Pistoia, autore di una serie di ritratti femminili su lavagna.

Jacques Stella, Il martirio di santa Caterna d'Alessandria da Guido Reni, olio su lapislazzli Ph. A. Novelli © Galleria Borghese

Jacques Stella, Il martirio di santa Caterina d’Alessandria da Guido Reni, olio su lapislazzuli. Photo A. Novelli © Galleria Borghese

L’ARTE LIBERATA ALLE SCUDERIE DEL QUIRINALE

Sono oltre cento i capolavori salvati durante la Seconda Guerra Mondiale in mostra alle Scuderie del Quirinale, che dedicano l’ultimo progetto espositivo (visitabile fino ad aprile 2023) all’arte scampata alle devastazioni del decennio che dal 1937 conduce al ’47, attraverso la tragedia della guerra. La mostra è dunque un omaggio a chi, in quel contesto, si è adoperato, anche a rischio della vita, per proteggere un patrimonio collettivo. L’esposizione, a cura di Luigi Gallo e Raffaella Morselli, può contare sulla collaborazione di quaranta tra musei e istituti ed espone le vicende di coraggiosi sovrintendenti, funzionari e storici dell’arte coinvolti nelle operazioni di salvaguardia e recupero delle opere “liberate” (tra loro, anche Rodolfo Siviero, agente segreto e futuro ministro plenipotenziario incaricato delle restituzioni alla fine del conflitto). Si scopre così come in quegli anni una serie di esportazioni forzate e cessioni benevolmente concesse dai gerarchi fascisti alterarono il mercato dell’arte; e come avvenne, logisticamente, lo spostamento delle opere in luoghi sicuri durante la guerra, su impulso del ministro Giuseppe Bottai. Alle missioni per il recupero delle opere trafugate è invece dedicata l’ultima sezione del percorso, che si muove tra il Discobolo Lancellotti e la Danae di Tiziano, la Crocefissione di Luca Signorelli e la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca.

Arte Liberata, exhibition view at Scuderie del Quirinale, Roma, 2022

Arte Liberata, exhibition view at Scuderie del Quirinale, Roma 2022

CRAZY AL CHIOSTRO DEL BRAMANTE

Si avvia a conclusione, dopo la lunga permanenza negli spazi storici del Chiostro del Bramante, la mostra sulla follia nell’arte contemporanea, curata da Danilo Eccher. Fino all’8 gennaio, però, c’è tempo per scoprire come undici artisti internazionali riflettono sul tema, attraverso installazioni site specific ideate per l’occasione. Dalle colate di pigmento di Ian Davenport sulle scale ai neon di Alfredo Jaar dal mondo colorato dei Fallen Fruit al pavimento di specchi (rotti) di Alfredo Pirri, che altera la percezione dello spazio nell’ambiente centrale del complesso cinquecentesco.

Crazy, Chiostro del Bramante

Crazy, Chiostro del Bramante

LUCIO DALLA ALL’ARA PACIS

Anche se il tempo passa è il titolo della mostra tributo a Lucio Dalla, che dopo Bologna arriva all’Ara Pacis di Roma (fino al 5 febbraio, prima di spostarsi a Napoli e Milano). A dieci anni dalla scomparsa dell’artista, e in vista dell’ottantesimo anniversario della sua nascita, che ricorre nel 2023, l’esposizione ne tratteggia un ritratto completo, spingendosi oltre la dimensione del cantautorato, per esplorare le relazioni umane, il rapporto con le arti visive, le sue passioni. La mostra si articola in dieci sezioni, tra documenti, foto, filmati, abiti di scena e decine di testimonianze raccolte sotto il cappello di Universo Dalla, che raccontano delle collaborazioni e della stima con personalità della musica e della cultura italiana e internazionale.

Lucio Dalla a torso nudo, Foto di A. Lo Giudice

Lucio Dalla a torso nudo. Foto di A. Lo Giudice

MIRELLA BENTIVOGLIO E HOT SPOT ALLA GALLERIA NAZIONALE

Tra i principali progetti espositivi in corso alla Galleria Nazionale, Quanto Bentivoglio? rende omaggio a Mirella Bentivoglio (Klagenfurt, 1922 ‒ Roma, 2017), a cent’anni dalla sua nascita. Esponente di spicco della poesia visiva, la sua opera si caratterizza per la grande immediatezza di messaggi che ingaggiano rivendicazioni politiche e sociali, con particolare attenzione alla parità di genere.
Prosegue anche la collettiva Hot Spot, riflessione sull’attivismo estetico a cura di Gerardo Mosquera. Sono 26 gli artisti internazionali coinvolti, presenti con opere che indagano il rapporto dell’uomo con il Pianeta e invitano a prendere consapevolezza dei problemi del nostro tempo. Ambientali in primis.

Quanto Bentivoglio, Exhibition view at Galleria Nazionale, Roma, 2022. Photo Francesca Oro

Quanto Bentivoglio?, Exhibition view at Galleria Nazionale, Roma, 2022. Photo Francesca Oro

ROBERT SMITHSON E DIEGO PERRONE AL MACRO

Fresco delle celebrazioni per i suoi primi vent’anni di storia, il museo di via Nizza offre una ricca programmazione di mostre. Rome is still falling è il progetto che riunisce venti opere di Robert Smithson, realizzate nella prima metà degli Anni Sessanta, in gran parte inedite. L’artista statunitense (Passaic, 1938 – Amarillo, 1973) arrivò nella Capitale nel 1961, per una personale presso la galleria George Lester. Obiettivo della mostra è ricostruire l’episodio, come già fatto con Richard Serra, nell’ambito di un ciclo di appuntamenti che indaga i percorsi di grandi artisti internazionali che hanno vissuto e lavorato a Roma alla fine del XX secolo.
Prosegue la personale di Diego Perrone (Asti, 1970), nella sala espositiva più grande del MACRO. Le sculture in pasta vitrea dell’artista prendono possesso dello spazio, popolato però anche da fotografie, scritti e video, che contribuiscono a costruire una scenografia immersiva di grande impatto.

Diego Perrone, Snorkeller Tube, 2022, polipropilene riciclato e stampato in 3D, dettaglio. Courtesy l’artista, MACRO, 2022

Diego Perrone, Snorkeller Tube, 2022, polipropilene riciclato e stampato in 3D, dettaglio. Courtesy l’artista, MACRO, 2022

JONAS MEKAS E WILLIAM KLEIN AL MATTATOIO

A cento anni dalla nascita di Jonas Mekas (Biržai, 1922 – New York, 2019), regista e artista lituano pioniere del cinema d’avanguardia, il Mattatoio ospita la retrospettiva del duo curatoriale Francesco Urbano Ragazzi, che cita, nel titolo della mostra (Images are Real) un passaggio del film Out-takes from the Life of a Happy Man. Nell’arco temporale che dagli Anni Settanta arriva ai Duemila, l’esposizione si articola tra installazioni video, monitor, serie fotografiche e riviste d’epoca, per tracciare una sorta di percorso ascetico, che dagli orrori della storia porta alla felicità, seguendo la poetica dell’artista, proteso a cogliere le piccole gioie della vita quotidiana senza però ignorare le tragedie del nostro tempo.
In mostra, fino alla fine di febbraio, anche il dialogo tra il fotografo William Klein (New York, 1926 – Parigi, 2022) e il gallerista romano Plinio de Martiis (Giulianova, 1920 – Roma, 2004), di cui al Mattatoio si evidenzia l’attività, poco nota, di fotografo. Ne risulta un ritratto in bianco e nero di Roma negli Anni Cinquanta, legato soprattutto alla narrazione delle periferie, verso cui entrambi gli autori si sono dimostrati molto sensibili.

Portrait of Jonas Mekas on the occasion of the opening of his exhibition "The Internet Saga", Venice, 2015, ph. Giulio Favotto

Portrait of Jonas Mekas on the occasion of the opening of his exhibition “The Internet Saga”, Venice, 2015, photo Giulio Favotto

VIRGINIA WOOLF E BLOOMSBURY A PALAZZO ALTEMPS

Nel XIX secolo, Palazzo Altemps, nato come residenza nobiliare, ospitava di frequente salotti letterari. La mostra ideata e curata da Nadia Fusini, principale studiosa italiana di Virginia Woolf, non a caso allestisce proprio negli ambienti del palazzo – recentemente rinnovati – un viaggio nella storia del Gruppo Bloomsbury, circolo intellettuale che nell’Inghilterra ancora legata ai principi vittoriani cercò di instillare un vento di cambiamento. Fulcro delle riflessioni del gruppo fu Virginia Woolf, che dunque è protagonista dell’esposizione romana, raccontata attraverso libri, parole, dipinti, fotografie e oggetti, insieme ai suoi illuminati sodali. Il progetto si avvale della collaborazione con la National Portrait Gallery di Londra.

Virginia Woolf e Bloomsbury, exhibition view at Palazzo Altemps, Roma, 2022

Virginia Woolf e Bloomsbury, exhibition view at Palazzo Altemps, Roma, 2022

PHILIP COLBERT A SAN SALVATORE IN LAURO

Le sculture-aragoste di Philip Colbert (Londra, 1979) già campeggiano in via Veneto, fino al mese di gennaio. Ma l’artista britannico porta il suo Lobster Empire anche al Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro, dove presenta una selezione dei suoi lavori più celebri, tra pitture e sculture. Il fil rouge è costituito dall’avatar dell’aragosta, sorta di cartone animato surrealista con cui l’autore e attivista ha finito per identificarsi, e recentemente protagonista di un progetto comunitario nel metaverso, Lobstars (nell’idea confluiscono l’interesse di Colbert per la realtà virtuale e l’impegno a favore dell’ambiente).
La mostra romana espone la serie di sculture in marmo bianco di Carrara che riproducono l’aragosta in scene classiche e tele multistrato a olio, dalle tinte forti, che raccolgono in tableaux immagini pop riconoscibili, riprese con il filtro dell’ironia.

Philip Colbert, The Lobster Empire

Philip Colbert, The Lobster Empire

ULISSE ALLE TERME DI DIOCLEZIANO

Provengono dai ricchissimi depositi del Museo Nazionale Romano i reperti esposti nella sede delle Terme di Diocleziano. Solo la prima tappa del viaggio Depositi (ris)coperti, che prende avvio con un focus su Ulisse, visitabile fino all’8 gennaio. Highlight dell’allestimento è il grande mosaico di Ulisse e le Sirene (da Quarto di Corzano, provincia di Rieti, II secolo d.C.), presentato con il supporto di strumenti multimediali che invitano il visitatore a partecipare al viaggio di Ulisse. Seguirà, dal 14 gennaio, la scoperta degli “altri”, nell’approfondimento sul rapporto tra gli antichi Romani e le altre culture, attraverso stereotipi, diffidenza e curiosità.

Testa di Ulisse, prima età imperiale. Dalla mostra Ulisse e gli altri al Museo Nazionale Romano, Roma, 2022

Testa di Ulisse, prima età imperiale. Dalla mostra Ulisse e gli altri al Museo Nazionale Romano, Roma, 2022

LE STANZE DEL CARDINALE ALLA GALLERIA CORSINI

Nel Settecento, Neri Maria Corsini fu protagonista della vita culturale romana in veste di mecenate, collezionista e cultore del patrimonio artistico, che si adopererà attivamente per tutelare. Formatosi presso le principali corti d’Europa, dal 1726 Corsini è a Roma, sotto la protezione dello zio Lorenzo, eletto al soglio pontificio qualche anno più tardi con il nome di Clemente XII. Nello stesso anno, Neri Maria prenderà la porpora cardinalizia, divenendo principale fautore della politica culturale del pontefice. La Galleria Corsini, nello spazio che proprio il cardinale fece trasformare nella propria reggia (Palazzo Corsini alla Lungara, già Riario) ospita la mostra a lui dedicata, nelle sale recentemente rinnovate recuperando il gusto dell’epoca. E per la prima volta si ricostituisce l’Anticamera delle Canonizzazioni.

Le Stanze del Cardinale, exhibition view at Galleria Corsini, Roma, 2022. Photo Alberto Novelli

Le Stanze del Cardinale, exhibition view at Galleria Corsini, Roma 2022. Photo Alberto Novelli

ENEA AL FORO ROMANO

Il viaggio di Enea, da Troia a Roma, è oggetto della mostra promossa dal Parco Archeologico del Colosseo presso il Tempio di Romolo al Foro Romano. In esposizione, ventiquattro opere databili tra il VII secolo a.C. e la piena età imperiale, in prestito da dodici diverse istituzioni nazionali, organizzate secondo temi chiave che ripercorrono il mito dell’eroe troiano e della fondazione di Roma. Dalla fuga con Anchise e Ascanio all’attracco presso le coste laziali, con la fondazione di Lavinium. In parallelo, il Parco ospita un ciclo di conferenze sul capolavoro dell’epica virgiliana.

Affresco raffigurante Enea ferito curato da un medico, Pompei, I d.C. MANN, Napoli

Affresco raffigurante Enea ferito curato da un medico, Pompei, I d.C. MANN, Napoli

VOGIA DE CARNOVAL DA RHINOCEROS

Vogia de carnoval, installation view at Fondazione Alda Fendi Rhinoceros, Roma, 2022

Vogia de carnoval, installation view at Fondazione Alda Fendi Rhinoceros, Roma, 2022

Viene identificato come esperimento espositivo dai suoi stessi organizzatori il progetto Vogia de carnoval allestito negli spazi della galleria Rhinoceros a Palazzo Fendi, che si avvale della collaborazione della Fondazione Querini Stampalia di Venezia. Alla città lagunare, infatti, è dedicato l’omaggio della Fondazione Alda Fendi, che affida a Raffaele Curi il compito di curare una ricostruzione immaginifica e poetica della Serenissima, dagli artisti che meglio l’hanno magnificata ai traguardi raggiunti nel presente, come le dighe del Mose. Non manca un tributo a Carlo Goldoni, intrecciato con echi felliniani.

ALEX CECCHETTI DA FOROF

Si entra negli ambienti ipogei di FOROF, spogliandosi di ogni certezza, per immergersi nel rituale sciamanico messo in scena da Alex Cecchetti (Terni, 1977), che conduce lo spettatore verso una dimensione primordiale. Sculture, pitture e installazioni dell’artista umbro invitano a riconciliarsi con la natura, suggerendo ambientazioni che spaziano dal bosco alle profondità marine, tra pitture botaniche, vasi rivoluzionari e grandi meduse in organza di seta.

Alex Cecchetti, Sortilegio, exhibition view at Forof, Roma, 2022. Photo Monkeys Video Lab

Alex Cecchetti, Sortilegio, exhibition view at Forof, Roma, 2022. Photo Monkeys Video Lab

FRANCO ANGELI DA WEGIL

1958-1988. Sono questi gli estremi temporali della retrospettiva dedicata a Franco Angeli (Roma, 1935-1988), a cura di Silvia Pegoraro, da WeGil. La vita professionale dell’artista romano è ripercorsa attraverso oltre settanta opere che ne individuano l’adesione all’arte informale dei primi anni, per passare poi al figurativismo geometrico e metafisico. Con Tano Festa e Mario Schifano, Angeli fu esponente di spicco della Scuola di Piazza del Popolo, influenzando gli artisti delle generazioni più giovani. Costante anche il suo impegno nei confronti degli avvenimenti sociali e politici dell’epoca, che saprà stigmatizzare nelle sue opere, sempre intrise di un messaggio civile inscindibile da quello artistico e poetico.

Franco Angeli - Opere 1958-1988, exhibition view at WeGil, Roma, 2022

Franco Angeli – Opere 1958-1988, exhibition view at WeGil, Roma, 2022

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