Itinerario tra Tivoli e Subiaco lungo le rive del fiume Aniene

Si snoda per una quarantina di chilometri, risalendo il corso del fiume Aniene, l’itinerario che tocca alcuni preziosi centri medievali alle porte di Roma. Per scoprire come l’acqua ispirò il genio costruttivo dei romani, le delizie rinascimentali, l’operosità protoindustriale

Il percorso che si muove nella provincia romana, tra Tivoli e Subiaco, seguendo il corso dell’Aniene, è una scoperta che prende forma tra vestigia antiche e riserve naturali, siti archeologici e antichi possedimenti feudali, eremi, pellegrinaggi e viaggi di formazione. Scendendo dai Monti Simbruini, l’Aniene si muove verso Roma, incontrando sulla sua strada monasteri, castelli, ville romane e giardini rinascimentali. Secoli or sono, le sue acque alimentarono i grandiosi acquedotti di Anio Vetus, Aqua Marcia, Anio Novus e Aqua Claudia, rimasti a testimoniare l’ingegno costruttivo dei romani, suggestiva quinta scenica che si svela tra la vegetazione rigogliosa della Valle e che tanto affascinò artisti e rampolli in viaggio per il Grand Tour. Risaliamo parte del corso, dalla Tibur Superbum celebrata da Virgilio al borgo medievale di Subiaco, culla del monachesimo benedettino, facendo tappa a Vicovaro e Anticoli Corrado, centri fortificati, tutti costruiti in alto, in cima o sui fianchi di rilievi montuosi con funzione difensiva, in conseguenza di un fenomeno di incastellamento che dalla metà dell’XI secolo interessò la Valle dell’Aniene.
L’occasione per strutturare questo itinerario, che si sviluppa nell’arco di una quarantina di chilometri, ce la offrono due progetti sull’arte contemporanea, attualmente in corso a Tivoli e Anticoli. Al Santuario di Ercole Vincitore, Andrea Bruciati e Davide Bertolini curano la mostra di Davide Serpetti (I Vinti), che si confronta con il genius loci del sito archeologico e con le sculture antiche conservate nell’Antiquarium. Ad Anticoli, invece, fino al 18 dicembre, si visita la mostra omaggio a Giuseppe Capogrossi (Spazio, forma, ritmo – e a Capo), nel cinquantennale della sua scomparsa. L’artista frequentò assiduamente il paese dal 1923, e il progetto del Civico Museo, curato da Davide Silvioli in collaborazione con Contemporary Cluster, evoca questo legame attraverso l’opera di otto artisti contemporanei, in dialogo con Capogrossi. Ed è un po’ la prima volta che giovani artisti si affacciano in questo particolarissimo museo. Oltre le mostre, l’itinerario ben si presta a ricavare percorsi tematici più circoscritti, secondo i propri interessi. Ecco qualche spunto da cui attingere.

Livia Montagnoli

LE VILLE DI TIVOLI

Da qualche mese, anche un’app mobileVILLÆ, disponibile gratuitamente per Android e iOS in lingua italiana e inglese – permette di approfondire la storia di Villa Adriana e Villa d’Este, conducendo visite guidate immersive anche a distanza, grazie a uno storytelling che si prefigge l’obiettivo di stimolare i sensi dei visitatori, che si trovino e esplorare le ville di persona, o che siano collegati da remoto. Uno strumento in più per conoscere un patrimonio storico, artistico e architettonico celebrato dall’Unesco, che spazia dai giardini all’italiana (con magnifiche fontane, giochi d’acqua e persino musiche idrauliche) della villa commissionata dal cardinal Ippolito II d’Este in città nella seconda metà del Cinquecento (a dirigere i lavori fu uno degli architetti-ideologi più in voga del tempo, Pirro Ligorio, che studiò anche un sontuoso programma iconologico per i saloni della residenza, affrescati da pittori tardo-manieristi), alle vestigia classiche di Villa Adriana, costruita tra il 118 e 138 d.C. per volere dall’imperatore Adriano, su un’area verde pianeggiante di centoventi ettari, ai piedi di Tivoli.
Nel parco archeologico i visitatori rintracciano ninfei, strutture termali, ambienti residenziali decorati con grande raffinatezza, per l’imperatore che amava la cultura e l’arte greca. Ma del patrimonio archeologico di Tivoli fanno parte anche il Santuario di Ercole Vincitore, costruito in epoca repubblicana su un terrazzamento a picco sul fiume Aniene, sfruttando il naturale digradare del terreno per realizzare un teatro (la struttura sarà riutilizzata nei secoli a venire, ospitando anche una cartiera, esempio tutelato di archeologia industriale), la Mensa Ponderaria – o pesa pubblica, un tempo nel foro di Tibur – e il Mausoleo dei Plautii, monumento funerario del I secolo d.C.
E della compresenza tra patrimonio paesaggistico e architetture antiche beneficia anche il Parco di Villa Gregoriana, tra sentieri e cascate che si scoprono ai piedi dell’antica acropoli. La sistemazione del parco fu voluta da papa Gregorio XVI, intorno al 1834. Fra le attrazioni di un luogo creato con l’idea di fondere sublime e pittoresco, le grotte che si aprono sotto il Tempio di Vesta.

https://www.levillae.com/

Villa Adriana a Tivoli

Villa Adriana a Tivoli

IL CIVICO MUSEO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI ANTICOLI CORRADO

Dalla fine dell’Ottocento il borgo di Anticoli Corrado ha meritato la fama di “paese degli artisti”, accogliendone numerosi, in cerca di ispirazione e tranquillità. Una consuetudine che si è protratta nel corso del Novecento (arriveranno, tra gli altri, Arturo Martini, Giuseppe Capogrossi, Picasso, Duchamp), tanto da alimentare una collezione di opere d’arte che gli stessi artisti residenti ad Anticoli scelsero di donare al Comune già tra gli Anni Venti e gli Anni Trenta, dando origine al primo nucleo dell’attuale Civico Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, inaugurato nel 1935 dal ministro Giuseppe Bottai. Nel Dopoguerra, il museo ha continuato ad ampliare le sue raccolte, ospitate nel palazzetto donato dal principe Marcantonio Brancaccio, compreso nell’area dell’antico castello trasformato in palazzo baronale. Tra le sale, opere di artisti stranieri di fine Ottocento, attratti dal paesaggio e dai costumi del territorio, e un nutrito spaccato dell’arte italiana degli Anni Venti e Trenta, da Arturo Martini a Felice Carena, Fausto Pirandello e Corrado Cagli.

http://www.museoanticoli.it/

Civico Museo d'Arte Moderna e Contemporanea, Anticoli Corrado

Civico Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Anticoli Corrado

I MONASTERI BENEDETTINI E IL SACRO SPECO DI SUBIACO

All’inizio del VI secolo, un giovanissimo San Benedetto da Norcia visse da eremita, seguendo l’esempio dei padri anacoreti, trovando rifugio nella grotta poi ribattezzata del Sacro Speco, sul Monte Taleo, non lontano dal borgo di Subiaco, che aveva avuto origine in epoca neroniana, in prossimità dei laghetti artificiali fatti realizzare proprio dall’imperatore sbarrando il corso dell’Aniene, per completare la magniloquente residenza imperiale di cui, ai piedi dell’odierna via dei Monasteri, restano alcune tracce. La permanenza di Benedetto nella Valle dell’Aniene portò al fiorire di comunità monastiche radicate sul territorio, di cui è spettacolare testimonianza il Monastero di San Benedetto, costruito (ma sarebbe meglio dire scavato nella roccia) a partire dall’XI secolo, tutt’intorno al Sacro Speco.
Oggi, “entrando” nella montagna, si visitano le due chiese sovrapposte riccamente affrescate, con cicli pittorici che datano al XIII e XIV secolo, ben conservati grazie al peculiare microclima del complesso. Meno scenografico, ma comunque strategico per risalire alla storia del monachesimo in Italia, è il Monastero di Santa Scolastica, o quel che ne resta dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale: si tratta dell’unica struttura superstite della rete di 13 monasteri fondati da San Benedetto nella Valle. Non distante, un agevole sentiero conduce ai laghetti intitolati al santo.
Ma una visita a Subiaco non può prescindere dalla scoperta della cittadella medievale e del borgo degli opifici. Qui sorge il museo immersivo del Borgo dei Cartai, nato con l’intenzione di tramandare l’antichissima consuetudine locale con la produzione di carta: fino al 2004, in città, è stata attiva una delle più importanti cartiere italiane, voluta da Sisto V nel 1487 per fornire l’allora Stato Pontificio.

https://monasterosanbenedettosubiaco.it/
http://www.ilborgodeicartai.it/

Il Monastero di San Benedetto, Subiaco

Il Monastero di San Benedetto, Subiaco

GLI ACQUEDOTTI E LE GROTTE DI SAN BENEDETTO A VICOVARO

In attesa di un nuovo, imminente intervento di restauro conservativo e messa in sicurezza dell’area, il Complesso monumentale degli eremi di San Benedetto e degli acquedotti romani si visita preferibilmente in occasione di tour guidati. Il complesso di eremi, utilizzati in passato dai monaci, fu ricavato in grotte naturali e artificiali scavate nella rupe che affaccia a precipizio sul fiume Aniene, in prossimità dell’acquedotto Claudio, in questo tratto ancora percorribile dall’interno, per apprezzarne il buono stato di conservazione (con il cocciopesto che ancora riveste il tunnel in cui scorreva l’acqua, prima di raggiungere Roma, dopo 68 chilometri). La più grande delle grotte, alla base del convento dedicato a San Francesco, fu trasformata in cappella rupestre dedicata a San Michele Arcangelo, introdotta da un portale in pietra modanata del XV secolo e affrescata nel Seicento.
In centro città si visita anche il tempietto ottagonale quattrocentesco di San Giacomo Maggiore, considerato uno dei più significativi esempi architettonici del Gotico Rinascimentale del Lazio, commissionato da Giovanni Antonio Orsini nel 1448.

Eremi di San Benedetto, Vicovaro

Eremi di San Benedetto, Vicovaro

LUNGO IL SENTIERO COLEMAN

Il pittore Enrico Coleman, di padre inglese e madre sublacense, s’incamminò nel 1881 tra le montagne laziali per portare delle attrezzature scientifiche in diversi osservatori posti sui monti Lucretili e Simbruini. Più di un secolo dopo, a ricordo di quell’impresa, è nato un sentiero, dedicato al pittore, lungo complessivamente più di cento chilometri: il trekking si percorre per intero in trentadue ore di percorrenza, dalla Villa di Nerone a Subiaco fino al santuario della Trinità e in vetta al monte Autore (1853 m), prima di proseguire per Camerata Vecchia. Attraversata la Tiburtina, risale ai laghetti di Percile, nel parco dei Monti Lucretili, poi tocca le cascate di Rioscuro, Licenza e i resti della Villa di Orazio, per scendere a San Polo dei Cavalieri e verso Tivoli. La segnaletica permette di selezionare singole tappe da affrontare piacevolmente in giornata.

http://www.parcomontisimbruini.it/

Le cascate di Rioscuro sul sentiero Coleman

Le cascate di Rioscuro sul sentiero Coleman

DOVE MANGIARE NELLA VALLE DELL’ANIENE

Recente apertura nel centro di Tivoli, Li Somari è un progetto di ristorazione che punta a valorizzare la tradizione locale, con l’accortezza però di un servizio e di una ricerca gastronomica attenti. In cucina, non a caso, c’è Adriano Baldassarre, chef di lungo corso, già apprezzato tra Roma e provincia.
Più longeva è l’attività della Briciola, tavola elegante senza strafare, nell’allestimento degli spazi, come in cucina. Per raggiungere il ristorante si esce da Tivoli lungo la Tiburtina, in direzione Vicovaro.
Mentre è schietta l’accoglienza alla Panarda di Subiaco, appendice della storica norcineria della famiglia Rapone.
Per riportare a casa i prodotti delle piccole aziende locali, invece, ad Arsoli c’è la bottega dell’Associazione Terrenove, che riunisce orticoltori, allevatori e casari del territorio della Valle dell’Aniene.

http://osterialabriciola.it/
http://www.fratellirapone.it/site/

Li somari, Tivoli

Li somari, Tivoli

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