Weekend a Trapani. Cosa fare e vedere in città e nei dintorni

Se siete a Trapani per visitare la mostra della Fondazione Merz a Segesta, ecco qualche consiglio per scoprire la città, le sue attrazioni e le tappe da non perdere

L’antico insediamento greco portava il nome di Drepanon, toponimo ellenico per “falce”, con riferimento proprio alla forma con cui la città di Trapani si allunga sul promontorio che la accoglie, sino al porto, nel punto in cui si incontrano il Tirreno e il Mar Mediterraneo.
Fino al 6 novembre 2022, a una trentina di minuti d’auto dalla città, in direzione del Parco Archeologico di Segesta, che proprio della dominazione greca conserva traccia (qui giunsero in tempi antichissimi gli Elimi, profughi troiani), si può visitare la mostra allestita dalla Fondazione Merz, Nella natura come nella mente, riflessione sul rapporto tra scienza, arte e paesaggio. Protagoniste le opere di Mario Merz, Ignazio Mortellaro e Costas Varotsos, che dialogano con il sito archeologico, per la prima volta sede di un evento di arte contemporanea. L’occasione è buona per fermarsi a Trapani, concedersi il gusto di esplorarla e da qui muovere alla volta delle attrazioni del territorio, che sono molteplici e invitano a viaggiare sulle strade siciliane a ritmo lento, per assorbirne la storia, il passato multiculturale, la luce.

L’ITINERARIO NEL CENTRO DI TRAPANI

Trapani è una località portuale, approdo storico delle dominazioni che ne hanno plasmato l’urbanistica e l’identità, avvicendandosi nel corso dei secoli. La visita in città si dipana tra vicoli stretti, su stradine lastricate in pietra (come quelle della Giudecca, antico quartiere ebraico). L’impianto risale al periodo arabo, ma i palazzi monumentali che si incontrano di tanto in tanto ricordano il fervore del Barocco siciliano. Ne è esempio il Palazzo Senatorio (origini del XV secolo, fu rinnovato a metà del XVII) che si segnala per la torre dell’orologio; ma l’infilata di edifici disegnati dal Barocco si apprezza percorrendo l’intera Corso Vittorio Emanuele, conosciuto come Rua Grande. Tra le chiese cittadine, merita una sosta la Cattedrale di San Lorenzo, che custodisce una Crocifissione del fiammingo Antoon Van Dyck. Della chiesa del Collegio dei Gesuiti, invece, si apprezzano stucchi e “marmi mischi” che testimoniano la magniloquenza del Barocco locale; mentre la chiesa delle Anime del Purgatorio è custode di un’altra antica arte trapanese, quella della statuaria in legno e cartapesta (così furono realizzati i celebri Misteri di Trapani, portati a spalla in processione ogni anno, nel periodo di Pasqua). L’itinerario può terminare presso la Torre di Ligny, antica torre di difesa che segna lo spartiacque tra i due mari, sulla punta estrema della città. Bisognerà invece attendere ancora per ammirare il castello della Colombaia, che aspetta di rinascere con i fondi del PNRR (a 27 milioni ammonta lo stanziamento per riqualificare la fortezza medievale posta su un’isoletta all’estremità occidentale del porto cittadino e la Torre Peliade).

Trapani, lo scalone del Museo Pepoli

Trapani, lo scalone del Museo Pepoli

L’ARTE TRAPANESE AL MUSEO PEPOLI

In un ex convento carmelitano del XIV secolo è allestito il Museo Pepoli, che custodisce opere del territorio trapanese dall’antichità all’Ottocento. Tra le opere da segnalare, la preziosa sezione di oreficeria locale (tra cui il tesoro della Madonna di Trapani), Le stimmate di san Francesco di Tiziano (1525), i presepi realizzati in colla, tela e legno, magistrale esempio di artigianato trapanese.

IL MUSEO DI ARTE CONTEMPORANEA SAN ROCCO

Inaugurato nel 2004, Museo DiART San Rocco si compone di una vasta collezione di opere d’arte di circa 130 artisti provenienti da 22 Paesi. La collezione comprende lavori di Carla Accardi, Adrian Paci, Alberto Gianquinto, Jung Uei Jung, Min jung-kim, Marco Papa, Alberto De Braud, Melania Comoretto, Giovanna Bolognini. Spesso il museo ospita mostre temporanee ed eventi, specie da quando – nel 2021 – è in funzione lo spazio Casa Rocco gallery, galleria d’arte contemporanea ricavata al primo piano dell’edificio, per esporre gli artisti emergenti.

Colectivo Licuado, circuito TraP

Colectivo Licuado, circuito TraP

TRAP: IL CIRCUITO DELLA STREET ART A TRAPANI

5 artisti per 5 opere di arte pubblica. A partire dall’autunno 2021, cinque esponenti della street art italiana e internazionale sono stati coinvolti dalla città per modificare alcune aree del tessuto urbano trapanese. Alla chiamata hanno risposto il Colectivo Licuado, al lavoro presso il Cimitero sul lungomare, l’australiano Guido van Helten, presso le Case Popolari, lo street artist argentino Ever Siempre, con il compito di intervenire su una facciata di via Talotti, il messicano Said Dokins, esponente del calligraffitismo, che ha già realizzato la sua opera (Incompiuto) in via Libica. Per l’Italia lavorerà in via dei Pescatori Ligama.
Il progetto è in fieri, e al momento vede completati due lavori: oltre all’Incompiuto, anche il murale del Colectivo Licuado.

https://www.trapanipublicart.it/

Saline di Trapani

Saline di Trapani

NEL MONDO DELLE SALINE DI TRAPANI

Già il viaggio per raggiungerle ripaga dell’impegno. Si guida seguendo il profilo della costa, verso sud, dove la saline si estendono su un’area di mille ettari, da Trapani fino a Marsala.
Dal 1995 il territorio è tutelato come Riserva naturale delle Saline di Trapani e Paceco, gestita dal WWF. La loro storia, però è antica, e risale all’epoca normanna, nel XII secolo, quando Federico II impose il monopolio di stato sul sale. Agli Aragonesi si deve invece la privatizzazione del complesso, che fece di Trapani il polo del sale più importante d’’Europa. Più di recente, la loro presenza ha arginato l’espansione urbana indiscriminata, e oggi attività produttiva e conservazione del patrimonio ambientale coesistono. Si visitano le lagune costiere, le steppe salate mediterranee, e da luglio a settembre si può assistere alla raccolta del sale. Le visite sono gratuite, ma accompagnate, e soggette a prenotazione online. A Nubia (dove si coltiva anche il celebre aglio rosso, Presidio Slow Food) si può raggiungere il Museo del Sale.

https://wwfsalineditrapani.it/

Il Giovane di Mozia, Museo Whitaker, Mozia

Il Giovane di Mozia, Museo Whitaker, Mozia

IL MUSEO WHITAKER SULL’ISOLA DI MOZIA

Intitolato a Giuseppe Whitaker, il museo di Mozia ha sede nella palazzina che lo ospitò sull’isola, in origine legata a una colonia fenicia fondata nel VIII secolo a.C., e collegata alla terraferma da un cammino oggi sommerso. Oggi la si raggiunge in barca da Trapani, per visitare il museo, che custodisce la statua del Giovane di Mozia del V secolo a. C. (e i reperti della Collezione Whitaker), ma anche gli scavi e i resti della città fenicia. Sull’isola, negli ultimi anni, è stato avviato anche il recupero di vitigni autoctoni, che la Fondazione Whitaker porta avanti con il supporto della cantina Tasca d’Almerita.

https://www.museodimozia.it/

Il tempio di Segesta, ph Flavio Leone (SISILAB)

Il tempio di Segesta, ph Flavio Leone (SISILAB)

IL PARCO ARCHEOLOGICO DI SEGESTA

L’antica città di Segesta, costruita sulla sommità del monte Barbaro, si distingue per il teatro greco del III secolo a.C. e per l’imponente tempio a 36 colonne doriche, affacciati sul mare. Ma il parco amministra più siti archeologici presenti sul territorio della provincia, dalle Grotte di Scurati alla Basilica paleocristiana di San Miceli (nell’area di Salemi) all’insediamento della tarda Età del Bronzo sulla collina di Mokarta, ai siti di Monte Castellazzo e Rocca di Entella.

https://www.parcodisegesta.com/home.html

Torretta Pepoli, Erice

Torretta Pepoli, Erice

IN VISITA A ERICE

Si sale per dodici chilometri di tornanti lungo la provinciale SP3, col mare a fare da magnifica quinta, e la presenza del borgo segnalata dal castello normanno arroccato su uno sperone di roccia a 750 metri di quota. Superata la cinta muraria attraverso l’antica Porta Trapani a sesto acuto, ci si ritrova tra i vicoli di Erice, lastricati in pietra, per visitare il Duomo dell’Assunta, il panoramico Giardino del Balio – da cui la vista spazia verso la punta di San Vito Lo Capo, le isole Egadi e, sul lato opposto, in direzione dei monti dello Zingaro – quello che fu tempio di Venere, trasformato nel XII secolo in castello.

Pasticceria Grammatico, Erice

Pasticceria Grammatico, Erice

DOVE MANGIARE A TRAPANI E DINTORNI

La cucina locale è il risultato di contaminazioni culturali molteplici, e certo – come testimonia anche il celebre festival che si svolge annualmente a San Vito Lo Capo – una delle specialità più apprezzate è proprio il cous cous di importazione araba, qui condito con i frutti del mare. C’è poi, come in ogni città siciliana, una ricca tradizione di cibo di strada e specialità di rosticceria. Per averne un assaggio, gli indirizzi giusti sono Al Pollero Da Roberto (panelle, arancine e molti altri sfizi locali) e la panelleria Zà Paolina.
Cantina Siciliana è invece l’insegna di uno storico ristorante del quartiere ebraico: il menu privilegia il pesce povero e ricette tradizionali, cous cous in testa. Restando in città, l’Osteria il Moro propone invece una cucina più moderna, ma sempre rispettosa dei prodotti trapanesi, in un contesto molto curato (con dehors).
La Pasticceria Grammatico di Erice porta impresso il nome e la personalità di Maria Grammatico, signora che ha dedicato la vita ai dolci siciliani di tradizione conventuale, rendendoli celebri nel mondo. Tra le specialità da provare, la genovese calda, un raviolone di frolla ripieno di crema pasticcera.
A proposito di storia e tradizioni radicate nel territorio, le Cantine Florio di Marsala meritano una visita e un assaggio (della più antica Doc italiana, promossa nel 1833, legata alla figura di Vincenzo Florio). Il percorso guidato in cantina prevede anche una degustazione.

https://www.cantinasiciliana.it/
https://www.osteriailmoro.it/
https://www.mariagrammatico.it/
https://www.duca.it/florio/

Livia Montagnoli

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