La Russia a colori. A Venezia, tra alfabeti simbolici e luminosi

Due mostre indipendenti, ma legate a doppio filo dalla potenza del colore, descrivono l’afflato creativo di un Paese in fermento, dove la tradizione non smette di evolversi nella contemporaneità. È la Russia a Venezia, tra la Fondazione Querini Stampalia e Palazzo Franchetti.

GRISHA BRUSKIN E L’EBRAISMO SCIENTIFICO
È ancora una volta lo CSAR – Centro Studi sulle Arti della Russia creato nell’ambito dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, a portare in città una nuova ventata di interesse verso l’affascinante universo della produzione artistica russa, con un’accoppiata di mostre che dialogano a distanza.
Dopo il focus dedicato lo scorso inverno al pittore Ivan Glazunov, la Fondazione Querini Stampalia ospita un altro esponente della creatività moscovita, l’acclamato Grisha Bruskin (Mosca, 1945), che presenta in Laguna gli esiti di un lungo percorso di ricerca individuale, tradotto in opera d’arte.
Il progetto Alefbet è la summa di un’indagine compiuta da Bruskin alla scoperta delle proprie origini sullo sfondo di una storia millenaria, quella ebraica del Talmud e della Kabala, inusuale per la società sovietica. L’avvicinamento a radici dimenticate avviene per Bruskin attraverso un approccio più scientifico che emotivo, con un intenso lavoro di studio a carattere letterario e sulla base degli stringati racconti familiari. La stirpe dell’artista, infatti, pur proclamandosi ebrea, era composta di uomini di scienza, poco avvezzi all’approfondimento di tematiche religiose.

Grisha Bruskin - Alefbet - veduta della mostra presso la Fondazione Querini Stampalia, Venezia 2015

Grisha Bruskin – Alefbet – veduta della mostra presso la Fondazione Querini Stampalia, Venezia 2015

ARAZZI E TOUCHSCREEN
L’impresa archeologica condotta dall’artista, dritta al cuore di una memoria, individuale e collettiva, che ha sede nell’ebraismo, si risolve nell’elaborazione di un denso alfabeto visivo, l’Alefbet che dà il titolo alla mostra veneziana. Composto di centosessanta personaggi, alcuni evidentemente umani, altri con fattezze al limite del fantastico, il linguaggio di Bruskin trova una sintesi straordinaria nel ciclo di cinque grandi arazzi, alti quasi tre metri, allestiti fianco a fianco come vertice della rassegna. Popolate di figure e segni linguistici, disposti lungo quadrature che raggiungono l’equilibrio nella ripetizione, le tele intrecciate sfruttano la vivacità del colore e dell’impatto visivo per catturare l’attenzione di chi le osserva, coinvolgendolo nella formazione di un significato.
Semplificando l’accesso a simboli religiosi complessi, Bruskin offre allo spettatore una proposta interpretativa di una tradizione millenaria, senza forzature o aprioristiche verità. Esplicitando la trama del proprio alfabeto, Bruskin invita chiunque a completarla, aggiungendo nuovi fili e nuovi segni all’ordito generale. L’interazione con il pubblico è la chiave di lettura dell’intero Alefbet, emergendo di continuo lungo il percorso espositivo, fatto anche di schizzi preparatori all’opera centrale e di video immersivi. I touchscreen che guidano alla scoperta degli arazzi o l’ologramma in scala reale dello stesso Bruskin che “risponde” alle domande dei visitatori rendono quasi tangibile l’esperienza della mostra, a testimonianza della forte componente umana, emotiva e rituale racchiusa nel gesto della codificazione.

Jurij Pimenov, Cartelloni sotto la pioggia, 1973

Jurij Pimenov, Cartelloni sotto la pioggia, 1973

UN NUOVO MUSEO A MOSCA
Un altro alfabeto, quello del colore, domina l’estesa rassegna A occhi spalancati. Capolavori dal Museo dell’Impressionismo Russo di Mosca allestita nelle sale del prestigioso Palazzo Franchetti. Unica anteprima estera della collezione esposta dal nuovo polo museale moscovita, che aprirà i battenti il prossimo autunno, la mostra fa letteralmente sgranare gli occhi su una produzione pittorica unica ma non del tutto storicizzata sul piano internazionale. Si tratta di cinquanta opere ascrivibili al movimento dell’Impressionismo russo, coevo all’esperienza francese eppure autonomo nelle forme e nel grado di influenza esercitata sulla pittura russa novecentesca.
Organizzata, al pari dell’evento ospitato dalla Fondazione Querini Stampalia, dai curatori dello CSAR, Silvia Burini e Giuseppe Barbieri, qui coadiuvati da Yulia Petrova, direttore del nascente museo russo, l’esposizione raccoglie i protagonisti di una pittura ispirata al paesaggio, alla vita quotidiana, alle scene cittadine, senza precisi limiti temporali.

Kostantin Korovin, Al parco, 1880

Kostantin Korovin, Al parco, 1880

IMPRESSIONISMO IN SALSA RUSSA
Inaugurato dagli esperimenti di Fedor Vasil’ev, e poi di Vasilij Dmitrievič Polenov e Il’ja Efimovič Repin, entrati in contatto con la scena francese, il filone impressionista diviene oggetto di studio per i giovani iscritti alla Scuola di Pittura, Architettura e Scultura di Mosca come Konstantin Juon, Petr Petrovičev e Stanislav Žukovskij, assumendo forme via via più indipendenti. Dagli Anni Quaranta protagonisti delle opere di Petr Končalovskij ai paesaggi di Igor Grabar fino al piovoso scorcio urbano di Jurij Pimenov, realizzato nel 1973, tutto il XX secolo pare essere percorso da un accento impressionista.
L’elemento comune è ravvisabile nella modulazione cromatica e luminosa, vero alfabeto dell’impressionismo russo. Distante dalle intense pennellate di colore a impronta francese, la resa coloristica delle opere in mostra rivela una pittura meno di tocco e più di campitura, dove il riflesso di una luce indiscutibilmente più fredda gioca un ruolo fondamentale. Il rigido clima russo sembra trasparire dai soggetti ritratti, senza tuttavia smorzare l’impatto del colore, anzi declinandolo in una condensazione meno immediata di quella francese ma certamente più duratura.

Arianna Testino

Venezia // fino al 13 settembre 2015
Grisha Bruskin – Alefbet
a cura di Silvia Burini e Giuseppe Barbieri
FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA
Campo Santa Maria Formosa
041 2711411
[email protected]
www.querinistampalia.org

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/42268/grisha-bruskin-alefbet%C2%94/

Venezia // fino al 12 aprile 2015
A occhi spalancati. Capolavori dal Museo dell’Impressionismo Russo di Mosca
a cura di Yulia Petrova, Silvia Burini, Giuseppe Barbieri
PALAZZO FRANCHETTI
Campo Santo Stefano
041 2407711
[email protected]
www.istitutoveneto.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/42228/a-occhi-spalancati/

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Arianna Testino

Arianna Testino

Nata a Genova nel 1983, Arianna Testino si è formata tra Bologna e Venezia, laureandosi al DAMS in Storia dell’arte medievale-moderna e specializzandosi allo IUAV in Progettazione e produzione delle arti visive. Dal 2015 a giugno 2023 ha lavorato nella…

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