5 fotografi e art director di moda under 35 da tenere d’occhio

È in atto un cambio generazionale di talenti nella moda. Ne abbiamo selezionati cinque e li abbiamo immortalati, facendoci svelare le loro ispirazioni

Nel tentativo di delineare gli autoritratti di cinque giovani talenti della fotografia e direzione artistica di moda, siamo partiti da due domande: dove trovano ispirazione le nuove generazioni? E in quali spazi nasce il loro estro creativo? Dalle istituzioni scolastiche consolidate fino agli hub metropolitani e ai circuiti culturali più underground, le loro idee prendono forma attraverso il confronto con altri professionisti. Tra scenari convergenti e massima libertà. Tutti under 35, sono capaci di offrire una visione della fotografia in costante dialogo con le suggestioni della moda e le pratiche dell’arte, documentandone con rapidità le evoluzioni.

Alessia Caliendo

GABRIELE ROSATI

La Toscana è una culla di talenti, e il fotografo e art director Gabriele Rosati ci tiene a precisarlo. Classe 1996, per Artribune si autoritrae come un direttore d’orchestra. Anche per la gestualità nervosa delle mani, derivante dal teatro studiato con Firenza Guidi, allieva di Dario Fo, e dai suoi antenati, tra cui il nonno falegname al quale ha dedicato un progetto personale. L’illuminazione arriva grazie al suo docente di storia dell’arte, il quale a 12 anni gli parla di Amedeo Modigliani. Segue poi l’amore per lo storico della moda Olivier Saillard e il concepire gli abiti nel loro vuoto tridimensionale. Gli anni più belli li ha trascorsi nella biblioteca del Polimoda, che ha plasmato la sua visione. Quello che cerca nelle narrazioni visive della moda è l’empatia e la connessione con la storia sia del soggetto sia dell’oggetto. “Ed è proprio nella fessura dell’imperfezione che leggo la vulnerabilità come atto di bellezza”, afferma Rosati. Eppure la sua figura di art director della moda, oltre che di fotografo, non è ancora ben inquadrata in Italia. Perché si confonde il ruolo dell’ideatore con quello dell’esecutore, e viceversa.

Courtesy Gabriele Rosati

Courtesy Gabriele Rosati

MATEI OCTAV

Nell’universo surrealista del director e visual maker Matei Octav, lo stesso che vediamo nel suo autoritratto per Artribune, il prossimo obiettivo è un’installazione museale immersiva. In poco tempo è riuscito a imporsi nella moda per la sua cifra stilistica caratterizzata da multimedialità e sperimentazione. Nato nel 1998 e laureato in Arte e Tecnologia del Cinema e dell’Audiovisivo presso la Civica Luchino Visconti di Milano, nei suoi processi di editing emozionali e non convenzionali vengono fusi video, collage, musica e i più svariati esperimenti digitali. Noisefields dei Vasulka, pionieri della videoarte, è l’opera da lui menzionata per far comprendere al meglio ciò che cerca in un lavoro. Parliamo di un video degli Anni Settanta, generato dal rumore e dallo sfarfallio di colori e forme dovuti a una manipolazione del segnale televisivo. Il “fastidio” e la meraviglia che ne derivano sono parte dello stesso effetto a cui Matei ambisce per il suo pubblico.

Courtesy Matei Octav

Courtesy Matei Octav

MATTIA COCCI

Negli occhi nostalgici del fotografo Mattia Cocci, approdato da poco negli uffici di una importante realtà della moda dove si occupa di ricerca visiva e produzione di immagini, si legge la necessità di sentirsi radicato nei luoghi aretini della sua infanzia.
Nasce nel 1999, pratica la danza, studia il violino e il pianoforte, poi si appassiona alla filosofia e alla storia dell’arte medievale. Il ricordo della quiete bucolica nelle giornate lavorative e le fasi ragionate dei suoi progetti sono accompagnati dalle note della melanconia. “La nostra chiacchierata mi ha fatto riflettere sull’atto performativo della mia produzione creativa. Lo ritrovo nella danza, nel violino come nella fotografia: il suono del corpo, il suono dello strumento e il suono degli scatti”. I suoi maggiori riferimenti, che si traducono in un’estetica legata alla fanciullezza, riconoscibile nei tratti efebici dei soggetti selezionati, sono Henri Rousseau per l’arte e Andrea Artemisio per la fotografia contemporanea. Invece il suo approccio plastico e materico è quasi interamente prodotto in digitale, supporto che ama per la sua immediatezza. Questi sono gli elementi alla base dell’autoritratto per Artribune, in cui lo vediamo diviso tra Arezzo e Milano.

Mattia Cocci

Courtesy Mattia Cocci

FRANCESCO ROMANO

La voglia di riscatto è la stessa del giorno in cui ha varcato la soglia di Moodart, scuola veronese dedicata alla comunicazione della moda, che gli ha consentito di studiare fotografia e content creation, dopo essersi trasferito dal piccolo paesino sardo di Calasetta, dove è nato nel 1996. In poco tempo i progetti visivi di Francesco Romano e la sua educazione al bello incontrano le più famose influencer del panorama nazional-popolare, tra cui Chiara e Valentina Ferragni e Veronica Ferraro. Ma anche importanti marchi di cosmetici come Lancôme, Valentino Beauty, Mugler e YSL Beauty.
La sua estetica è sofisticata ed erotica tanto da lasciarsi ispirare da Helmut Newton. Cosa chiede ai suoi team di lavoro? Il supporto e il rispetto del suo tempo per curare e sviluppare la creatività. Sembra esserci riuscito, nonostante i ritmi serrati delle produzioni per i social media. In fin dei conti gli basta prendere una camera digitale dei primi Anni Duemila e un rullino.

Courtesy Francesco Romano

Courtesy Francesco Romano

CAROLINA AMORETTI

Il culto del vero e la sostenibilità del processo produttivo guidano la fotografa Carolina Amoretti, influenzata dal mondo dell’arte e dagli incontri con le persone. Nasce nel 1988 e si forma da giovanissima grazie a un’esperienza presso Fabrica, residenza creativa fondata nel 1994 da Luciano Benetton e Oliviero Toscani, la cui sede è una villa antica, restaurata e ampliata da Tadao Ando a Treviso. Poi sviluppa il marchio di abbigliamento Fantabody, che pone le sue basi sulla valorizzazione di ogni singolo individuo e sul corpo della donna. Nel 2021 nasce, invece, Fantastudio, uno spazio creativo sicuro dove le donne possono esprimersi e dare vita a progetti. Con il suo collettivo e network di donne che lavorano nell’ambiente dell’arte e della moda, Amoretti realizza progetti visivi dalla direzione creativa alla produzione. Il suo mantra è produrre meno e meglio, oltre che educare a farlo.

Courtesy Carolina Amoretti

Courtesy Carolina Amoretti

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Alessia Caliendo

Alessia Caliendo

Alessia Caliendo è giornalista, producer e style e visual curator. Formatasi allo IED di Roma, si è poi trasferita a Londra per specializzarsi in Fashion Styling, Art Direction e Fashion Journalism alla Central Saint Martins. Ha al suo attivo numerose…

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