10 importanti mostre di architettura da vedere nel 2024 in Italia e all’estero

Dagli omaggi ai maestri come Pei e Aulenti, fino a progetti sperimentali e di ricerca: ecco tutti gli appuntamenti espositivi dedicati all’architettura non perdere nei prossimi mesi 

C’è anche l’eco del grande evento sportivo dell’anno, ovvero le Olimpiadi estive di Parigi, nell’immancabile ricognizione di inizio anno dedicata alle mostre di architettura. Una guida di respiro quasi esclusivamente europeo, con una doverosa incursione asiatica: nel 2024 si terrà infatti la prima retrospettiva postuma dedicata all’architetto Pritzker Prize 1983 Ieoh Ming Pei. Per visitarla, iniziate a tenere d’occhio i voli con destinazione Hong Kong.

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Kenzo Tange e Kengo Kuma a La Maison de la culture du Japon di Parigi 

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Gianni Pettena al Centre régional d’art contemporaine Occitane di Sète in Francia 

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Bijoy Jain / Studio Mumbai alla Fondation Cartier  di Parigi 

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Paulo Mendes da Rocha e Paulo alla Casa da Arquitectura  in Portogallo

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I. M. Pei  all’M+ di Hong Kong

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Gae Aulenti alla Triennale di Milano

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Hans Hollein all’Architekturzentrum di Vienna 

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Iwan Baan al Vitra di Weil am Rhein in Germania 

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La mostra “Dragons and Logos” al National Museum of Norway di Oslo

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Designing the Netherlands al Nieuwe Institute di Rotterdam

Il 2024 è l’anno dei XXXIII Giochi Olimpici, in programma a Parigi dal 26 luglio all’11 agosto. Significativo lo sforzo messo in campo dalla capitale francese, che già da tempo si sta preparando all’appuntamento con una serie di interventi a carattere architettonico e urbanistico. Coerente con il mood sportivo si preannuncia anche parte della programmazione culturale nazionale, scandita da una pluralità di mostre tematiche previste in tutto il Paese. La Maison de la culture du Japon (MCJP) di Parigi, in particolare, accoglie il progetto Kenzo Tange – Kengo Kuma – Architectes des Jeux de Tokyo, legato alle connessioni tra sport e architettura. I due “pesi massimi” dell’architettura giapponese sono accomunati dall’aver progettato infrastrutture sportive per la città Tokyo in occasione, rispettivamente, delle Olimpiadi del 1964 e del 2021: stiamo naturalmente parlando dello Yoyogi National Gymnasium e il Japan National Stadium. Completano la rassegna il focus sulle connessioni di entrambi gli autori con la Francia e quello sulla fotografia giapponese.

Kenzo Tange – Kengo Kuma – Architectes des Jeux de Tokyo
Maison de la culture du Japon à Paris – Francia. Dal 2 maggio al 29 giugno 2024

Japan National Stadium, Kengo Kuma. Photo : Mikiya Takimoto,ⒸG.Y.S.C
Japan National Stadium, Kengo Kuma. Photo : Mikiya Takimoto,ⒸG.Y.S.C

Si resta oltralpe con la mostra che il Crac Occitanie si appresta a dedicare a Gianni Pettena. Classe 1940, l’inclassificabile artista (ma anche architetto, performer, curatore, docente) “irrompe” negli spazi interni ed esterni dell’istituzione francese con un progetto espositivo curato da Marie Cozette. Opere storiche, maxi installazioni, lavori riattivati per l’occasione o incredibilmente al loro debutto – è il caso di Tunnel Sonore, progettata nel 1966 ma mai realizzata fino ad ora –, concorrono a raccontare una figura che incessantemente si interroga sull’ordine costituito, sul funzionalismo, sulle logiche capitaliste e consumistiche della nostra società.

Gianni Pettena ANARCHITECTURE
Centre régional d’art contemporain Occitanie / Pyrénées-Méditerranée, Sète – Francia.
Dal 10 febbraio al 12 maggio 2024

https://crac.laregion.fr/

Gianni Pettena, “Wearable chairs”,1971, performance Minneapolis Etats-Unit, vue de l’accrochage au Minneapolis Institute of Arts, courtesy Salle Principale, Paris © studio Gianni Pettena
Gianni Pettena, “Wearable chairs”,1971, performance Minneapolis Etats-Unit, vue de l’accrochage au Minneapolis Institute of Arts, courtesy Salle Principale, Paris © studio Gianni Pettena

Ultima, ma irrinunciabile, segnalazione dalla Francia è la “mostra-esperienza” concepita dall’architetto indiano Bijoy Jain per gli spazi della fondazione parigina disegnata da Jean Nouvel. Proponendo un’esplorazione del legami tra arte, architettura e materiali, tanto fisica quanto emotiva, il fondatore di Studio Mumbai prosegue la fortunata serie con cui la Fondation Cartier concede spazio a figure “fuori dal coro” dell’architettura e del design contemporanei. Proprio come era accaduto con il giapponese Junya Ishigami.

Bijoy Jain / Studio Mumbai. Le souffle de l’architecte
Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi – Francia. Fino al 21 aprile 2024
https://www.fondationcartier.com/

View from the exhibition Bijoy Jain / Studio Mumbai, Breath of an Architect. Sun Tower, woven bamboo mat layered with cow dung, lime plaster and pigment. Lines drawn with thread coated with ferrous oxide pigment/ Sculptural stone elements covered with lime. Photo © Marc Domag
View from the exhibition Bijoy Jain / Studio Mumbai, Breath of an Architect. Sun Tower, woven bamboo mat layered with cow dung, lime plaster and pigment. Lines drawn with thread coated with ferrous oxide pigment/ Sculptural stone elements covered with lime. Photo © Marc Domag

È sempre una buona idea, in occasione di un viaggio in Portogallo, fare una deviazione e raggiungere Matosinhos. Non solo perché questa città, affacciata sull’Atlantico, ha dato i natali ad Álvaro Siza, offrendogli poi l’opportunità di realizzare i suoi primi, fondamentali progetti, opere come Casa de Chá da Boa Nova (1958-63) e le Piscine di Leça (1966). Qui è attiva la Casa da Arquitectura, realtà che ha saputo inserirsi nella mappa delle istituzioni culturali destinate a studiosi e appassionati della disciplina con iniziative composite, spesso di alto profilo. A ribadirlo sono anche i progetti espositivi Constructed Geographies: Paulo Mendes da Rocha e Paulo: Beyond Drawing (entrambi visitabili fino al 25 febbraio 2024), inclusi nel vasto programma celebrativo del pluripremiato architetto brasiliano scomparso nel 2021. Un’operazione concepita per scandagliare la vita professionale e personale del progettista che sosteneva un approccio oltre il brutalismo, capace di incorporare le peculiari istanze della cultura urbana brasiliana. Proprio alla Casa da Arquitectura Paulo Mendes da Rocha, secondo brasiliano dopo Oscar Niemeyer insignito del Pritzker Prize, aveva scelto di donare il suo archivio sul finire del 2019. Vale infine la pena segnalare che Constructed Geographies: Paulo Mendes da Rocha è l’ultima mostra curata da Jean-Louis Cohen (con Vanessa Grossman e Catherine Otondo; il progetto espositivo è di Eduardo Souto de Moura e Nuno Graça Moura), l’influente storico e docente prematuramente deceduto nell’agosto 2023.

Constructed Geographies: Paulo Mendes da Rocha e Paulo: Beyond Drawing
Casa da Arquitectura, Matosinhos – Portogallo. Fino al 25 febbraio 2024
https://casadaarquitectura.pt/

Paulo Mendes da Rocha, Pinacoteca do Estado, Sao Paulo, 1993-98. Photo Leonardo Finotti. Courtesy Casa da Arquitectura
Paulo Mendes da Rocha, Pinacoteca do Estado, Sao Paulo, 1993-98. Photo Leonardo Finotti. Courtesy Casa da Arquitectura

A cinque anni esatti dalla scomparsa dell’architetto sino-americano I. M. Pei arriva il primo omaggio espositivo postumo. A ospitare l’attesa retrospettiva I. M. Pei: Life Is Architecture sono gli spazi dell’M+ di Hong Kong, città a cui l’architetto ha lasciato in eredità l’iconica (in questo caso è proprio il caso di definirla tale!) Bank of China Tower. Dal (controverso) intervento parigino al Louvre fino al Museum of Islamic Art di Doha, la parabola di Pei durata settant’anni viene ripercorsa anche attraverso la documentazione fotografica appositamente commissionata per l’occasione a una rosa di autori emergenti (inclusa Giovanna Silva) e tramite le maquette dei progetti costruiti o mai realizzati realizzate dagli studenti delle locali facoltà di architettura.

I. M. Pei: Life Is Architecture
M+, Hong Kong. Dal 29 giugno 2024
https://www.mplus.org.hk/en/exhibitions/i-m-pei-life-is-architecture/

Giovanna Silva, A bride’s photoshoot captured from Passage Richelieu at the Grand Louvre in Paris, 2021. Photo commissioned by M+
Giovanna Silva, A bride’s photoshoot captured from Passage Richelieu at the Grand Louvre in Paris, 2021. Photo commissioned by M+

Si resta nell’ambito delle mostre focalizzate sui maestri della disciplina con la monografica Gae Aulenti, in programma a Milano. Realizzata in collaborazione con l’Archivio Gae Aulenti, curata da Giovanni Agosti con Nina Bassoli e Nina Artioli (che con il suo studio Tspoon firma anche il progetto di allestimento), la mostra esamina sei decenni di attività dell’architetta e designer italiana. Una ricognizione a tutto campo, dal disegno a scala urbana all’exhibition design, dall’architettura del paesaggio alla progettazione degli interni, dal furniture design alla grafica fino alla scenografia teatrale, resa possibile grazie alla combinazione tra ambienti (o frammenti di ambienti), riprodotti anche in scala in 1:1, e materiali originali concessi dall’archivio della progettista.

Gae Aulenti
Triennale Milano, Milano. Da maggio a ottobre 2024
https://triennale.org/

Gae Aulenti durante l'incontro: Architettura "Nel Palazzo delle arti, La nuova Galleria della Triennale", particolare, 1994. Foto: Pinzauti Manfredo. Archivio fotografico Triennale Milano
Gae Aulenti durante l’incontro: Architettura “Nel Palazzo delle arti, La nuova Galleria della Triennale”, particolare, 1994. Foto: Pinzauti Manfredo. Archivio fotografico Triennale Milano

Ad aprile 2024 ricorre il decimo anniversario della morte dell’architetto austriaco Hans Hollein. Primo non italiano a dirigere la Biennale di Architettura di Venezia – correva l’anno 1996 e Sensori del futuro. L’architetto come sismografo era il titolo della mostra internazionale –, nonché a oggi unico austriaco vincitore del Pritzker Prize nel 1985, Hollein è al centro di una speciale rassegna in corso al Architekturzentrum Wien. Nella sua città natale viene analizzato il suo multiforme lavoro con una selezione di opere che spaziano dalla piccola scala alle installazioni, passando per gli spazi scolastici, commerciali, museali. L’intento, però, non è quello di proporre ai visitatori uno sterile seppur doveroso tributo postumo. Schizzi, modelli, prototipi e documenti, molti dei quali esposti al pubblico per la prima volta, relativi alla sua produzione vengono infatti giustapposti alle opere di quindici studi europei (nessuno con sede in Italia) che stanno contribuendo al dibattito architettonico contemporaneo.

Hollein Calling
Architekturzentrum Wien, Vienna – Austria. Fino al 12 febbraio 2024
https://www.azw.at/en/event/hollein-calling/

In principio venne Rem Koolhaas e, a seguire, decine di altri architetti di fama internazionale, tra cui Herzog & de Meuron, Francis Kéré, Sou Fujimoto, Tatiana Bilbao, Diller Scofidio + Renfro, SANAA, Toyo Ito. Consegnare un proprio progetto all’obiettivo di Iwan Baan è indice di una precisa volontà da parte dei progettisti: un atto di fiducia verso le capacità interpretative del fotografo globetrotter olandese, con la certezza che sarà in grado di realizzare la perfetta “immagine pubblica” di un certo edificio. Quella, in altre parole, destinata ad accompagnarlo sugli organi di stampa, contribuendo a renderlo noto, riconoscibile, unico. Cina; Icone; Città; Continuità sono le quattro sezioni della retrospettiva che dopo il Vitra Design Museum raggiungerà altri musei internazionali. E chissà che non arrivi anche alle nostre latitudini…

Iwan Baan: Moments in Architecture
Vitra Design Museum, Weil am Rhein – Germania. Fino al 3 marzo 2024

Installation view Iwan Baan: Moments in Architecture © Vitra Design Museum Photo: Mark Niedermann
Installation view Iwan Baan: Moments in Architecture © Vitra Design Museum Photo: Mark Niedermann

Attualmente sede di Hand and Machine. Architectural drawings, esperienza espositiva che fa luce sul disegno in architettura nel cruciale periodo compreso tra il 2008 e il 2023 (segnato dalla crisi finanziaria e dalla pandemia da coronavirus), il National Museum of Norway di Oslo intende destinare ulteriore spazio all’architettura anche nel resto del 2024. L’asse tematico preso in esame dalla promettente Dragons and Logs ci pone dinanzi a un quesito: le case possono avere una nazionalità? A cosa facciamo riferimento quando ci esprimiamo in termini di “stili architettonici nazionali”? Nel contesto norvegese, le chiese e le fattorie in legno vengono considerate una sorta di “simboli nazionali”, ma quanto viene percepito come nazionale è in realtà in costante cambiamento…

Dragons and Logs
National Museum of Norway, Oslo – Norvegia. Dal 2 febbraio al 21 aprile 2024
https://www.nasjonalmuseet.no/en/

Vista dell’allestimento della mostra Hand and Machine. Architectural drawings. Photo National Museum / Ina Wesenberg
Vista dell’allestimento della mostra Hand and Machine. Architectural drawings. Photo National Museum / Ina Wesenberg

A proposito di architettura, urbanistica e identità di un territorio, chiudiamo la prima panoramica sulle mostre del 2024 con l’indagine del Nieuwe Instituut di Rotterdam sul futuro dei Paesi Bassi. Un Paese con una solida e vivace tradizione nella pianificazione, che tuttavia non smette di interrogarsi (e agire) di fronte delle sfide sociali ed ecologiche contemporanee: la crisi climatica e quella abitativa, la transizione energetica e la giustizia sociale. Divisa in quattro sezioni, Designing the Netherlands intreccia passato, presente e futuro, proponendo piani e visioni (anche a carattere provocatorio) di un eterogeneo gruppo di progettisti, incluso OMA.

Designing the Netherlands. 100 Years of Past & Present Futures
Nieuwe Instituut, Rotterdam – Paesi Bassi. Fino al 2 giugno 2024
https://nieuweinstituut.nl/

Vista dell’allestimento della mostra Designing the Netherlands. 100 Years of Past & Present Futures. Photo credit Aad Hoogendoorn
Vista dell’allestimento della mostra Designing the Netherlands. 100 Years of Past & Present Futures. Photo credit Aad Hoogendoorn
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Kenzo Tange e Kengo Kuma a La Maison de la culture du Japon di Parigi 

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Gianni Pettena al Centre régional d’art contemporaine Occitane di Sète in Francia 

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Bijoy Jain / Studio Mumbai alla Fondation Cartier  di Parigi 

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Paulo Mendes da Rocha e Paulo alla Casa da Arquitectura  in Portogallo

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I. M. Pei  all’M+ di Hong Kong

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Gae Aulenti alla Triennale di Milano

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Hans Hollein all’Architekturzentrum di Vienna 

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Iwan Baan al Vitra di Weil am Rhein in Germania 

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La mostra “Dragons and Logos” al National Museum of Norway di Oslo

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Designing the Netherlands al Nieuwe Institute di Rotterdam

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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