Design circolare. Come Helsinki riutilizza le architetture progettate per le Olimpiadi del 1952

In occasione del 70° anniversario dai Giochi Olimpici tenutesi, la città ha messo a punto un piano di ristrutturazione e valorizzazione delle architetture costruite all’epoca e nel corso dei decenni adibite ad altre destinazioni

Rivitalizzazione e valorizzazione sono i concetti chiave che contraddistinguono la visione della città di Helsinki in merito alle architetture progettate in occasione delle Olimpiadi del 1952, tenutesi proprio nella capitale finlandese. In occasione del 70° anniversario dai Giochi Olimpici di Helsinki e del 10° anniversario dal titolo di Capitale Mondiale del Design, la città ha delineato un progetto di architettura e design circolare rinnovando e ristrutturando queste architetture, potenziandone o rinnovandone le destinazioni d’uso, all’insegna della sostenibilità e della funzionalità. “Le architetture olimpiche di Helsinki sono una fonte di grande orgoglio locale e nazionale, sono edifici che molti di noi riconoscono come parte integrante della città”, dichiara Hanna Harris, Chief Design Officer della città di Helsinki. “È quindi molto importante mantenere e proteggere l’eredità di questi edifici storici, ripensando allo stesso tempo a nuovi usi e intraprendendo rinnovamenti architettonici che possano portare nuova vita agli ex siti olimpici nel modo più sostenibile possibile”.

Amos Rex, Helsinki. Ph. Amos Rex

Amos Rex, Helsinki. Ph. Amos Rex

LE ARCHITETTURE OLIMPICHE DI HELSINKI

Tra le architetture progettate per i giochi Olimpici è lo Stadio Olimpico, costruito nel 1938 in vista delle Olimpiadi del 1940, cancellate a causa della Seconda Guerra Mondiale. Lo stadio venne quindi utilizzato per l’edizione del 1952, diventando una delle opere più rappresentative dell’architettura funzionalista finlandese. Progettato dagli architetti finlandesi Yrjö Lindegren e Toivo Jäntti, vincitori del concorso indetto negli anni Trenta, lo stadio si contraddistingue per l’utilizzo del cemento armato. Nel 2020 è stata completata la sua ristrutturazione, preservandone il progetto originale e aggiungendo ulteriori spazi per 20mila metri quadrati, adibiti a ulteriori impianti sportivi, spazi logistici e una pista da corsa al coperto. Un altro edificio nato in vista delle Olimpiadi è il Lasipalatsi (in finlandese “palazzo di vetro”), nata come struttura temporanea destinata ai visitatori dei Giochi, poi destinata a locali commerciali, ristoranti e cinema. Nel 2018 il Lasipalatsi è stato protagonista di un importante intervento di completamento da 50 milioni di euro su progetto dello studio di architettura JKMM con sede a Helsinki, per farne la sede dell’Amos Rex Art Museum.

COME HELSINKI HA RIDATO VITA ALLE SUE ARCHITETTURE OLIMPICHE

Nel 1952 è stato costruito l’aeroporto della città che, nel corso delle Olimpiadi, ha assistito al passaggio di quasi duemila voli. Di recente l’aeroporto è stato ristrutturato e potenziato, su progetto dello studio ALA Architects con sede a Helsinki: la sua estensione è inoltre caratterizzata dalla realizzazione di un soffitto lamellare incrociato, composto da 500 pezzi unici di abete finlandese, che si incastrano insieme dando vita a una struttura ondulata e dall’apparenza fluttuante. Risale al 1951 la costruzione della Serpentine House, edificio di 189 appartamenti destinati a residenza per gli atleti, facente parte del villaggio olimpico. Progettata da Yrjö Lindegren, Serpentine House deve il suo nome al particolare “moto” ondulatorio che caratterizza la sua struttura. Il progetto di rinnovamento del complesso architettonico, oggi adibito a condominio, è stato firmato dal 2016 al 2018 da Mona Schalin di Kati Salonen e Mona Schalin Architects.

– Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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