Inaugura a Helsinki l’Amos Rex con la prima mostra scandinava del collettivo giapponese teamLab

Archiviata definitivamente l'idea di un nuovo Guggenheim, fondi privati danno vita a uno spazio per l'arte contemporanea d’avanguardia progettato dallo studio di architetti JKMM. L’Amos Rex apre le porte al pubblico con una grande mostra immersiva dei teamLab. Ecco le immagini in anteprima…

C’era una volta a Helsinki l’Amos Anderson Museum, residenza del magnate Amos Anderson (1878-1961), colui – per intenderci – che ha acquistato a Roma la splendida Villa Lante al Gianicolo per donarla allo Stato finlandese. Il palazzo, nel cuore di Helsinki, diventa negli anni uno dei più importanti musei privati del Paese, con mostre che sotto la direzione quasi ventennale di Kai Kartio spaziano dall’arte del primo Novecento agli artisti delle ultimissime generazioni. C’era una volta e ora nulla è rimasto agli occhi dei visitatori, poiché l’Amos Anderson ha cambiato pelle affidando la nuova sede, a pochi passi di distanza, allo studio di architetti JKMM con la richiesta precisa di avere a disposizione spazi fluidi e flessibili, adatti a mostre ambiziose e dal carattere anticonvenzionale. Ora c’è l’Amos Rex: da fuori quasi non si vede se non fosse per i grandi coni che, come occhi di una creatura marina, emergono dalla piazza interna per portare luce e aria sottoterra, dove si sviluppa l’unico immenso spazio espositivo. È visibile invece, da tutta la città, la torre con il logo. Con un budget di 50milioni di euro, tutto finanziato con fondi privati e senza sforature, Amos Rex ha inglobato lo storico edificio di vetro di Lasipalatsi e il cinema Bio Rex, per estendersi su 6300 mq di cui più di 2000 dedicati alle mostre.

Amos Rex, Helsinki. Ph. Amos Rex

Amos Rex, Helsinki. Ph. Amos Rex

UN MUSEO DALLE SPERIMENTAZIONI AUDACI

Di proprietà del Föreningen Konstsamfundet, il museo presenta un programma espositivo che, spiega Kai Kartio, segue tre principali filoni: l’arte contemporanea sperimentale e tecnicamente innovativa, il Modernismo del XX secolo e le culture antiche. Rispetto al Kiasma, ora dirimpettaio, l’Amos Rex si configura come luogo per le sperimentazioni più audaci, alla ricerca di nuovi pubblici, sia per fascia di età che per interessi. Dal 30 agosto il pubblico avrà accesso a questo spazio unico in Finlandia, un’aula dalle volte curvilinee, in cui sembra di essere nel ventre di una balena (in questo ricorda il Maat di Lisbona con le sue curve organiche sul fiume Tago).

LE INSTALLAZIONI IMMERSIVE DEI TEAMLAB

Ad attendere i visitatori ci saranno gli ambienti digitali di teamLab, una comunità di creatori giapponesi (definirli un collettivo artistico è riduttivo, visti i più di 500 membri tra artisti, programmatori, matematici, architetti, grafici, scrittori). Arrivano per la prima volta in Scandinavia mentre una loro mostra è tutt’ora in corso alla Villette di Parigi. Scopo delle installazioni di teamLab? Riconfigurare la realtà attraverso progetti collettivi e studiare il comportamento umano nell’età dell’informatica. “Ci interessa capire come il pubblico interagisce con la natura”, ci dice Kazumasa Nonaka, uno dei membri del collettivo. “La nostra idea di partenza deve essere adattata di volta in volta agli spazi, e questa del nuovo Amos Rex con la sua volta che sale a vortice è stata una bella sfida”. Il visitatore dovrà rinunciare a vedere lo spazio originale, suddiviso in 5 ambienti per ospitare fino al 6 gennaio 2019 la mostra Massless. In 6 settimane di lavoro, circa 50 persone tra teamLab, personale museale, con la collaborazione di Pro AV e di Epson per la parte tecnica, hanno installato 150 proiettori per ambienti immersivi e in parte interattivi, per un tempo di visita medio tra i 30 e i 60 minuti. Esperienza immersiva, elettronica, entarteinment, queste le tre E della mostra. In Vortex of light particlesparticelle di acqua si muovono dal pavimento al soffitto come se l’acqua dovesse uscire dai lucernari sulla piazza; in Graffiti Nature, il più amato da adulti e bambini e il più fotografato, il comportamento dei visitatori crea un nuovo ecosistema (degli scanner in mostra permettono di acquisire immagini dei disegni dei visitatori, che di lì a pochi minuti appariranno nell’ambiente); in Black Waves il movimento delle onde è simulato al computer, rileggendo il tema iconico dell’arte giapponese del XIX secolo; in Crows alcuni corvi si liberano in volo in un crescendo di musica, delineando rapide traiettorie, per trasformarsi in fiori quando si imbattono in un visitatore. All’ingresso, l’opera Enso ricrea su uno schermo il gesto zen di disegnare con il pennello un cerchio con un solo movimento, una resa digitale dell’arte della calligrafia. Al termine del percorso, sarebbe piacevole trovare un ambiente di decantazione prima di chiudere la visita nella sala che ospita una selezione di opere dalla collezione permanente del museo.

LE PROSSIME MOSTRE

Nella prima metà del 2019 sono previste la retrospettiva del collettivo artistico olandese Studio Drifte la mostra dedicata a René Magritte. Intanto per chi si trova in città sono in corso gli eventi di Helsinki Festival, importante kermesse estiva che porta nella capitale artisti di fama internazionale. Tra i tanti appuntamenti segnaliamo la mostra di David Hockney a Taidehalli, Pilvi Takala e gli Aalto Natives al Kiasma, infine la nuova installazione di Mika Taanila a Emma a Espoo.

– Maria Stella Bottai

www.amosrex.fi/en
www.teamlab.art/e/amosrex

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Stella Bottai

Stella Bottai

Maria Stella Bottai è critico d’arte e curatore. Formatasi tra Italia, Francia e Finlandia, si è addottorata in Storia dell’arte contemporanea presso l’Università La Sapienza di Roma. Responsabile della sezione arti visive del sito Cultfinlandia.it, recentemente ha curato l’anteprima video…

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