Gli architetti di Schiattarella Associati firmano il museo teamLab Borderless del Medio Oriente

Vincitore di un concorso internazionale, lo studio romano sta costruendo il complesso Culture Squares in Arabia Saudita: atteso entro il 2023, riunirà il teamLab Borderless Jeddah e il Red Sea Film Festival Palace

Si consolida la presenza di Schiattarella Associati in Arabia Saudita. Lo studio di architettura romano fondato da Amedeo Schiattarella negli anni Settanta, del quale sono oggi partner anche gli architetti Andrea e Paola Schiattarella, è attualmente impegnato nella costruzione del nuovo polo artistico di Jeddah. Atteso per il prossimo anno, Culture Squares – questo il nome dell’intervento in progress – si somma ai precedenti incarichi ottenuti dallo studio nel Paese, anch’essi tramite concorsi internazionali. “Il cantiere, iniziato in piena emergenza Covid, sta proseguendo per poter ospitare gli eventi in programma nel 2023. Le strutture sono di fatto ultimate e l’impresa sta iniziando a lavorare sugli elementi di finitura”, racconta Andrea Schiattarella ad Artribune.

IL PROGETTO CULTURE SQUARES DI SCHIATTARELLA ASSOCIATI IN ARABIA SAUDITA

Affacciato sulle rive della laguna di Al-Arbaeen, il nascente complesso è composto da due distinti edifici, fra loro coerenti per articolazione volumetrica e finiture; a intervallarli sarà un viale alberato che connetterà il centro storico con il lungomare. Nel dettaglio si tratta del Red Sea Film Festival Palace (o Palazzo del Cinema), futura sede di un evento cinematografico di recente istituzione che punta a divenire un riferimento nella regione, e il Museo per l’Arte Digitale, ovvero il primo museo teamLab Borderless dell’intera area mediorientale. Nel cuore della capitale saudita, diventerà dunque possibile sperimentare oltre 50 installazioni immersive e interattive (fra cui Borderless World, Athletics Forest e Future Park) concepite dall’acclamato collettivo artistico internazionale, fra i nomi di punta dell’arte digitale a livello globale. Sarà una sorta di “omologo” del celeberrimo teamLab Borderless Tokyo: aperto nel 2018, nei primi dodici mesi di attività riuscì ad attrarre 2,3 milioni di visitatori da oltre 160 Paesi, stabilendo il Guinness World Records come “museo più visitato al mondo dedicato a un singolo gruppo o artista”. Per Schiattarella Associati la progettazione della sua sede rappresenta la seconda esperienza nel settore – in significativa ascesa – dei musei d’arte digitale. Proprio in Arabia Saudita, lo studio sta parallelamente lavorando al Diriyah Art Futures di Riyadh, il primo a partire fra i cantieri del vasto programma di investimenti Vision 2030, tutti a trazione governativa. In avanzata fase di costruzione, accoglierà solo opere computer based; grazie alla presenza di spazi per la formazione, la ricerca, l’accoglienza di artisti e ricercatori internazionali, non avrà una funzione esclusivamente espositiva. Ma cosa comporta la progettazione di specifica tipologia di strutture museali?

PROGETTARE UN MUSEO DI ARTE DIGITALE

Superficialmente si è portati a pensare che l’arte digitale richieda un annullamento del contenitore-museo. In realtà la questione è un po’ più complessa”, chiarisce Schiattarella. “Certamente bisogna dare una risposta alle esigenze molto particolari che l’arte digitale ha, ma senza rinunciare all’architettura del museo. Va portato insomma il rapporto tra contenitore e contenuto su un piano diverso. Così come l’arte digitale ha scardinato alcuni dei fondamenti propri dell’arte (pensiamo ad esempio al tema dell’originale e della copia), altrettanto sta accadendo con l’idea stessa del museo che deve accogliere questo tipo di arte”. Stiamo dunque attraversando una fase di evoluzione nella percezione dei luoghi deputati alla fruizione e alla conservazione del patrimonio artistico. “Il museo è sempre stato ospite e narratore del proprio contenuto. Con l’arte digitale il contenitore può essere compartecipe dell’esperienza. L’arte digitale sembra infatti orientarsi verso alcuni caratteri di straniamento, emozione, coinvolgimento”, afferma l’architetto. “Anche l’edificio deve saper cogliere questi caratteri, offrendosi più possibile come un palinsesto aperto ma ricco di differenti possibilità espositive”.

LA RIGENERAZIONE URBANA E CULTURALE DI JEDDAD

Il completamento di Culture Squares rappresenta uno degli obiettivi più rilevanti nella strategia di rigenerazione, urbana e culturale, di Jeddah, città destinata a rivestire il ruolo di “propulsore” della scena artistica saudita. Nell’area oggetto dell’intervento a conservare una posizione di centralità sarà lo storico edificio di Beit Amir al-Bahr, che verrà sostanzialmente affiancato, a destra e a sinistra, dai nuovi innesti. Proprio in merito alla scelta del sito per questa attesa opera, Andrea Schiattarella osserva: “Credo sia significativo che questo progetto, che ha un contenuto fortemente proiettato verso il futuro, ricada giusto ai margini del centro storico di Al Balad a Jeddah. Questo progetto è un po’ un’intersezione tra identità e futuro, ed è una chiara rappresentazione di ciò che sta avvenendo in Arabia, un paese fortemente proiettato verso il futuro che cerca di rimanere però radicato nella propria cultura”.

Valentina Silvestrini

www.schiattarella.com

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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