Una storia familiare, ancor prima che professionale, contraddistingue il lavoro di Schiattarella Associati, studio romano attivo dagli Anni Settanta e guidato da Amedeo Schiattarella in collaborazione con i suoi figli Andrea – director ‒ e Paola ‒ interior designer. Una squadra affiatata, costituita da collaboratori storici, che sono cresciuti insieme allo studio stesso. E che continua a consolidarsi, grazie a iniziative di team building come Meet4Lunch, programma di incontri e narrazioni ibride a cura di Emilia Giorgi con lo scopo di “attivare un sistema di connessioni con altre discipline della cultura contemporanea”. Iniziato il 28 febbraio scorso con l’intervento di Francesco Nucci e Silvano Manganaro, della Fondazione VOLUME!, il ciclo proseguirà con Antonio Ottomanelli, artista e fotografo; Silvia La Pergola, Senior Architect / ufficio mostre Fondazione MAXXI; Studio Folder (Marco Ferrari, Elisa Pasquali) – Design and Research Agency; Alberto Iacovoni e Marialuisa Palumbo – architetti, Mario Nanni ‒ artista della luce; Peppe Vessicchio – musicista. Oggi, lo studio sta affrontando una fase di incremento esponenziale, iniziata con un’accelerazione nel 2015, quando una serie di concorsi, vinti in sequenza, rese possibile un consolidamento – sia finanziario che di reputazione ‒ a livello nazionale e internazionale. Da allora nuova forza, nuova consapevolezza, nuova identità visiva, nuova sede di rappresentanza, a Piazza Mincio, quartiere Coppedè. Tra i competitor italiani, studio Schiattarella è quello con maggiore presenza in Arabia Saudita, anche se non possiede una sede fissa in loco; nel Paese sono attivi dal 2010 circa, dopo precedenti esperienze internazionali in Asia, principalmente in Corea del Sud.
IN ARABIA SAUDITA
In Arabia Saudita, l’arte contemporanea è spesso vista come elemento eversivo. Eppure, con il progetto dell’Addiriyah Art Center, con il quale Schiattarella Associati si è aggiudicato il concorso internazionale bandito nel 2013, si è messo a segno un grande passo avanti, in collaborazione con alcuni artisti locali. “In questo caso l’architettura si trova a intercettare cambiamenti sociali” ‒ racconta ad Artribune Andrea Schiattarella ‒ “ha il compito di ricucire non solo porzioni di territorio ma anche i comportamenti della società, seguendone cambiamenti ed evoluzioni. O almeno provandoci, esattamente come fa l’arte”.
Il museo infatti sorge su una striscia di terra liminale, al confine tra il layout lineare del Wadi e la città moderna. Un lotto lungo e stretto, con un salto di quota considerevole, concepito come una sequenza scatolare nella quale nuove piazze urbane e bucature strategiche inquadrano come cannocchiali prospettici parti di lussureggiante vegetazione. Il giusto mix tra un’architettura mimetica che omaggia la tradizione – grazie ai materiali locali utilizzati, che donano continuità materica e cromatica con l’intorno ‒ e un’architettura nuova, altra, contemporanea, che non si impone, ma dialoga col costruito. Anzi, vi si ispira, realizzando la sua cortina esterna a partire dal pattern di un antico muro di fango. Oltre al comparto espositivo, per l’Art Center Schiattarella Associati pensa a una scuola d’arte, sia maschile che femminile, nonché a laboratori, servizi accessori e spazi pubblici (meglio se in ombra).

VERSO IL NUOVO STADIO KING FAHD
Uno stadio esistente dagli Anni Ottanta, a circa un’ora dal centro città, che aveva bisogno di essere ampliato, rimodernato e implementato. Schiattarella Associati ha vinto la gara a inviti internazionale – tra i competitor, grandi società internazionali come il colosso AECOM ‒ grazie a una spiccata attenzione al dettaglio, alla customizzazione e al lavoro sinergico con i migliori brand del made in Italy. Per rispondere alle nuove esigenze richieste, in ottemperanza alla normativa FIFA – tra cui, grande novità, l’aggiunta di un settore dedicato alle donne e alle famiglie – Schiattarella Associati ha proposto un anello skybox di miniappartamenti da affittare con vista panoramica sul campo da gioco, costituito da volumi a sbalzo sormontati da una lama metallica in rame. Ma anche il nuovo ingresso monumentale per il Re Salman Bin Abdulaziz Al Saud e il suo entourage e la risistemazione dell’ala a sicurezza speciale a loro riservata per le partite. 50mila metri quadrati totali, nuovi parcheggi, nuovi percorsi e un grande studio delle finiture, sia interne che esterne. Una ricerca della qualità che si è rivelata premiante.
LA SFIDA DELL’ALJABRI MOSQUE
Amedeo Schiattarella racconta: “Essere chiamati a progettare una moschea non è un’operazione semplice! L’approccio ritenuto vincente è stato quello di porsi in una condizione di specificità, senza essere visti come dei colonizzatori che impongono un linguaggio bensì dando prova di aver assorbito con intelligenza la cultura locale e l’importanza di certi elementi caratterizzanti dell’identità saudita”. In questo progetto, nello specifico, realizzato con investimenti privati ma a uso pubblico, grande importanza è stata data alla luce, al gioco di volumi, tagli, traforature, chiaroscuri e al tema della piazza, che di nuovo torna a essere elemento compositivo centrale per la Firma.

IL PROGRAMMA VISION 2030
Da due anni l’Arabia Saudita ‒ in cui vige una monarchia assoluta ‒ ha avviato il piano di riforme Vision 2030. Si tratta di un programma governativo che punta a modernizzare lo stile di vita saudita attraverso varie iniziative e prevede un’apertura del Paese a un approccio più occidentale, anche attraverso l’abbandono graduale del petrolio a favore di sistemi più green. L’ambizioso progetto nazionale spazia dall’ampliare il numero di siti Unesco nazionali all’implementazione dello sport e della sua pratica. Ci spiega Andrea Schiattarella: “Si tratta di un Paese giovanissimo – circa il 70% della popolazione è costituita da under 40 ‒ ma anche molto pigro a causa, principalmente, del clima, con temperature elevate per la maggior parte dell’anno. Per ovviare a questo problema, che è anche un problema sociale, è stato istituito per esempio il Ministero dell’Intrattenimento, che ha il compito di stimolare e organizzare eventi culturali e sportivi per la popolazione”.
SCENARI FUTURI E SOSTENIBILITÀ
Sull’onda di questo piano, Schiattarella Associati sono oggi impegnati nella progettazione di tre nuovi stadi e nella nuova sede del Ministero dell’Agricoltura, concepito “come un brano di città, orizzontale, con cortili e passaggi coperti, in cui grande importanza è data alla sostenibilità: si tratterà infatti del primo edificio con certificazione LEED Gold”.
Parlando di sostenibilità come tema chiave di approccio al progetto, quello che emerge è soprattutto il tema dell’identità architettonica in risposta alle condizioni ambientali.
“In quelle regioni, con climi così difficili e risorse energetiche cosi abbondanti, il tema della sostenibilità non è tanto un fattore solo ambientale o meramente economico, ma identitario” ‒ precisa Amedeo Schiattarella. “Progettare edifici sostenibili qui vuol dire prima di tutto capire e conservare gli elementi territoriali, facendo un percorso di memoria, che racconti il contesto e la realtà geografica, attraverso specifiche chiavi di lettura”.
‒ Giulia Mura