Morta Efi Kounellis, artista e moglie giovanile di Jannis. Insieme protagonisti dell’Arte Povera

Greca come suo marito, Efi Kounellis arrivò a Roma nel 1956, e da allora non ha più lasciato la città. Con Jannis ha condiviso vita e pratica artistica, nella stagione più brillante dell’Arte Povera

Lo scorso 9 febbraio si è spenta a Roma, all’età di 89 anni, Efi Kounellis, moglie di Jannis (1936 – 2017) e al suo fianco protagonista della scena artistica romana degli Anni Sessanta e Settanta. Insieme erano arrivati a Roma nel 1956, all’epoca già sposati, nonostante la giovane età di Efi, classe 1934, originaria dell’isola greca di Kimolos. E nella Capitale la ragazza si iscrisse al corso di Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Via Ripetta, studiando insieme a suo marito e, tra gli altri, a Pino Pascali, di cui diventerà grande amica. Artista e costumista, si avvicinò inizialmente al mondo del cinema romano, condividendo una sintonia vicendevole con Lina Wertmüller, per cui sarà al lavoro sul set di Mimì metallurgico ferito nell’onore.

EFI E JANNIS, UNITI NELLA VITA E NELLA PRATICA ARTISTICA

È però il sodalizio con Jannis Kounellis – in una inscindibile e intensa condivisione di vita e carriera (quella che Kounellis definiva “un’unione tra la vita e la nostra pratica artistica”) – a indirizzarla verso una totale adesione al fare artistico, con grande dedizione al lavoro del marito, con cui vive in via Banco del Santo Spirito numero 21, nella casa-studio da cui provengono la maggior parte delle immagini iconiche del lavoro di Kounellis di quegli anni. Con l’artista greco, scomparso all’età di 81 anni nel 2017, Efi condivide gli anni della nascita dell’Arte Povera, di cui Kounellis è stato uno dei più significativi rappresentanti. Ed Efi segue il suo lavoro nell’evoluzione che porta dall’Alfabeto alle rose, ai gas; e poi i fuochi, il pappagallo, i cavalli alla galleria L’Attico di Sargentini (che proprio in questi giorni ospita una mostra omaggio a Kounellis), fino agli anni del “muro d’oro”. Nel 1972 nasce il figlio Damiano a cui segue, verso la fine della decade, la separazione di fatto da Kounellis (il quale si lega fino alla morte a Michelle Coudray), con cui rimane però sposata per tutta la vita. Fortissimo è stato il legame stabilito da Efi con la città di Roma. L’Archivio Kounellis, che ne comunica oggi la scomparsa, la ricorda come “un riferimento di grandezza e integrità, visione e bellezza”, mentre Fabio Sargentini della galleria romana L’Attico ha scritto: “Anche Efi, la moglie di Jannis Kounellis, era un’artista. Quando io li ho conosciuti, e ho fatto le prime mostre di Jannis, lui si consigliava sempre con lei. Si appartavano a confabulare quando c’era qualcosa da formalizzare in galleria: oggetti, animali, o la ballerina in tutù. La posizione della ballerina la suggeriva un po’ lei. Mi ricordo ancora i pullover che Efi gli faceva, con calze di nylon arrotolate, serpenti che si incrociavano, folgoranti. Era il lavoro di una donna per il suo uomo. Ma usciva fuori l’artista che era in lei. Un capolavoro. Ti ricordi, Efi, che mi avevi promesso di fare un pullover anche a me? Abbracciamoci“.

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