Dio, denaro, musica e moda. Il “caso” Jesus is King di Kanye West

Il nono album in studio del rapper americano plurimilionario, con la sua raccolta di pezzi gospel, ha debuttato al numero uno di Billboard 200. Luci e ombre di un successo: tra business e politica.

I risvegli spirituali dei musicisti pop non sono una novità. Nel 1958, Little Richard al culmine della carriera si allontana dalla “musica del diavolo” per intraprendere la carriera di predicatore. Bob Dylan alla fine degli Anni Settanta abbandona la sua radice ebraica e pubblica Saved da cristiano rinato, uno dei suoi album meno fortunati. Cat Stevens si converte all’Islam e cambia il nome d’arte in Yusef. Nell’hip hop, Run DMC è riemerso nel 1993 con Down With the King che fa riferimento al cristianesimo, mentre MC Hammer ha pubblicato pezzi compiutamente gospel come Pray e Do Not Pass Me By. Si avvicina all’Islam Lupe Fiasco, ex collaboratore di Kanye West così come al cristianesimo Chance the Rapper, un altro protetto di Kanye.
Anche il rapporto di Kanye West con Dio non è una novità. Dal suo breakout Jesus Walks (2004) sino a Ultralight beam la religione è sempre stata una tematica del suo lavoro, una mitologia utilissima, soprattutto per la propria auto-mitologizzazione.
Alla fine dello scorso mese, dunque, il lunatico plurimilionario (patrimonio valutato 250 milioni di dollari) sposo di Kim Kardashian (patrimonio valutato 350 milioni di dollari) ha pubblicato il suo nono album. Jesus is King, con la sua raccolta di pezzi gospel, ha debuttato al numero uno di Billboard 200, che ha previsto un totale di 225mila copie vendute. Negli Usa la critica è apparsa tiepida nei confronti del suo padellone blu color del cielo, ma la critica conta relativamente. O forse proprio niente. L’LP di esordio dei Led Zeppellin nel 1969 fu a suo tempo stroncato, e divenne un successo planetario.

I SUNDAY SERVICE

L’operazione di Kanye, in ogni caso, è di grande portata: studiatissima e articolata in più fasi, testimonia quanto il business musicale sia divenuto complesso. L’album arriva a seguito di una serie di frequentatissimi Sunday Service: gli spettacoli a tema evangelico che Kanye ha iniziato il 6 gennaio 2019 nella chiesa privata nella sua casa di Calabasas, nei dintorni di Los Angeles e proseguito in campus universitari in tutto il Paese. Il fatto è che, dopo il suo endorsement altamente divisivo al presidente Donald Trump, Kanye ha dovuto fare i conti con l’abbandono di una parte dei suoi fan di sempre e l’arrivo di decine di nuovi sostenitori della destra di alt-right. Ha quindi ridotto significativamente la sua esposizione politica e l’ha sostituita con l’incontro religioso settimanale, noto come Sunday Service. Alla Howard University (Washington D.C.) ad esempio Kanye si è esibito al fianco del cugino e cantante Tony Williams, ha propiziato l’intervento della moglie Kim Kardashian a favore di due ex detenuti neri saliti sul palco a raccontare la loro storia. Kardashian, che attualmente sta studiando per diventare avvocato, ha contribuito alla liberazione di uno di loro con una petizione. Combinando musica, moda (durante i Sunday Service si vende la sua linea di abbigliamento YEEZY) e Gesù Cristo, Kanye, insomma, ha costruito una sua particolare religione perfetta per l’era dei social media. Per un Paese come gli Usa non è nemmeno una novità.

Kanye West, Jesus Is King (2019)

Kanye West, Jesus Is King (2019)

BIGLIETTI, T-SHIRT, FELPE E CALZINI

La data di uscita di JIK, in ogni caso, era stata originariamente comunicata per venerdì 27 settembre e già il 30 dello stesso mese era partito un merchandising di accompagnamento all’album, a base di qualche t-shirt e felpa con il volto di Cristo e qualche altra icona sacra. La data ha poi continuato a slittare, comunicazione dopo comunicazione “a causa della costante modifica” a cui il musicista stava sottoponendo il suo lavoro.
Domenica 13 ottobre si apprende però da fonti non ufficiali che la data definitiva è divenuta quella del 25 ottobre, in coincidenza con la premiere del film IMAX che accompagna l’album girato nel Roden Crater di James Turrell in Arizona. Finalmente lunedì 21 ottobre Kanye West riappare su Twitter ‒ dopo una pausa di 11 mesi ‒ per confermare la data di uscita, abbandonando però la copertina originale dell’album che avrebbe dovuto essere in linea con i manifesti per il film IMAX.  Il giorno successivo, martedì 22 ottobre, la macchina si mette in moto per davvero. La piattaforma web di Kanye West viene aggiornata con tre diverse immagini che collegano ai preordini di JIK su vinile (25 dollari), CD (13 dollari) e come download digitale autonomo (10 dollari). Stando alle indicazioni del sito, ogni ordine verrà spedito in 8-12 settimane e includerà l’accesso ai biglietti pre-vendita per un evento di Kanye in arrivo. E finalmente il 25 ottobre, insieme all’uscita dell’album a Los Angeles, compare un pop-up che vede in vendita una varietà di prodotti come calzini, t-shirt, felpe con cappuccio, pantaloncini e pantaloni tuta equipaggiati ‒ sorprendentemente spudorati per essere caratterizzati da una serie di grafiche inqualificabili, costruite intorno al viso di Gesù. Tutti i pezzi sono disponibili per il pre-ordine tramite il webstore di Kanye West, con prezzi compresi tra 20 e 260 dollari.
La musica? Kanye West non è uno qualsiasi. Arthur Jafa è figlio di un Black Panther e tuttavia ha scelto proprio Ultralight Beam come colonna sonora del suo magnifico Love is the message. The message is death premiato all’ultima Biennale di Venezia.

Aldo Premoli

https://www.kanyewest.com

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Aldo Premoli

Aldo Premoli

Milanese di nascita, dopo un lungo periodo trascorso in Sicilia ora risiede a Cernobbio. Lunghi periodi li trascorre a New York, dove lavorano i suoi figli. Tra il 1989 e il 2000 dirige “L’Uomo Vogue”. Nel 2001 fonda Apstudio e…

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