Vincenzo Trione diventa consigliere programmazione museale e arte contemporanea a Napoli

Affiancherà il Sindaco Manfredi nella ridefinizione e valorizzazione della vocazione all’arte contemporanea della città. Guardando ai siti museali di Napoli, ma anche extra moenia. Non un assessore alla cultura, ma quasi

Napoli deve tornare ad essere al centro delle rotte dell’arte contemporanea. Con questo obiettivo il Sindaco Gaetano Manfredi ha nominato Vincenzo Trione – professore ordinario di Arte e Media e di Storia dell’Arte contemporanea presso l’Università Iulm di Milano dove è Preside della Facoltà di Arti e Turismo e Presidente della Scuola dei beni e delle attività culturali – consigliere alla programmazione delle attività museali e all’arte contemporanea. L’incarico di Trione, che nel 2015 ha curato il Padiglione Italia alla 56. Biennale di Venezia, sarà a titolo gratuito e accompagnerà la ridefinizione dell’identità e della missione di alcuni siti in città. Non va dimenticato, anche per dare peso specifico a questo ruolo, che Napoli è una di quelle città (qui una nostra riflessione) in cui il sindaco ha deciso di tenere per se le deleghe alla cultura non nominando un assessore. Trione ci racconta il suo nuovo incarico in questa intervista.

Vincenzo Trione

Vincenzo Trione

In che cosa consisterà il suo incarico?
Il Sindaco Manfredi ha conservato la delega alla cultura. Dunque, dalla sua nomina ha deciso di farsi accompagnare da alcuni consiglieri, incaricati per aree tematiche. A me, data la mia formazione e competenze ha affidato l’area musei e arte con una attenzione specifica all’arte contemporanea. Il mio compito è di affiancarlo in un radicale ripensamento dei luoghi museali espositivi della città, con l’obiettivo di ridare centralità a Napoli non solo nelle traiettorie del contemporaneo del nostro Paese, ma anche a livello internazionale.

La città ha una lunga storia d’amore con l’arte contemporanea. Quali sono le ambizioni per il futuro di Napoli?
Certo, Napoli ha una vocazione internazionale, ma viene da più di dieci anni in cui gli spazi espositivi sono stati dimenticati e maltrattati. Gestiti in maniera localistica. L’obiettivo è quello di lavorare sulle specificità dei luoghi, avviando un confronto con le istituzioni che già operano sulla città, come il MANN e il Museo di Capodimonte, che fanno riferimento al Ministero della Cultura e il Madre, che fa riferimento alla Regione.

Di quali sedi parliamo?
Castel dell’Ovo, il Maschio Angioino, il PAN, gli Ipogei di Piazza Plebiscito e la Casina Pompeiana. Le politiche che avvieremo mirano ad uscire da una ottica localistica e di basso cabotaggio, avviando collaborazioni e coproduzioni a livello nazionale e internazionale.

Quindi anche uscendo dalle “mura” cittadine e regionali?
Certo.

Ha già qualche progetto nel cassetto?
Si sta già lavorando con il Sindaco ad un progetto importante, la costituzione della Fondazione Cultura, che avrà la responsabilità di gestire i siti della città, seguendo il modello dei Musei Civici di Venezia o di Brescia. Ma non è qualcosa che avverrà nell’immediato, ci sono dei tempi tecnici da rispettare.

Avrà un budget a disposizione?
No, il mio è un incarico a titolo gratuito. Sento il dovere e la responsabilità di prestare un servizio al Sindaco e alla mia città, ma io rimarrò a vivere a Milano e a lavorare all’Università IULM e alla Scuola Beni e Attività Culturali.

– Santa Nastro

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Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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