Sicani Creative Festival: dalla Sicilia nuovi modi di rigenerazione urbana e sociale

È una “platform for change” quella promossa da Farm Cultural Park, che coinvolge sette piccoli comuni dei Monti Sicani. Un progetto pensato come luogo di ascolto e sviluppo dei territori, che vede il protagonismo di cittadini, amministrazioni e associazioni culturali. Si chiama Sicani Creative Festival, è un progetto vincitore del bando MiBACT Borghi in festival e si svolge fino al 26 settembre.

Vi racconto come nasce il progetto Sicani Creative Festival e perché è così importante e promettente. Con il privilegio dell’esperienza diretta. Accolti e coccolati come amici, da una umanità straordinariamente accogliente. Tra natura rigogliosa e selvaggia, architetture preziose e magnifiche memorie. In due giorni abbiamo vissuto una storia incantata, incontri intensi e riflessioni profonde, alla scoperta di territori nel cuore della Sicilia. Un percorso divertente e impegnativo, quello che ha accolto la carovana creativa organizzata da Farm Cultural Park.
Sicani Creative Festival non è solo un progetto di rigenerazione urbana e ricostruzione del senso di comunità per rivitalizzare i piccoli paesi montani. È un progetto che, attraverso una valorizzazione e reinterpretazione delle tradizioni, vuole aprire nuove strade verso il futuro. Del resto, reinventare il rapporto tra uomo e natura, individuo e società, è missione ineludibile in questo inizio secolo, foriero di nuove consapevolezze. Dalle urgenze ecologiche all’esigenza di un nuovo equilibrio tra locale e globale, fino alla revisione del concetto stesso di lavoro, derivante dalle nuove possibilità tecnologiche.

Farm Cultural Park

Farm Cultural Park

AMBIENTE E LAVORO AL SICANI CREATIVE FESTIVAL

Parlando di spazio vitale, riqualificazione e rivitalizzazione dei borghi come urgenza contemporanea, può essere letta nella prospettiva del millenario mutamento degli insediamenti umani. Nella telepolis attuale compare con forza un rinnovato desiderio per una maggiore dimensione naturale della vita. Riallacciare relazioni sarà la sfida principale; per questo, destinatari e attori protagonisti del Sicani Creative Festival sono giovani e anziani, così da abbracciare tutta la società.
Parlando di lavori contemporanei, alcuni in via di estinzione, altri da inventare tra iper-tecnologie e nuove aspettative, la cornice del festival produce un’atmosfera costruttiva, fatta di sogni e progetti. Con l’obiettivo di contrastare processi di spopolamento, si propongono sperimentazione e definizione di nuovi meccanismi economici, capaci di restituire offerte di lavoro sempre più globali pur nelle connessioni locali. A tale riguardo, il filosofo Maurizio Ferraris lancia una visione propositiva, che non può che passare da una nuova cultura collettiva. Il nuovo sistema economico centrato sul web produce zone grigie. Il nuovo lavoro, non considerato e non pagato, è quello sui social. Per questo, la strada di creare una webfare che riconosca il valore del lavoro di condividere dati. È una prospettiva che illumina la falsa idea che l’uomo sia schiavo, della tecnica prima e del web ora, semplicemente facendo notare che, senza umano, tecnica e web non esistono.

Farm Cultural Park

Farm Cultural Park

GLI EVENTI DEL SICANI CREATIVE FESTIVAL

Nei molti incontri, nei bellissimi borghi, sindaci, amministratori, partner, referenti dei comuni e cittadini hanno illustrato le proprie visioni. Mostrando grandi attese e speranze verso un progetto collettivo che, sulla base delle esperienze vissute, propone una strada percorribile per dare nuova centralità ai cittadini e di conseguenza alle città stesse. Città che diventano capaci di generare nuovi rapporti economici e culturali sia al proprio interno, sia nel territorio provinciale, regionale e globale. Del resto, come sostiene Charles Landry, le città di tutte le epoche “sono i manufatti più sofisticati ed elaborati che gli esseri umani abbiano mai concepito”, la cui evoluzione sociale, economica e culturale richiede volontà, perseveranza e coraggio, nel demolire i meccanismi viziosi, e introdurre innovazioni, lavorando sullo spazio e sui legami. Un sistema-città è creativo quando consta di individui e organizzazioni flessibili, che interagiscono su principi di fiducia ed auto-responsabilità.
Ed è proprio pensando all’auto-responsabilità che il Sicani Creative Festival ha cercato un approccio pedagogico che apprende e impara contemporaneamente, e produce avanzamento. Lo stesso metodo sviluppato alla Farm. Procedimento che Maurizio Carta e il suo team illustrano, a partire dall’analisi delle parole che determinano il perfezionamento del linguaggio. Le parole sono fondamentali e definiscono le epoche, e nuove epoche hanno bisogno di nuove parole per narrare le nuove consapevolezze, dice il sociologo Michel Maffesoli. Così Carta lancia il gioco di reinventare parole e significati: in ogni Comune propone di eliminare una parola e sostituirla con una dal contenuto più ampio e futuribile.
Stabilito il linguaggio comune, con le nuove parole proposte, il Sicani Creative Festival diventa procedimento di ascolto e progettazione condivisa. Amministratori e cittadini stanno al gioco e presentano i punti di forza delle proprie città. Elencano i luoghi sottoutilizzati che potrebbero essere rivitalizzati per fare da cerniera tra vecchio e nuovo, illustrano le proprie visioni future. È emozionante la crescente partecipazione attiva dei giovani, che lanciano idee e progetti creativi, mostrano desideri e collaborazioni. Così all’ultimo incontro, che si svolge all’una di notte nel bellissimo chiostro rinascimentale, i giovani sono davvero tanti, provenienti da quasi tutti i comuni incontrati. Nella magica notte creativa fioriscono proposte concrete e soprattutto il nome dei singoli comuni confluisce nell’espressione partecipata: siamo sicani! Questa terra che conta circa 140mila abitanti si scopre giovane e coesa, con la mente proiettata nel mondo, i piedi saldamente ancorati nella terra, le mani colte di nuove tecnologie e il cuore intriso di storia e appartenenze, sempre nuove e molteplici.

Farm Cultural Park

Farm Cultural Park

RIPARTIRE DAGLI ESSERI UMANI

Il progetto del Sicani Creative Festival esporta metodi e sogni e importa pensieri e tradizioni. Li importa in un circuito internazionale per raccontare il prezioso che sempre c’è in ogni territorio. Il prezioso delle millenarie culle di civiltà che sono la Sicilia, l’Italia e tutto il Mediterraneo. Dove coste frastagliate, inondate di sole e sbarchi, dalla notte dei tempi, hanno accolto guerre e nuovi pensieri, mescolando oro e sangue, sogni e disperazione. Facendo rifugiare i nativi sulle colline, da dove era facile controllare arrivi e nemici. Le colline dove nel Medio Evo sono fiorite le meravigliose città che ancora incantano. Cittadine fortificate che dopo le due guerre mondiali, con il miope e selvaggio processo d’industrializzazione, sono state abbandonate, perché non rispondevano più alla vita moderna. Quella vita contemporanea che via via si arricchiva di cose e via via perdeva emozioni, relazioni, senso della collettività. Perdeva tradizioni e identità. Lontano dalla natura, l’uomo è ormai un concentrato di frustrazioni, la sua esistenza confusa è sterilizzata dalle macchine, come scrive Frank Lloyd Wright in La città vivente.
Il progetto dei Monti Sicani punta allora prima di tutto a ricostruire le comunità. Come in Farm Cultural Park, nei Monti Sicani si riparte dall’essere umano e dal suo rapporto con la natura. Perché solo quando i nuovi sogni saranno pensati in nuove cornici, magari di piccoli comuni collegati e accessibili, solo allora una nuova discussione sociale ed economica potrà innescare reazioni produttive. Nuove abitudini ispirate al buon senso, come narrate da Serge Latouche, filosofo della decrescita, nel senso di una società centrata sui legami prima che su consumi e finanza.

– Mariantonietta Firmani

www.sicanifestival.it

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Mariantonietta Firmani

Mariantonietta Firmani

Fondatrice e direttrice di Parallelo42 contemporary art.

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