A Perpignan, nella Francia meridionale, il sindaco rompe il lockdown e apre i musei

È successo a Perpignan – a ridosso dei Pirenei – dove il sindaco Louis Aliot ha firmato l’ordinanza per l’apertura di quattro musei civici, rendendo gratuita l’entrata per l’occasione. “Il virus circola da molto tempo, occorre che impariamo a conviverci”.

Abbiamo assistito in questi ultimi mesi al grido d’aiuto di musei e istituzioni che invocavano la necessità di far ripartire la vita culturale in presenza come elemento fondamentale per la stabilità e il benessere psicologico dell’individuo e del cittadino. Diversi appelli sono partiti da ICOM, dai musei svizzeri e anche da quelli francesi. Recentemente, l’assessore alla Cultura di Milano Filippo Del Corno, ha scritto una lettera aperta al Premier incaricato Mario Draghi per chiedergli di assicurare nei prossimi mesi una riapertura coordinata e irreversibile di musei, cinema e teatri. Anche oltralpe, la situazione è la medesima. Mentre la Germania prolunga il suo lockdown fino al 7 marzo, in Francia restano ancora chiuse le istituzioni culturali, con il malumore e le proteste di tutti gli addetti ai lavori. Per ovviare alla problematica, lunedì 8 febbraio il sindaco della città di Perpignan Louis Aliot ha pensato di agire autonomamente, prendendo la decisione di riaprire i musei della città, scavalcando di fatto i protocolli nazionali.

Casa Pairal, Perpignan, Francia

Casa Pairal, Perpignan, Francia

MUSEI APERTI A PERPIGNAN, FRANCIA

“C’è un virus che ormai circola da molto tempo, dobbiamo imparare a conviverci. Di varianti ce ne saranno, di virus pure, anche in futuro. Attualmente ci sono le cure, c’è il vaccino, ci sono tutte le precauzioni che intendiamo continuare a prendere. Abituiamoci e iniziamo a sperimentare questo nuovo modello di vita”, ha affermato il sindaco di Perpignan in relazione alla decisione di riaprire i musei della città. E ha aggiunto: “La cultura è essenziale per la vita dei residenti di Perpignan come per quella di tutti i francesi. È giunto il momento di riaprire luoghi culturali: alcuni lo dicono, noi lo facciamo davvero. Ovviamente nel rispetto di tutte le norme sanitarie necessarie”, e ha concluso annunciando l’ingresso gratuito in tutti i musei fino ai primi di marzo. A riaprire sono stati il museo Hyacinthe Rigaud, con una mostra sulle Regine di Francia, la Casa Pairal (che racchiude la storia di Perpignan), il Musée des monnaies et médailles Joseph Puig e il Museo di Storia Naturale.

Le musée d'Art Hyacinthe Rigaud, Perpignan

Le musée d’Art Hyacinthe Rigaud, Perpignan

IL MINISTRO DELLA CULTURA SUI MUSEI APERTI A PERPIGNAN

Lunedì, all’annuncio della riapertura clandestina dei musei di Perpignan, il ministro francese della Cultura Roselyne Bachelot, ha ribadito che musei e monumenti sarebbero stati i primi a riaprire “in caso di decrescita del contagio“, criticando tuttavia “iniziative puramente politiche che non difendono la causa della cultura“. Un’iniziativa che ricorda in qualche modo quel “#ioapro” diffusasi le scorse settimane tra i ristoranti di alcune città italiane, per l’insubordinazione e l’aperta critica rivolta al governo nei confronti della gestione e del contenimento della pandemia.

APRIRE I MUSEI DURANTE UN LOCKDOWN NAZIONALE

Mossa azzardata o giusta provocazione? Su Twitter, le reazioni al gesto del sindaco Aliot si sono spaccate in due, ricalcando non a caso posizioni politiche opposte: “Penso che Louis Aliot abbia fatto bene a dare il via al dibattito“, ha scritto la politica francese Marion Maréchal, nipote di Marine Le Pen del Fronte nazionale francese. “Non ha senso che un museo municipale non possa aprire quando ad oggi possiamo uscire e comprare vestiti e cose ritenute ‘non essenziali’. È incoerente”. “Louis Aliot vuole farci credere che il partito Rassemblement National difenda la cultura aprendo i musei, sprezzante delle norme sanitarie“, ha ribattuto invece Christophe Castaner, membro del partito al governo centrista francese La République en Marche. “Ma dietro a questo esercizio di comunicazione nessuno si lascia ingannare dal populismo. La cultura sappia proteggersi dal virus estremista“. Non è ancora chiaro quali saranno le conseguenze della decisione di aver sfidato i divieti. Intanto, Louis Aliot sarà chiamato lunedì 15 febbraio in udienza presso il Tribunale amministrativo di Montpellier per dar conto delle proprie azioni.

-Giulia Ronchi

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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